attualità, lavoro, politica italiana

"Più lavoro meno precari, ecco la «rivoluzione gentile» del Pd" di Maria Zegarelli

Il manifesto del Pd per il lavoro. Sei punti per rimettere in moto l’occupazione partendo dai ragazzi Intervista a Marini: «Dobbiamo difendere il contratto nazionale». 500 delegati da tutta Italia alla Fiera di Genova. Tanti giovani, tanta Cgil, tanta voglia di sinistra. Fassina illustra lo studio di sintesi. Le parole d’ordine: meno precarietà, più stabilità e sicurezza Il lavoro al centro della politica. I giovani, le donne, i precari al centro della proposta del Pd. Parte da Genova, l’offensiva dei democratici determinati a parlare con gli elettori del referendum e delle amministrative.
Il lavoro al centro della politica. I giovani, le donne, i precari al centro della proposta del Pd. Parte da qui, da Genova, l’offensiva dei democratici determinati a parlare con quel Paese che con le amministrative prima e i referendum poi ha mandato un messaggio inequivocabile: cambiamento e nuove politiche. Mentre Berlusconi e Bossi si perdono dietro ad un braccio di ferro che rischia di spezzare le ossa a entrambi il Pd annuncia il suo piano nazionale per il lavoro, ma incalza anche su una specifica iniziativa europea che sia centrata su occupazione, ambiente e innovazione. Stefano Fassina, padrone di casa di questa due giorni ligure, su «Persone, lavoro democrazia» che vede 500 delegati da tutta Italia alla Fiera di Genova, tanti giovani, tanta Cgil, tanta voglia di «sinistra» e di proposte concreteillustra il lavoro di sintesi di mesi e mesi di incontri sul territorio e nel partito. In sala il ghota del partito: da Pier Luigi Bersani a Massimo D’Alema, Franco Marini, Cesare Damiano, Pietro Ichino, Ivan Scalfarotto, i segretari di Uil e Cisl, Angeletti e Bonanni, Camusso in collegamento video e applauditissima, rappresentanti di Confindustria, Fiom, organizzazioni e associazioni. Da dove passa la rivoluzione gentile? Dal contratto di apprendistato come canale principale per l’accesso al lavoro stabile; da costi più alti per il lavoro precario e più agevolazioni per quello stabile; dal sostegno alle pensioni dei lavoratori più giovani e meno tutelati e drastica riduzione delle forme contrattuali, ma soprattutto dagli incentivi all’occupazione femminile e conciliazione tra lavoro e maternità.
E poi ancora defiscalizzazione per i primi tre anni elle nuove imprese avviate da giovani; salario minimo di ingresso: stage limitati a sei mesi e retribuiti; riforma degli ammortizzatori sociali; universalizzazione dell’indennità di maternità; introduzione dello Statuto dei lavoratori autonomi e professionisti. Non si tocca, infine, il contratto nazionale, si riforma, «ma resta uno strumento irrinunciabile». Dibattito acceso. Questa la sfida: «Ridefinire il ruolo del lavoro per affermare un neo umanesimo integrale, una sfida ambiziosa in un tornante storico difficile». Che si può vincere con l’innovazione e una nuova «etica» che investe politiche e le scelte sul futuro, riguarda direttamente l’Europa e i partiti progressisti che vi siedono. A questi si appella D’Alema, che dice «c’è più socialismo nelle politiche di Obama che in quello che è riuscito a fare la vecchia Europa». D’Alema ne è convinto: presto «ci troveremo alle prese con il governo del Paese, sarà una grande festa la sera ce avverrà ma già dalla mattina seguente sarà una grande impresa». E allora molto dipenderà dal quadro europeo: la linea rosso-verde della Germania; l’alternativa socialista a Sarkozy in Francia e il pd in Italia potrebbero nei prossimi anni essere il vero puntodi svolta. «Lo dico a Pierluigi: se le forze che si candidano al governo andassero alle elezioni con alcuni punti forti sulla politica europea», dalla riduzione del debito, alla tassazione finanziaria, allora davvero potrebbe esserci lo scatto in avanti. Critico il giuslavorista Pietro Ichino: «Estendere a tutti i contratti a tempo indeterminato e le tutele essenziali, ma far sì che nessuno sia inamovibile, perché il diritto del lavoro non può più garantire l’inamovibilità. Allo stesso modo occorre garantire la continuità del reddito e di contribuzione, garantire la continuità del reddito e di contribuzione previdenziale a chi perde il posto di lavoro, investendo sulla sua formazione e la professionalità». Ichino risponde a chi legge come una divisione il suo documento «alternativo»: «L’unità del Pd non nasca dal pensiero unico ma da una grande pluralità d’idee, contributi e punti di partenza». Da Roma plaude al contributo del giuslavorista, Walter Veltroni che definisce l’iniziativa di Genova «una scelta di grande significato politico». Avverte Cesare Damiano: «No al pensiero unico. Discutere fino all’ultimo momento, ma quando il segretario ha concluso e si è votato a maggioranza un documento finale, no alle interviste del giorno dopo su posizioni contrarie».

