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"I candidati vilipesi scaricano il Cavaliere", di Mariantonietta Colimberti

La disperazione ha portato ieri gli aspiranti sindaci della destra a rinnegare il loro partito. Sarebbe stato impensabile fino a qualche mese fa e invece sta accadendo. Sia Letizia Moratti sia Gianni Lettieri, alla vigilia dei ballottaggi, accentuano la tendenza allo “smarcamento” da Silvio Berlusconi e dai toni con cui ha condotto tutta la campagna elettorale. Ma forse ormai è troppo tardi per tutto.
È apparsa in grande difficoltà ieri il sindaco di Milano nel mancato faccia a faccia di Sky risoltosi in un’intervista del direttore Emilio Carelli. Dimessa e anche noiosa, la Moratti più che rassicurante è apparsa depressa.
Tra lei e la sedia vuota di Giuliano Pisapia – rifiutatosi di partecipare a causa delle mancate scuse personali sul colpo basso del primo confronto – si potrebbe dire che ha vinto la seconda. Il sindaco esprime dispiacere «per le modalità, perché era finito il tempo», ma poi, alla videochat del Corriere annuncia di aver inviato al suo avversario un messaggio privato. Ma l’ammissione più forte è quella che riguarda Berlusconi: alla domanda se le immagini del premier comiziante davanti al tribunale di Milano possano averla danneggiata, la Moratti dismette la diplomazia a tutti i costi e risponde che «è stata danneggiata la possibilità di parlare dei programmi e delle cose concrete che interessano i milanesi».
Come dire che insomma, sì, la decisione del Cavaliere di concentrare l’attenzione su se stesso non è stata la migliore delle idee, anzi. Nell’insieme, un atteggiamento difensivo tutto rivolto al passato, lo sforzo di credere e far credere di non sentirsi abbandonata dalla Lega, il rifiuto di chiarire fin d’ora chi vorrebbe al suo fianco se fosse eletta, neanche l’annuncio della percentuale femminile da chiamare al governo della città. Grigiore su tutta la linea, insomma.
Come se la convinzione che Milano, anche quella borghese delle sciura e dei professionisti, è decisa a voltare pagina, avesse contagiato anche lei. In proposito, l’intervista di Cesare Romiti a Repubblica di ieri deve essere stato l’ultimo brutto colpo in ordine di tempo.
Meno depresso della Moratti, almeno all’apparenza, è Gianni Lettieri, che in effetti sulla carta parte da un 43 per cento contro il 23,5 per cento di Luigi De Magistris e che tenta di accaparrarsi almeno parte del voto d’opinione moderato.
Dal primo, disastroso confronto pubblico con Morcone e Pasquino (in quell’occasione l’ex pm disertò), il candidato del Pdl ha imparato ad essere più sicuro di sé, ma l’ipoteca del Pdl di Cosentino continua a schiacciarlo senza pietà, quanto più lui cerca di “smarcarsi”.
Dopo la defenestrazione dello spin doctor Claudio Velardi per mano di Fulvio Martusciello (ma i maligni sostengono che è stato lo stesso ex consigliere di D’Alema a farsi mettere fuori gioco per non “firmare” una sconfitta), Lettieri si è messo a fare l’equilibrista tra i detentori dei voti di destra a Napoli e la necessità di non farsi comprimere su quell’ala impresentabile.
È accaduto così che, in un confronto organizzato da Repubblica Tv, Lettieri abbia definito l’appoggio di Berlusconi e del Pdl «una risorsa» per l’elettorato di centrodestra, ma «sicuramente un peso per l’elettorato moderato e riformista a cui io mi sto rivolgendo». Peccato per lui che l’elettorato moderato, almeno quello che al primo turno ha scelto Raimondo Pasquino, sembra orientato a scegliere De Magistris seguendo le inclinazioni del rettore di Salerno.
Per il round finale, Lettieri ha rifiutato il ring di Annozero, ha convocato per stasera in piazza Plebiscito Gigi D’Alessio, che ieri ha annullato all’improvviso la performance prevista per la Moratti. Pare che per la chiusura Berlusconi sia deciso a piombare in città. Lettieri starà facendo gesti scaramantici.

da Europa Quotidiano 27.05.11