attualità, politica italiana

Di Pietro a sorpresa: "la minoranza non è solo di sinistra", di Fabio Martini

L’incipit di Tonino è una sviolinata che incuriosisce anche Berlusconi. Il premier alza gli occhi dalle sue carte e sogguarda Di Pietro, che esordisce così: «Signor Presidente del Consiglio, innanzitutto la ringrazio per ascoltare questa volta anche la voce dell`opposizione», «ho seguito con attenzione il suo intervento, lei ha tracciato alcune fotografie che sono un dato di fatto…». Proprio così: alle sei della sera del 22 giugno 2011, in piena aula di Montecitorio, il lapidario Antonio Di Pietro sembra essersi trasformato in monsignor della Casa, con espressioni da galateo: la ringrazio, l`ho ascoltata con attenzione. Quello che sta parlando nel dibattito sulla verifica di governo è lo stesso Di Pietro che non molto tempo fa aveva etichettato Berlusconi come una reincarnazione di «Hitler». Per qualche minuto i deputati di tutti i gruppi, si chiedono dove diavolo stia andando a parare Di Pietro. Tanto più che, qualche minuto prima, avevano tutti assistito ad una scenetta spiazzante: nell`emiciclo Berlusconi si era avvicinato all`ex pm e i due eterni duellanti avevano parlottato assieme per un po’.

Ma ora che Tonino sta parlando, si capisce che quell`incipit così gentile con Berlusconi, ma anche così «scandaloso», è un modo per richiamare l`attenzione sulla clamorosa svolta politica che Di Pietro ha preparato nei giorni scorsi con i suoi e che ora sta per annunciare in aula: «Non ci sto più a sentir dire che noi tutti siamo l`opposizione di sinistra! L`opposizione a questo governo è fatta non solo dalla sinistra», ma da forze politiche che devono mettere assieme la solidarietà della sinistra» e «la legalità della destra». Primo messaggio, il più importante: l`Italia dei Valori si stacca l`etichetta sinistrorsa degli ultimi tre anni, allontana la propria immagine da quella di Grillo e di Vendola e si candida a diventare l`ala legalitaria ma moderata del centrosinistra, in concorrenza – non ancora dichiarata ma imminente – con l`Udc di Casini e con il potenziale elettorato del Fli di Fini. Ma non è finita qui. Dice ancora Di Pietro: «Quale è il programma del centrosinistra? Quale la nostra coalizione? Come si sceglierà il premier? Devo dirlo pubblicamente: non lo so! Perché non ho avuto ancora una riunione con gli altri leader dell`opposizione».

E poi, rivolto in modo irrituale a Pier Luigi Bersani, seduto sugli scranni del Pd: «Amico Luigi, comincia tu, perché a te spetta l`onore di convocarci». Insomma, caro Pd, vogliamo costruirla finalmente una coalizione alternativa? Un leader che però non sia Vendola, al quale Di Pietro allude quando esorcizza «un oscuro premier che magari parla bene, affabula ma poi in concreto non si sa abbia in capo la libera concorrenza…». Svolta brusca, annunciata in modo ruvido, quella di Tonino. Come dice Arturo Parisi, uno che lo conosce bene: «Lui è uno che quando ti fa un regalo, te lo tira.. E se deve fare una svolta moderata, la urla…». Una svolta talmente brusca da spiazzare gli indignati di sinistra che si fanno sentire subito.

Sul blog dell`Idv arrivano proteste:

«Caro Tonino stavolta hai toppato!». Spiazza soprattutto quella chiacchierata con Berlusconi: «Proprio tu ci hai insegnato a non parlarci». E naturalmente la cultura del sospetto, alimentata per anni da un partito come l`Idv, produce un effetto boomerang.
Anche perché gira voce, poi smentita, che Berlusconi abbia mandato un bigliettino di complimenti a Di Pietro. Un cambio di passo così bruciante da spiazzare tutti. Il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto in aula vellica l`ex pm: «Bersani, Di Pietro vi ha dato una lezione di strategia!». E quando la seduta in aula si chiude, nel Transatlantico di Montecitorio si accendono le interpretazioni. Un deputato dell`Udc, che nel passato ha avuto a che fare col Di Pietro pm, non trovando spiegazioni plausibili, scherzosamente evoca «chissà quali carte ha in mano al Cavaliere!».
Ma è soltanto una battuta. Tanto più che la svolta non è un fulmine a ciel sereno. Con la scomparsa della sinistra radicale dal Parlamento del 2008, l`Idv ne aveva occupato lo spazio, diventando un partito di estrema sinistra. Ma l`emersione elettorale di Vendola e di Grillo ha spiazzato l`Idv che ora si cerca lo spazio altrove, valorizzando una intuizione già emersa nel passato, come spiega Felice Belisario, presidente dei senatori Idv: «Due anni fa alla festa di Vasto parlammo di passare dalla protesta alla proposta e al nostro congresso abbiamo detto che bisognava preparare un`alternativa di governo. Ora che Berlusconi è avviato alla fine della sua esperienza, dobbiamo pensare al, dopo. Proponendoci una missione che gli altri trascurano: intercettare gli elettori di centrodestra delusi».