l’Unità 18.06.11

******

Ecco il manifesto democratico Tutto in sei punti

I punti principali delle proposte del Pd
1. L’Europa per l’occupazione dei giovani. Il Pd considera importante che il tema del lavoro, in particolare giovanile e femminile, sia al centro di una specifica iniziativa dell’Ue costruita intorno ad investimenti per l’occupazione, l’ambiente e l’innovazione, alimentata dalle risorse raccolte attraverso l’emissione di eurobonds, l’introduzione di specifici strumenti fiscali a livello europeo, tra i quali la financial transaction tax.
2. La politica italiana per il lavoro, i giovani e le donne a parità di mezzi finanziari. Un piano nazionale per l’occupazione giovanile e femminile. Il Pd ritiene indispensabile il coordinamento delle iniziative nazionali, regionali e locali per realizzare una politica nazionale efficace destinata ad agevolare l’occupazione e in particolare l’occupazione giovanile e femminile. Tra le iniziative specifiche che il Pd ritiene opportuno realizzare vi sono: il contratto di apprendistato come canale prioritario di accesso al lavoro stabile, accompagnato anche da incentivi alla stabilizzazione; il venir meno dei vantaggi di costo del lavoro precario: a parità di costi per l’impresa, un’ora di lavoro precario deve costare di più e un’ora di lavoro stabile deve costare di meno. Sostegno alle pensioni dei lavoratori più giovani e meno tutelati e drastica riduzione delle forme contrattuali
3. Il modello contrattuale. Il modello centrato sul contratto nazionale di lavoro va riformato, ma il contratto nazionale resta uno strumento irrinunciabile.
4. La rappresentatività sindacale. Rappresentanza e rappresentatività sindacale, democrazia nei luoghi di lavoro e pieno coinvolgimento dei lavoratori alla validazione dei contratti nazionali e di secondo livello.
5. Il diritto di informazione e partecipazione dei lavoratori alle scelte strategiche delle imprese. Il Pd ha presentato proposte di legge per il pieno riconoscimento dei diritti d’informazione e consultazione dei lavoratori, l’istituzione di comitati consultivi permanenti, la promozione del sistema dualistico di governance aziendale.
6.Una riforma fiscale a favore del lavoro e dell’impresa, dei giovani e delle donne. Il Pd propone, ad invarianza di gettito complessivo, di ridurre le imposte sul reddito da lavoro e d’impresa e recuperare risorse dal contrasto effettivo dell’ evasione e dall’innalzamento a livello medio europeo delle tasse sulla rendita.

