attualità, scuola | formazione

Liceo musicale, Baruffi: «Facciamo fronte comune»

“Fare fronte comune”. È l’auspicio di Davide Baruffi, segretario del Pd, che interviene sulla vicenda del liceo musicale negato a Modena e concesso invece a Forlì. Baruffi con una lettera risponde all’appello lanciato dal direttore della Gazzetta di Modena sull’edizione di domenica scorsa e chiede l’impegno anche di tutto il centrodestra. Di seguito, la lettera scritta dal segretario provinciale Davide Baruffi.

Caro direttore, il suo appello a favore di un liceo musicale nella nostra città è assolutamente condivisibile. Va fatto ogni sforzo per ottenere dal governo un ripensamento e venire così incontro alle attese di tanti giovani modenesi.
Modena, per cultura e tradizione, non può non avere un liceo musicale. Per questo, in tutte le assemblee elettive – Comune, Provincia, Regione, Parlamento – il Partito Democratico ha manifestato il proprio dissenso ed esercitato pressione nei confronti del governo con gli strumenti a sua disposizione, dalle interrogazioni agli ordini del giorno, dalle mozioni alle lettere aperte.
I parlamentari modenesi del Pd, ai quali lei si rivolge direttamente, hanno presentato un’interrogazione al ministro Gelmini chiedendo, tra l’altro, come mai siano presenti otto istituti in Lombardia e nel Veneto, mentre in Emilia Romagna sia stato autorizzato solo quello di Parma e, per il prossimo anno, Forlì.
Tutti noi vorremmo conoscere le ragioni di una scelta che umilia i 34 ragazzi aspiranti liceali e penalizza un territorio a forte vocazione musicale ma finora, dal ministro Gelmini e dal governo, non è arrivata alcuna risposta.
In questo periodo, forti della protesta degli insegnanti, dei ragazzi, dei genitori, di migliaia di modenesi, abbiamo fatto sentire la nostra voce dentro e fuori le istituzioni. Senza, peraltro, avere il conforto di un analogo impegno da parte delle forze politiche e dei parlamentari modenesi che fanno parte della maggioranza di governo.
Eppure mai come in questo caso sarebbe opportuno tralasciare le appartenenze politiche e fare fronte comune per un obiettivo che sta a cuore a tutta la città.

La Gazzetta di Modena 17.05.11

******

Scontro sul liceo musicale Pdl: «Enti locali inerti» Pd: «Amici accontentati», di Saverio Cioce

Il centrodestra: se Modena trova un milione di euro si potrà fare Ghizzoni: da noi no a Busto Arsizio sì. La Gelmini no, non ha risposto. Troppo impegnata a Milano per seguire ai seggi l’andamento del duello tra la Moratti e Pisapia. Irraggiungibile per spiegare ai modenesi che cosa poteva o voleva fare per salvare il futuro del liceo musicale Sigonio e l’istruzione musicale a Modena.
Gli alunni che frequentano oggi l’istituto se vorranno completare gli studi o diplomarsi con la specializzazione in musica dovranno trasferirsi a Parma o Forlì, a meno che da Roma non arrivi una nuova decisione. Per ora l’unica certezza è che non ci sono fondi per attivare i corsi; quindi tanti saluti sia ai 24 studenti già iscritti dopo i test di selezioni che agli altri che avevano intenzione di iniziare gli studi sul pentagramma.
I tempi stringono. Entro questo fine settimana dovranno saltar fuori almeno i fondi in sede locale per mettere Modena sullo stesso piano di Forlì: nella città romagnola la Fondazione della locale Cassa di Risparmio e il Comune hanno offerto su un piatto d’argento un milione di euro e immediatamente è arrivato il riconoscimento. In pochi giorni le scadenze di legge diventeranno definitive, col disco verde solo ai 37 istituti già approvati e previsti dalle norme in materia.
«Troppo facile dare adesso la colpa al governo Berlusconi e al ministro Gelmini – sbotta il sottosegretario Giovanardi – Comune e Provincia dov’erano quando si trattava di pianificare le scelte per il futuro degli istituti scolastici? Forlì ha fatto una scelta strategica e ha messo mano al portafoglio, Modena no. Adesso scoprono in ritardo che il governo non può mettere i soldi che i nostri amministratori non hanno voluto mettere. La verità è una sola: l’anno scorso nè il Comune nè la Provincia nè la Regione hanno chiesto un liceo musicale per la nostra città. Forlì lo ha fatto e Roma ha scelto una città dove le istituzioni, a vari livelli, hanno dimostrato di tenere a quell’investimento per il futuro. Tanto per dirne una, i nostri amministratori nel settembre del 2010 hanno rinviato di due anni la costruzione della sede del nuovo Sigonio. Poche storie: la Fondazione Cassa, che elargisce sempre tanti fondi in ogni direzione e che è occupata da candidati designati dalla sinistra, che cosa ha fatto? Aspettiamo di vedere se ci sono fondi a disposizione e poi vedrete che il liceo musicale si salva».
«Le scelte sulla programmazione scolastica vengono fatte a livello regionale, il ministero si limita a prenderne atto. Se gli enti locali modenesi hanno dormito inutile prendersela oggi con la Gelmini – taglia corto Isabella Bertolini (PdL) – Lei e i suoi funzionari non hanno fatto favoritismi perchè al momento di scegliere, come per tutta Italia, hanno scelto le soluzioni con minori oneri e quindi Forlì, è stata riconosciuta. Favoritismi? Ma se Forlì è guidata dal centrosinistra! Il guaio è che Modena e Bologna hanno dormito e i primi a pagare il conto sono gli studenti e le loro famiglie. Noi siamo convinti che le spese per un istituto musicale a Modena siano un investimento per il futuro; per questo ci siamo attivato in tutte le sedi portando le richieste della petizione a Roma. Sono personalmente convinta che se ci fossero soldi in sede locale non ci sarebbero problemi per salvare la scuola».
Manuela Ghizzoni, deputata e capogruppo Pd in Commissione Istruzione a Montecitorio, scuote la testa vigorosamente quando sente queste tesi. «Balle, tutte balle – esplode – Tanto per cominciare i colleghi del PdL dimenticano che gli enti locali e le fondazioni bancarie modenesi pagano, e tanto, da molti anni per l’istruzione musicale. E con fondi propri: nel 2006, quando ero ancora assessora a Carpi, spendemmo 700 mila euro per il Tonelli.
Quel che è peggio l’anno scorso, il primo anno con le nuove norme, fu il ministero a decidere gli istituti musicali meritevoli e non gli enti locali: in Lombardia ne passarono otto, in Veneto cinque.
Tra di loro ci sono anche le sedi di Cittadella di Padova e Busto Arsizio; che titoli avevano per competere con Modena? Nessuno, erano feudi elettorali del centrodestra e furono accontentati. E a noi in Emilia Romagna hanno tagliato 881 insegnanti».

