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"«Ultimi in Europa» I ragazzi bocciano il governo anche sull’Università", di S.C.

«Cerchiamo 110 giovani che frequentano l’Università…». Tutto è nato da un messaggio messo sul sito web del Pd dal responsabile Università e ricerca del partito Marco Meloni. Quelli selezionati si sono ritrovati ieri a Roma,per discutere di quel che vedono e vivono in prima persona. Qualcuno ha anche difeso la legge Gelmini, ma la stragrande maggioranza dei ragazzi e ragazze intervenuti ha raccontato le proprie esperienze per evidenziare i difetti e le ingiustizie di questa riforma. E non solo, visto chel’intero impianto del governo per quel che riguarda gli investimenti pubblici per l’istruzione e il diritto allo studio è stato ampiamente criticato. E a ragione, a giudicare da una serie di ricerche effettuate dal dipartimento Università del Pd prendendo come fonti l’Ocse, l’Eurostat, l’Istat. Gli slogan scelti dal Pd per questa iniziativa, fortemente voluta dal vicesegretario Enrico Letta, erano «la nuova Italia nasce all’Università» e «cambiare l’aria per non cambiare aria». Un riferimento ai cervelli in fuga.
Ma dalle ricerche mostrate ieri è evidente che resistere alla tentazione di espatriare non è semplice. L’Italia con il suo 0,8% del Pil per investimenti pubblici per l’Università è nettamente al di sotto della media Ocse (1,2%), Ue (1,3%) e dietro i principali paesi europei. Anche per quanto riguarda i dati sul diritto allo studio ne usciamo male: abbiamo 1,8 milioni di universitari, contro i 2,2 di Francia e i 2 di Germania, e abbiamo 151 mila beneficiari di borse di studio, contro i 525 mila di Francia e 510 mila di Germania. Un quadro tutt’altro che rassicurante, e che spiega anche come mai da un sondaggio curato da Termometro politico emerga che i giovani under 35 sono molto più conservatori di quanto si potrebbe pensare: l’87% potendo scegliere preferirebbe un lavoro fisso ma con stipendio più basso. Oltre a Letta non è voluto mancare all’appuntamento Pier Luigi Bersani, che ha risposto con una battuta a chi gli ha chiesto dell’annunciata riforma del Fisco entro l’estate da parte di Berlusconi: «Sì, è il famoso “fisco per l’estate”…». E poi ha voluto solo rispondere alle domande dei ragazzi.
Che hanno parlato di temi molto concreti. Il leader Pd ha insistito sulla necessità di una «nuova fase», in cui a governare sarà chi ha già dimostrato di saperlo fare. «L’ultimo sforzo collettivo del paese è stato per l’Euro. E meno male che ci siamo entrati altrimenti saremmo in mezzo al Mediterraneo con in tasca la carta straccia. Ora occorre un nuovo grande sforzo collettivo per dare prospettive alla nuova generazione».

L’Unità 10.06.11

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