L’Unità 18.06.11

******

Cisl e Uil ultimatum al governo:«O riforma fiscale o se ne vada»
Angeletti: «Se non riduce pressione fiscale se ne può andare». Bonanni: «Basta litigi»

Non va per il sottile Luigi Angeletti: «Il governo deve fare una riforma fiscale per ridurre le tasse sul lavoro e pensioni. Se non la fa se ne può andare». Il segretario della Uil, Luigi Angeletti, lancia l’ultimatum all’esecutivo parlando alla manifestazione sul fisco di Cisl e Uil in corso a Piazza del Popolo. Un invito all’unità arriva da Raffaele Bonanni: sul fisco, sostiene il segretario generale della Cisl «non è più tempo di litigi, bisogna mettersi tutti insieme per la riforma». Ancora Piazza del Popolo. Ancora per chiedere la riforma fiscale. E’ la manifestazione nazionale organizzata da Cisl e Uil sul fisco dal titolo «Subito la riforma fiscale, legge quadro per la non autosufficienza, lavoro e crescita». In piazza le due organizzazioni sindacali si aspettano l’arrivo di circa 60 mila persone tra lavoratori, immigrati, giovani, donne, pensionati provenienti da tutta Italia. Tra bandiere, palloncini e piccoli dirigibili con gli slogan della protesta (come «Evasione, mo’ basta»), sono cominciati gli interventi dal palco e gli ultimi a parlare saranno i segretari generali Luigi Angeletti (Uil) e Raffaele Bonanni (Cisl). «È un ultimatum al governo», ha detto Bonanni prima dell’inizio della manifestazione. «Non si azzardassero – ha sottolineato Bonanni – a portare alcuna manovra senza un fortissimo ridimensionamento della spesa pubblica inefficiente e improduttiva, senza toccare però la spesa sociale». Bisogna abbassare le tasse ai lavoratori ed è arrivato il momento di dire «basta perdite di tempo, basta litigi».

TRENI E PULLMAN – Sono giunti da tutta Italia con treni e pullman per chiedere la riforma fiscale. Piazza del Popolo a Roma si è riempita di uomini, donne, lavoratori e pensionati di tutte le regioni italiane convocati dai due sindacati Cisl e Uil. «Sono venuto a Roma – ha detto un pensionato di Modugno (Bari) – perchè credo che questa nazione possa cambiare». «Sono un pensionato – ha detto un altro manifestante che viene da Cagliari – ma sono sceso in piazza per garantire il futuro dei giovani». Tra i tanti striscioni esposti nella piazza ce n’è uno in cui si legge «Vergogna ministri, senatori onorevoli, abbassatevi gli stipendi».

«ULTIMO AVVISO» – «Domani lanceremo l’ultimo avviso ai naviganti. La riforma del fisco si deve fare» aveva annunciato venerdì il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, arrivando a Genova alla conferenza nazionale del lavoro del Pd in vista della manifestazione della Cisl di sabato. «Vediamo quale riforma il governo ha bocciato, ma da parte nostra siamo fermi anche se conveniamo che il taglio delle tasse non debba essere fatto in deficit» dice Bonanni, secondo il quale molte risorse possono essere trovate recuperando evasione fiscale e contributiva dal lavoro nero, tassando le rendite finanziarie, fatta eccezione per i titoli di Stato, e rivedendo tutte le agevolazioni e le detrazione che non vanno incontro ai ceti meno abbienti. Soprattutto, per Bonanni «il taglio di un punto sull’iva si può fare se indirizzato verso le aliquote più alte che sono, oltretutto, quelle che riguardano i beni di acquisto non italiani».

LE RICHIESTE – «La Uilm sarà in forze sabato in piazza del Popolo alla manifestazione promossa da Uil e Cisl, come lo è stato nella prima decade di ottobre del 2010, per chiedere: la riforma del sistema fiscale; la riduzione degli sprechi pubblici e i costi della politica; una legge quadro per la non autosufficienza; misure più efficaci a favore di lavoro e sviluppo», annunciava ‘editoriale di ‘Fabbrica società, il giornale dei metalmeccanici della Uil on line dal 17 giugno.

Il Corriere della Sera 18.06.11