attualità, politica italiana

L'appello di Napolitano alle forze politiche: no alla paura di lavorare uniti

«Non bisogna temere, qualche volta ho l’impressione che ci sia in Italia chi teme, che non ci si divida abbastanza politicamente. Stiamo tranquilli: non saremo mai tutti d’accordo. I motivi, anche di competizione, diciamo di giusta divisione, non spariranno». Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, oggi in visita a Verona, esorta così a ricordare che «l’essenziale è che la divisione non ci impedisca di operare insieme per costruire insieme e di fare dell’Italia una protagonista anche del secolo così difficile che si è aperto».

Il monito del Colle: i 50 anni dell’Unità occasione di risveglio
Dopo aver salutato i tanti bambini e ragazzi che lo applaudivano al termine dello spettacolo all’Arsenale di Verona, il presidente della Repubblica nel suo breve intervento ha quindi sottolineato che «questo 150° per l’Unità d’Italia è stata una grande occasione di risveglio e partecipazione dal basso. Si sono moltiplicate le iniziative a livello locale e ciò significa che c’è qualcosa che ci unisce dal profondo, una unità, pur tra le diversità. La diversità di idee è necessaria ma si deve appunto coniugare con le diversità. La parola unitá infatti deve essere declinata con altre: autonomia, pluralità, diversità, sussidiarietà».

La scommessa: costruire uno Stato nuovo che riconosca le autonomie
Quindi il rinvio alla Carta. «Ho detto tante volte, e mi piace ripeterlo qui – ha continuato Napolitano – che c’è un solo articolo della Costituzione, l’articolo 5 in cui è scritto che la Repubblica è una e indivisibile. Ma è lo stesso articolo che riconosce e promuove le autonomie. Questa è la grande scommessa, questo è lo Stato nuovo che vogliamo costruire e abbiamo iniziato a costruire con la Costituzione del 1947». Quindi prima di lasciare il cortile dell’ex arsenale alla domanda di un cronista se questa unità e questa grande partecipazione dal basso sia per davvero sentita dai piani alti della politica, il presidente della Repubblica ha risposto: «C’è sempre qualcuno che può ascoltare, speriamo che ascolti».

Nel pomeriggio l’incontro con i familiari del caporale ucciso a Kabul
Nel pomeriggio il presidente della Repubblica dovrebbe incontrare in prefettura una delegazione di imprenditori e successivamente i familiari di Matteo Miotto, il caporal maggiore degli alpini ucciso lo scorso 31 dicembre in Afghanistan, prima dell’appuntamento in Arena per la “Traviata” di Giuseppe Verdi. Tra gli ospiti oltre al sindaco Flavio Tosi, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che lo hanno accolto stamane al suo arrivo all’Arsenale, saranno presenti i ministri dell’Interno Roberto Maroni, dei Beni culturali Giancarlo Galan e della Salute Ferruccio Fazio. (Ce. Do.)

IL PUNTO / Da Pontida a Roma tanti interrogativi, poche certezze (di Stefano Folli)

da www.ilsole24ore.it