La Stampa 23.06.11

******

“Il nuovo Di Pietro adesso piace più a Berlusconi che a Bersani”, di Stefano Folli –

Se n’erano accorti quasi tutti: da tempo Antonio Di Pietro aveva corretto e aggiornato la sua linea politica. Del resto l’ex magistrato è piuttosto rapido di riflessi. Ha dimostrato di esserlo anche in questa occasione, quando ha colto i due fenomeni in atto: da un lato il lento, ma inevitabile declino di Berlusconi; dall’altro l’ascesa dei movimenti iper-giustizialisti legati a Beppe Grillo, cui si accompagna la crescita impetuosa della sinistra di Vendola.

Di Pietro ha compreso che non ha senso restare immobili in un mondo che cambia. Anche perché l’Italia dei Valori non ha motivo d’essere soddisfatta dei risultati delle amministrative. De Magistris, è vero, ha vinto a Napoli: ma non è un amico del leader. Altrove il treno dipietresco arranca, segno che soffre i nuovi concorrenti. Eppure l’uomo di Tangentopoli si è preso una rivincita straordinaria con i risultati del referendum, perché senza dubbio è lui l’autentico ideatore e paladino dei quesiti. Preparati e messi in campo quando nessuno credeva al successo finale. Poi, certo, è arrivato il disastro in Giappone…
articoli correlati

Berlusconi: dopo la fiducia di ieri maggioranza è forte. Bossi: il discorso? Bello a parole, aspettiamo i fatti
Berlusconi usa la verifica per garantirsi un’estate più tranquilla
Berlusconi: una follia la crisi al buio. Ma Bossi lo gela: niente è scontato

Vedi tutti »

Sta di fatto che ieri Di Pietro è riuscito a prendersi i riflettori di Montecitorio con una mossa di notevole astuzia. Nelle ore in cui i capi del centrosinistra snocciolavano la consueta geremiade sulle colpe di Berlusconi, lui ha attaccato l’assenza di una proposta alternativa da parte del centrosinistra. Da notare che da due giorni il premier batte, pour cause, sullo stesso tasto: l’opposizione non riesce a essere coerente, è divisa in fazioni, non è forza di governo, eccetera. Di Pietro non si è spaventato per la coincidenza e ha affondato il colpo.

Ha fatto di più, come è noto: qualche minuto di colloquio a tu per tu con il diavolo in persona, ossia il presidente del Consiglio. Abbastanza per lasciare allibiti via internet i militanti dell’Idv e per irritare non poco Pier Luigi Bersani. L’attacco infatti era rivolto tutto contro di lui, il segretario del Pd, accusato di inerzia circa il programma e le alleanze, tutte da definire, del centrosinistra. Qui Di Pietro coglie senza dubbio un punto di debolezza. Ma cosa vuole ottenere, in realtà? È possibile azzardare un’ipotesi. L’ex magistrato intende sciogliere due nodi politici a breve termine e un traguardo strategico a scadenza più lunga.

Vuole in primo luogo contare di più perché ritiene – non a torto – di aver interpretato il paese referendario meglio di altri. Osserva perciò con sospetto la tendenza di Bersani a discutere e magari litigare quasi in esclusiva con Vendola, considerando l’Idv già acquisita all’alleanza (e in forme marginali). Poi è molto diffidente verso i segnali che s’incrociano fra Lega e centrosinistra a proposito della legge elettorale. Dunque, obiettivo numero uno: obbligare Bersani a negoziare con lui. Obiettivo numero due, sottinteso: negare allo stesso Bersani il lasciapassare per emergere fra qualche tempo come il candidato premier del centrosinistra.

È evidente che in questo giro tattico Berlusconi resta un avversario, ma non è più un nemico con cui è impossibile prendere il caffé. Tanto è vero che i due hanno picchiato su Bersani con toni non così dissonanti. Quanto alla strategia a lungo termine, Di Pietro guarda all’oceano dei voti di centrodestra ibernati da Berlusconi. Il giorno che il premier uscirà di scena si aprirà una partita con molti giocatori. Il capo dell’Idv si prepara a essere uno di loro. E non in una posizione secondaria.

Il Sole 24 Ore 23.06.11