attualità, politica italiana

"Un paese alla rovescia", di Chiara Saraceno

Martedì scorso il Parlamento ha celebrato la giornata contro l´omofobia. Il giorno dopo la maggioranza della Commissione giustizia della Camera dei deputati ha bocciato la proposta di legge unificata che avrebbe introdotto l´omofobia come aggravante nei casi di violenza e aggressione.
È la seconda volta che il tentativo di far riconoscere come reato specifico la violenza omofobica viene fermato da un Parlamento disposto a chiudere mille occhi sulle trasgressioni sessuali del potente di turno se corrispondono ai più vieti stereotipi del machismo eterosessuale, ma del tutto indifferente alla sopraffazione nei confronti di chi è considerato deviante solo perché omosessuale. Dietro vi è certo l´ombra della Chiesa cattolica, dei suoi anatemi contro la omosessualità, del suo pervicace considerarla insieme come una malattia e un pericolo per la sopravvivenza della famiglia, senza alcun fondamento scientifico e in contrasto con il forte desiderio di formarsi una famiglia, di avere forti e stabili rapporti di amore e solidarietà – di coppia, ma anche nei confronti di figli – testimoniato da molti e molte omosessuali. Ma il potere di veto e di ricatto della Chiesa trova il suo alimento nella disponibilità di molti, troppi politici (anche a sinistra) ad assecondarne i desideri sul piano legislativo nella speranza, spesso fondata, di riceverne in cambio legittimazione e sostegno. È uno scambio che ha trovato la sua massima esplicitazione in questo governo e nell´appoggio che ha ricevuto in cambio (“il governo più amico della Chiesa nella storia della Repubblica”, ha dichiarato un autorevole prelato). Ma anche senza ricatti e scambi, l´atteggiamento della Chiesa trova terreno fertile nella grettezza morale e nella incultura di una classe politica che sembra ricordarsi dell´etica solo quando sono in gioco le scelte dei cittadini circa le proprie relazioni e vita personale – dalla sessualità alla procreazione alle decisioni su come affrontare la fine della vita. Ma è sulla omosessualità che si concentra il rigorismo di questi moralisti d´accatto. È l´omosessualità che sembra suscitare in loro le paure più incontrollabili. Di converso, i comportamenti omofobici suscitano nel migliore dei casi in queste persone una condanna rituale, con un sottotesto di giustificazione (se la sono voluta, danno fastidio alle persone normali, dovrebbero essere più discreti, e così via). L´omosessualità diventa una aggravante per le vittime, una attenuante per gli aggressori –un po´ come succede spesso alle donne oggetto di violenza sessuale.
Certo, presi all´improvviso da preoccupazioni universalistiche, alcuni di coloro che ieri hanno votato contro la proposta di legge unificata si sono giustificati dicendo che introdurre l´aggravante di omofobia avrebbe costituito una discriminazione nei confronti di altri gruppi, ad esempio gli anziani o i disabili. Ma il risultato di questo universalismo strumentale è la negazione che esistano violenze motivate specificamente dall´odio e disprezzo per particolari gruppi sociali. È un universalismo negativo, non positivo. Inoltre, l´omosessualità, come l´eterosessualità, è una caratteristica costitutiva degli individui, trasversale ad altre caratteristiche e condizioni. L´omofobia nega precisamente legittimità, normalità, a questo modo di essere costitutivo di una persona. Come se si rinnegasse legittimità e normalità a chi è eterosessuale.
La ministra Carfagna ha dichiarato che voterà a favore della legge. Ma che cosa farà perché il suo partito e la sua maggioranza non boccino alla Camera ciò che hanno bocciato in Commissione? Da un ministro ci si aspetta qualche cosa di più di un gesto di testimonianza.