La Gazzetta di Modena 17.05.11

******

“Sigonio, si muovono Comune e Fondazioni”, di Claudia Benatti

Gli enti bancari potrebbero fornire i fondi per mantenere il liceo musicale a Modena. Gli enti locali puntano a pagare i docenti per 5 anni Ieri la questione al cda di Palazzo Montecuccoli. Non sono stati a guardare. Alla messa da requiem suonata dal ministero per il liceo musicale, gli enti locali hanno risposto giocandosi l’asso: le fondazioni bancarie, che, opportunamente coinvolte con richiesta motivata, potrebbero seriamente valutare un impegno economico per rendere possibile ciò che per ora il governo ha negato. Così, Comune in primis, affiancato dalla Provincia, si è fatto carico del problema coinvolgendo chi può aiutare a trovare una soluzione. E proprio ieri il cda della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena ha discusso della cosa.
Il problema va risolto, anche per dare una risposta, doverosa, ai 24 ragazzi che già hanno superato i test d’ammissione e che hanno scelto di investire energie e impegno in un liceo musicale che tutti aspettano ma che il ministero nega. E dell’impegno a risolvere il problema si è sentita investita l’amministrazione comunale che, con la piena condivisione e collaborazione fattiva della Provincia, ha valutato, riflettuto, sondato il terreno e poi ipotizzato un percorso che, se tutto filerà liscio, potrebbe anche portare a casa il risultato sperato. Praticamente l’idea sarebbe quella di trovare il modo di sostenere i costi degli insegnanti dei corsi specialistici. Una volta garantite le risorse, ci sarebbe l’impegno dell’ufficio scolastico regionale per attivare già da settembre il liceo mettendo a disposizione i docenti degli insegnamenti “normali”, come se si trattasse di una classe in più del Sigonio. Il territorio dovrebbe invece pensare a pagare gli stipendi dei docenti che si occuperanno delle lezioni strumentali e discipline attinenti. E per sostenere tali costi Comune e Provincia hanno pensato di chiedere la collaborazione delle fondazioni bancarie della provincia, da sempre sensibili alle esigenze del territorio. Proprio ieri pomeriggio la questione è stata esaminata nella riunione del consiglio d’amministrazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, che dimostra così di essere attenta agli appelli che giungono da più parti. La questione è delicata e presto gli enti locali sottoporranno la proposta di collaborazione anche alle altre fondazioni, in modo da distribuire il peso finanziario dello sforzo richiesto. «Abbiamo tutta l’intenzione di farci carico del problema insieme agli altri soggetti attivi sul territorio, a partire dalle istituzioni» ha spiegato l’assessore all’istruzione Adriana Querzè. «Ma questo solo per i 24 ragazzi che hanno diritto a poter coltivare i loro sogni. Dal punto di vista politico e amministrativo è una situazione gravissima; è un assurdo logico che il territorio sia costretto a pagare insegnanti statali che lo Stato dovrebbe garantire. La riforma che ha, e dico finalmente, previsto il liceo musicale ha poi però fatto due passi indietro quando il ministero si è rifiutato di pagare gli insegnanti. Inoltre ci sono palesi iniquità: la Lombardia ha avuto i suoi indirizzi musicali senza che il ministero chiedesse al territorio alcun tipo di impegno. L’Emilia Romagna invece ne ha avuti due e solo perchè sono a carico degli enti locali. Le riforme se si fanno, non si possono fare a costo zero e a macchia di leopardo. Un eventuale nostro intervento sarà straordianrio ed emergenziale e non si ripeterà. Anche perchè il ministero ha garantito che, una volta avuto l’ok, si farà carico dei successivi cicli di studio».

La Gazzetta di Modena 17.05.11