attualità, politica italiana

"Fango sul Paese", di Ezio Mauro

C´è un primo ministro, nel vertice del G8 a Deauville, che utilizza il palcoscenico internazionale per danneggiare il suo Paese, vilipenderlo con i leader delle grandi democrazie mondiali, e presentarlo come uno Stato che è fuori dalle regole dell´Occidente, anzi in pericolo di dittatura.
Quel premier ha evidentemente perso la testa. Sommerso dall´affanno per il suo destino, guidato dal sentimento dell´avventurista che si gioca ogni volta l´intera posta perché vive d´azzardo e colpi di mano, ha perduto anche il senso delle proporzioni, oltre che il comune buonsenso, di cui si vantava d´essere campione. Così abbiamo dovuto assistere alla scena penosa di un presidente del Consiglio vistosamente fuori posto e fuori luogo nel vertice dei Grandi (che chiede a Gheddafi di cessare le violenze sul suo popolo), prigioniero com´è della sua ossessione privata trasformata da anni in questione di Stato: e da ieri purtroppo anche in questione internazionale. Nell´imbarazzo di Merkel e Sarkozy, abbiamo visto quel leader di un Paese europeo correre da Barack Obama, per investirlo inopinatamente con il tema della sua presunta «riforma della giustizia», assicurando che «per noi è fondamentale», quasi a chiedere aiuto al Presidente degli Stati Uniti, per poi lanciargli l´allarme finale disperato: «In Italia in questo momento esiste quasi una dittatura dei giudici di sinistra». Obama nella solennità di Westminster aveva appena rilanciato il concetto di Occidente, invitando Europa e America a ridare a quel concetto dignità politica. Quel Premier che come Capo del potere esecutivo attacca il potere giudiziario e definisce dittatura la nostra democrazia istituzionale dimostra di non sapere nemmeno cos´è l´Occidente. Va fermato con il voto, nell´interesse di tutto il Paese.

La Repubblica 27.05.11

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“L´Anm: sta denigrando il Paese Bersani: ci umilia all´estero”, di Liana Milella

Bocchino: comportamento anti-istituzionale L´Udc: l´ennesimo scivolone. È solo un caso. Ma Berlusconi si avvicina ad Obama giusto mentre in Cassazione Napolitano apre il convegno del procuratore generale Vitaliano Esposito sulla rete europea dei pg. Dove c´è il gotha della magistratura. Dove c´è pure il Guardasigilli Angelino Alfano. Il quale, all´opposto del suo capo, dei pm dice: «Sono la barriera contro ogni forma di abuso». Lì irrompe la frase del Cavaliere. E lì, con vigore, piglia le distanze il presidente dell´Anm Luca Palamara: «È molto grave che ciò sia accaduto all´estero e che una fondamentale istituzione dello Stato venga denigrata agli occhi di uno dei più potenti capi di Stato al mondo». Scuote il capo Michele Vietti, il vice presidente del Csm, che solo oggi, quando il seminario si sposta a palazzo dei Marescialli, piglierà le distanze da Berlusconi.
Politicamente indifendibile, il capo del governo. Delle toghe aveva già parlato male mesi fa con una Merkel esterrefatta. Ora con Obama. L´opposizione ha gioco facile nel criticarlo. Disgustato il Pd. Pierluigi Bersani: «Perdiamo peso nel mondo. È un´umiliazione che ci dobbiamo togliere il prima possibile». Anna Finocchiaro: «Non meritiamo un premier in preda a un delirio ossessivo». Il leader di Sel Nichi Vendola: «Il premier infastidisce Obama con le sue ossessioni, giudici e sinistra».
Scatenato il Terzo polo. L´Udc. Pier Ferdinando Casini: «O si piange o si ride. Forse oggi meglio sorridere. Stiamo perdendo il senso delle dimensioni». Lorenzo Cesa: «L´ennesimo scivolone, l´ennesima brutta figura per l´Italia». Poi Fli. Italo Bocchino: «Un comportamento anti-istituzionale in una sede importante come il G8». Nino Lo Presti: «Come un poveretto, chiede comprensione a Obama. Meglio che non sia la politica, ma la famiglia a intervenire». Carmelo Briguglio: «Ci vergogniamo di lui». L´Api. Francesco Rutelli: «Obama non avrà apprezzato».
Stanno tutti coi magistrati. Ovviamente Antonio Di Pietro: «Mi auguro che Obama gli abbia spiegato come si comportano negli Usa. Strauss-Khan, sbattuto in carcere per un rapporto sessuale non consenziente, mentre il caso Ruby è finito in Parlamento». Tiepidi i berluscones. Gaetano Quagliariello: «Accusato in mondo visione da Spatuzza il premier avrà pur diritto di difendersi». Maurizio Lupi: «La sinistra faccia il mea culpa dopo aver montato ad arte il caso Ruby». Molti di quelli del Pdl che dichiarano sempre, stavolta stanno zitti.

La Repubblica 27.05.11