attualità, politica italiana

"Omofobia, puttane e olgettine: sproloquio Pdl", di Natalia Lombardo

E’ ripreso stamattina a Montecitorio l’esame della legge contro l’omofobia, il cui testo era stato respinto un anno fa e ora, in commissione, bocciato da Pdl, Lega e Udc. A rappresentare in modo volgare in aula la tesi del centrodestra Giorgio Stracquadanio, deputato Pdl e pasdaran berlusconiano, richiamato da Rosy Bindi dalla presidenza. Non solo sostiene che che le sanzioni punitive contro chi reca violenza, anche verbale, verso omosessuali, transessuali o disabili potrebbero discriminare le vittime eterosessuali, ma Stacquadanio ha paragonato l’aggressione subita da Paola Concia e dalla sua compagna tedesca alla «violenza» che avrebbero subito le Olgettine e le donne di destra, ripetendo più volte la parola «puttane»: «Guardano le donne che lavorano con noi e dicono loro: puttane, quanto vi danno per stare qui a prendere questi voti? Puttane, cosa avete fatto per stare con il partito del puttaniere».

E ancora: «È la stessa violenza che colpisce le nostre donne oggi in campagna elettorale, che vengono costantemente additate come puttane e che sono state additate come puttane da manifestazioni intere in questo Paese, che hanno additato come puttane…», ha declamato il deputato pidiellino, richiamato dalla vicepresidente della Camera, Rosy Bindi: «Onorevole, abbiamo capito la parola, può anche usarla una volta in meno».

Nel suo sproloquio, Straquadanio sembrava compiacersi nel sostenere che «se io dico “lesbica di merda”» non sarebbe più grave che dire a qualcuno «brutto ciccione obeso e puzzolente». Siamo al paradosso anche rispetto ai toni più pacati usati dal relatore del Pdl, Enrico Costa, che si dice contrario a una «legge manifesto» ma cerca la condivisione sul testo anche da parte di Paola Concia, che si è dimessa la settimana scorsa da relatrice: arrivare a un testo condiviso sarebbe facile, ha affermato la deputata Pd, ma «l’impressione è di trovarsi davanti a un muro di gomma.

Non posso nascondervi la mia indignazione» perché «parliamo di vita e di incolumità di migliaia di cittadini che hanno il diritto a essere salvaguardati dalla discriminazione».

da unita.it