La Repubblica 19.05.11

******

Carfagna voterà la legge PD contro l’omofobia bocciata dalle destre

Stop in commissione Giustizia al testo, il governo si spacca: il ministro alle Pari Opportunità annuncia che sosterrà la proposta dei democratici. Paola Concia, promotrice del testo accusa: “Adesso l’Europa ci riderà dietro”. Stop in Commissione giustizia della Camera al testo unificato della legge contro l’omofobia messo a punto da Paola Concia: 26 i no e 17 i sì, contro hanno votato i parlamentari di Pdl, Lega e Responsabili. Dal centrodestra si smarca il ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, la quale ha dichiarato che in Aula voterà a favore del testo del PD. «Adesso l’Europa ci riderà dietro», è il commento di Paola Concia «Volevano un rinvio dell’esame, ma è assurdo. Già il 4 maggio lo avevamo rinviato a oggi. E poi il testo base è depositato da sei mesi, da novembre, possibile che non abbiano avuto il tempo di leggere i due articoli che lo compongono e di rifletterci? Hanno avuto un tempo infinito e non è servito a nulla nemmeno il monito di Napolitano». Dal presidente della Repubblica, infatti era arrivata l’esortazione, in occasione della Giornata mondiale contro l’omofobia, lo scorso 17 maggio, a «non sottovalutare i rischi che l’abitudine all’uso nel discorso pubblico di allusioni irriverenti, lesive della dignità delle persone, contribuiscano a nutrire il terreno sul quale l’omofobia si radica». Numerose le reazioni da parte di esponenti del Pd al “no” del centrodestra in commissione Giustizia: Dario Franceschini, capogruppo dei Democratici alla Camera, nel dichiarare che il Pd porterà comunque la legge in Aula (la discussione generale è prevista lunedì), ha puntualizzato che “questo è un argomento che non dovrebbe dividere politicamente. Eppure la maggioranza, dopo le tante parole spese contro l’omofobia, fa marcia indietro. È incomprensibile. Le parole della Carfagna, che è il ministro competente, dimostrano lo stato confusionale in cui versa la maggioranza”. Per Andrea Orlando, responsabile giustizia del Pd, “le istituzioni hanno dato un segnale di inciviltà Noi proseguiremo la nostra iniziativa affinché queste norme vedano la luce, rivolgendoci a chi nella maggioranza non ha sacrificato il valore della libertà e della tutela degli individui alla bassa cucina politica’. In una nota, Debora Serracchiani, europarlamentare del Pd, ha messo in evidenza che al “Pdl e alla Lega non interessa arginare le continue aggressioni e gli insulti contro le persone omosessuali: è sconfortante che all’indomani del giorno dedicato alla lotta contro l’omofobia, nonostante il richiamo alto e ineccepibile del Presidente della Repubblica, Napolitano, il Pdl e la Lega non abbiano sentito l’esigenza morale e civile, prima ancora che politica, di dare una risposta alla violenza e alla discriminazione di genere”. Sottolinea l’esponente del Partito democratico: “Il nostro Paese fara’ un autentico salto di qualita’ quando nodi basilari di civilta’ come la lotta all’omofobia saranno patrimonio di tutte le forze politiche, nei fatti e non solo a parole”. A giudizio di Barbara Pollastrini, il comportamento del centrodestra in Commissione è stata dimostrazione “di straordinario cinismo”. L’esponente del Pd ha anche ricordato che “nella scorsa legislatura la Commissione giustizia, col voto di una parte consistente della destra, aveva approvato la legge contro lo stalking e contro l’omofobia; ora, dopo anni di discussione, questa maggioranza arretra persino rispetto a se stessa. Siamo alla bocciatura di norme – ha concluso la Pollastrini – che in tutta Europa sono state approvate da tempo, con governi di ogni colore politico”. Duro il commento di Michele Meta, ad opinione del quale “fino a quando il Paese sarà governato dai rappresentanti del Pdl e dalla Lega sarà impossibile fare qualsiasi riforma di buon senso. Sse poi parliamo di iniziative a contrasto dell’omofobia e a difesa dei diritti degli omosessuali, le speranze sono davvero vane”. Anche per la deputata Pd Pina Picierno la battaglia contro l’omofobia va avanti, anche “oggi in commissione Giustizia si è consumata l’ennesima forzatura vergognosa della maggioranza nei confronti di un provvedimento che si limita a introdurre dei principi a tutela dell’uguaglianza dei cittadini e contrari alle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale”.

www.partitodemocratico.it