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Passa il decreto rifiuti, ma il governo si spacca. E Napolitano lo giudica insufficiente

La Lega non vota il testo deliberato dal Consiglio dei ministri. Bersani: “Mi pare una frittata di portata rilevante”. Bianchi: “Il governo prenda atto della sua inesistenza e si dimetta”. Il governo di Berlusconi ancora una volta dimostra la propria fragilità e assenza di coesione interna, spaccandosi in due sul decreto rifiuti.
Il Consiglio dei ministri ha sì approvato il decreto ormai non più rimandabile sui rifiuti, ma con i soli voti del Pdl, mentre la Lega è rimasta fedele alla linea che aveva annunciato, votando no.
All’indomani del via libera del Consiglio dei Ministri al decreto rifiuti – passato con il no della Lega – il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo emana ma ne sottolinea i limiti («non appare rispondente alle attese e tantomeno risolutivo») e chiede, nel contempo, un nuovo e più efficace intervento del Governo.

Il Capo dello Stato auspica anche «l’effettivo superamento di una emergenza di rilevanza nazionale attraverso una piena responsabilizzazione di tutte le istituzioni insieme con le autorità locali della Campania”.
Lo commenta positivamente Andrea Orlando, Commissario del coordinamento provinciale Pd di Napoli: “Il governo accolga la sollecitazione del Capo dello Stato ed emani un provvedimento in grado di risolvere, davvero, la gravissima situazione in cui versa Napoli e la Campania. Interrompa il ridicolo balletto inscenato attorno a questo dramma nazionale”.

“Mi pare una frittata di portata rilevante”, ha commentato il leader del Pd Pier Luigi Bersani. “Invece di chiamare a raccolta la solidarietá, si impostano norme che sollecitano la fuga. Se ne lavano le mani – ha concluso – invece di invocare l’aiuto di chi vuole trovare una soluzione”.

“Come al solito il governo scansa i problemi e lascia gli altri a gestire i suoi fallimenti” ha rimarcato Stella Bianchi, responsabile Ambiente del Partito Democratico. “Invece di affrontare la drammatica emergenza rifiuti in Campania, adoperandosi per impegnare tutte le Regioni in uno sforzo di solidarietà, l’esecutivo ha abbandonato Napoli e i Comuni della Provincia”.

La responsabile Ambiente ha fatto notare che “se il decreto del governo rimanda soltanto ad accordi tra le singole Regioni, da esso non arriverà nessuna soluzione concreta. C’è poi l’ulteriore sfregio – ha aggiunto Bianchi – ovvero che a questo falso impegno del governo, si somma il voto contrario della Lega”.

“Dopo tre anni di miracoli annunciati e di poteri non esercitati dalla Regione e dalle Province, il rischio che i rifiuti in strada producano un’emergenza sanitaria impone una vera assunzione di responsabilità del governo. Prima che sia troppo tardi, l’esecutivo ascolti i cittadini, costruisca le condizioni per un impegno certo di tutte le Regioni e favorisca l’apertura di nuove discariche in Campania. Se il governo non riesce a far questo – ha concluso l’esponente democratico – si dimetta: prenda atto della sua inesistenza”.

La proposta in particolare prevede che la regione Campania, dopo aver siglato un accordo, non debba poi passare per la Conferenza unificata. L’articolo 1, del provvedimento, che ne contiene tre in totale, deroga la normativa vigente che impedisce di “esportare” i rifiuti fuori dalla Regione e quindi dà il via libera al trasferimento.

Per questo, subito dopo l’approvazione, il decreto è stato bocciato dalle Regioni: “La Conferenza delle Regioni, esaminata la bozza proposta dal governo – ha commentato il presidente Vasco Errani – ritiene che non risolva nella sostanza il problema venutosi a creare. C’è la necessità di procedure certe per l’apertura di nuove discariche nella Regione Campania e tal fine, la Conferenza delle Regioni ritiene necessario dare poteri speciali ai Sindaci”.

“Con il decreto rifiuti il governo dimostra di non essere in grado di svolgere il proprio ruolo, visto che emerge con tutta evidenza che non può far appello alla solidarietà di tutte le Regioni italiane. E’ un grandissimo fallimento di fronte all’emergenza di Napoli nella quale ai rischi per la salute si sommano i devastanti danni alla legalità. Il decreto rappresenta in particolare anche il fallimento del ruolo del ministro dell’Ambiente che non è stato in grado di affrontare una programmazione serie della gestione dei rifiuti su tutto il territorio”. Così Raffaella Mariani, capogruppo PD nella commissione Ambiente di Montecitorio.

“Nel decreto sui rifiuti varato dal Governo si legge un messaggio chiaro a Napoli e agli enti locali: arrangiatevi, noi ce ne laviamo le mani”. Questo il commento del senatore democratico Ignazio Marino che in questi giorni sta raccogliendo dati significativi sui rischi per la salute dei cittadini napoletani legati all’emergenza rifiuti.

“Invece del disinteresse servirebbe uno slancio di solidarietà e un’assunzione di responsabilità, come è avvenuto nel 1995 quando di fronte a una Milano sommersa di rifiuti fu l’Emilia Romagna a venire in soccorso del sindaco leghista Formentini. L’atto del governo è ancora più grave perché finge di ignorare che Napoli è una città in cui negli ultimi giorni ci sono stati oltre trecento roghi di rifiuti che hanno prodotto più diossina di un termovalorizzatore in dieci anni.
Non esiste un monitoraggio dell’aria e delle polveri sottili – ha spiegato Marino – e dai dati a nostra disposizione rileviamo che nel capoluogo campano si registrano ogni giorno nove casi di tumore, tre dei quali su persone che non fumano. Di fronte a questo vero e proprio allarme serve un’azione di coordinamento da svolgere a livello nazionale perché Napoli è un problema nazionale”.

Insomma, la situazione emergenza rifiuti è rimasta immutata. Ed a farne le spese sono sempre e solo i cittadini e questo non è più tollerabile. L’Italia è stufa è satura, come i cassonetti di immondizia in Campania.

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