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I ministeri restano a Roma, passa l’Odg del Pd

Zoggia: “A Pontida Leoni, a Roma pecoroni”. Franceschini: “Finisca questa buffonata della Lega che a Pontida ruggisce e a Roma accetta ogni pasticcio”. “Ma come si è ridotta la Lega? I Ministeri vanno diminuiti, non trasferiti. E vanno trasferiti i poteri, non le poltrone dove siedono i ministri leghisti!”. Sembra semplice buonsenso la dichiarazione del senatore del Pd Paolo Giaretta, intervenuto a Palazzo Madama a seguito dell’informativa del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Ma è la constatazione di come i leghisti dietro il fumo della propaganda buona a riempire il pratone di Pontida non hanno più idee. E neanche le sparate sui ministeri fanno più presa sulla maggioranza tanto che il governo dà parere favorevole agli ordini del giorno delle opposizioni.Durante la dichiarazione di voto a Montecitorio Pier Paolo Baretta ha chiesto le dimissioni del premier, visto che il governo “ha esaurito la sua spinta, siete stanchi, lasciate che la buona Italia che tanto infastidisce i suoi ministri possa tornare a esprimersi. C’è un vuoto, andate a casa”

L’aula della Camera ha approvato l’ordine del giorno del Pd al decreto sviluppo contro la delocalizzazione dei ministeri da Roma. Prima della votazione, la presidente di turno dell’assemblea Rosy Bindi aveva sottolineato che, “se fosse stato approvato l’odg del Pd, sarebbero stati assorbiti quelli di Idv e Terzo Polo, analoghi, e precluso quello della maggioranza di Pdl, Lega”.

Il testo è passato con 311 sì, 180 astenuti e 6 no. Il PdL si è astenuto. I deputati della Lega non hanno partecipato alla votazione. Ciò è stato possibile in quanto, malgrado il parere favorevole del governo, il capogruppo del Pd Dario Franceschini aveva chiesto nell’Aula della Camera la votazione sul suo ordine del giorno al dl Sviluppo sullo spostamento dei ministeri da Roma. “Così vediamo se finisce questa buffonata della Lega che a Pontida ruggisce e a Roma accetta ogni pasticcio”, aveva dichiarato.

“I ministeri al nord interessano poco ai cittadini settentrionali”, aggiunge in una nota il deputato del Pd, Giorgio Merlo.
“Lo dico da padano prima che da democratico:quello che veramente interessa è il funzionamento della macchina pubblica, sia quando si parla di rappresentanze dello Stato, della Regione, della Provincia o dei Comuni. Per non parlare di tribunali, asl e quant’altro. Dopodichè potremmo parlare di capitale reticolare e di ministeri al nord. Un partito come la Lega, di governo a Roma e di lotta sul territorio – ha aggiunto – dovrebbe prestare maggiore attenzione al funzionamento della macchina pubblica lasciando la propaganda ai grillini e ai partiti antisistema”.
“I ministri della Lega domenica a Pontida hanno fatto i leoni e oggi, appena arrivati in Parlamento, si sono trasformati in pecoroni – ha dichiarato Davide Zoggia, Responsabile Enti locali del Pd – In 48 ore, come era logico attendersi, la Lega ha dimostrato di essere una tigre di carta, interessata solo alle poltrone che gli garantisce Berlusconi. Di questo passo a Pontida troveremo più gente sul palco che sul pratone. Buona fortuna”.
“Ci hanno fatto perdere un sacco di tempo”, ha detto il Presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti.
“Speriamo che l’incubo sia finito così come questo modo di procedere, che ci distrae dai veri problemi italiani. Vigileremo perchè ho i miei dubbi che sia finito. Questa è una maggioranza che dimostra di essere unita e di compattarsi per un solo motivo: il terrore delle elezioni, ma poi non c’è traccia di un condiviso disegno di governo per l’Italia”, ha concluso Zingaretti.

“Lo spettacolo di questo pomeriggio è stato quanto di piú umiliante per la Lega”. A dichiararlo è stato Massimo D’Alema, commentando il voto alla Camera degli ordini del giorno sul trasferimento di ministeri.
“Se io fossi un militante della Lega, sarei sconcertato a vedere un parlamento che vota per dire che mai e poi mai si sposteranno ministeri e addirittura un ordine del giorno in cui si dice chiaramente che sono respinte le pretese della Lega”, ha sottolineato conversando con i cronisti a Montecitorio.

Non solo. “La maggioranza, dopo avere discusso tutta una notte, non ha nemmeno il coraggio di mettere al voto il suo documento”, ha sottolineato il presidente del Copasir. Dunque, per D’Alema i 317 voti a favore del governo nella fiducia di oggi “sono numeri fittizi”. Una cosa, ha sottolineato, “è la fiducia che vuol dire ‘vogliamo stare qua’, un’altra sono i provvedimenti da votare”.
“Siamo al galleggiamento”, ha concluso, “sono barricati nel palazzo, bisogna veder quanto reggeranno”.

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