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"Accuse del Pd: conti sbagliati così non si arriva al pareggio", di Bianca Di Giovanni

Gli impegni con l’Europa non saranno rispettati. Per il responsabile economico del Pd, Fassina, la tabelle che Tremonti doveva presentare arrivano a un saldo di 43,3 miliardi nel 2014 e non ai 60 necessari.
I conti non tornano, e gli impegni con l’Europa con questa manovra non saranno rispettati. Forse anche per questo (non solo per la norma vergogna pro-Fininvest) la conferenza stampa del Tesoro fissata per ieri alla fine è saltata. A denunciare i «buchi» nei numeri appena sfornati da Giulio Tremonti è Stefano Fassina, responsabile economico del Pd. «Le tabelle che Tremonti doveva presentare in conferenza – spiega Fassina – arrivano a un saldo netto pari a 43,3 miliardi nel 2014, e non ai 60 che servirebbero per arrivare al pareggio. Il risultato è che il rapporto deficit Pil scenderà all’1,4%, e nonallo0,2% come concordato con l’Europa.
È chiaro che i conti sono sbagliati. Il Tesoro tenta di nascondere l’errore calcolando l’effetto cumulato, e non quello a regime. Un errore tecnico e politico gravissimo: sono degli irresponsabili». Stando alle cifre rimbalzate sulle agenzie di stampa, il conto totale dell’intervento sfiora i 50 miliardi. Tra maggiori entrate, tra cui la mazzata da 8,8 miliardi per il bollo sul «conto titoli», e risparmi di spesa sarebbe questo il valore reale della manovra presentata dal
governo. Correggerà il «deficit» per oltre 43 miliardi nei prossimi 4 anni e finanzierà per circa 6 miliardi spese e appostamenti di fondi nel biennio 2011-2012.
I numeri della manovra continuano comunque a provocare pesanti proteste in tutto il Paese. Dopo la rabbia di sindaci e governatori, che oggi si riuniranno per valutare il testo, è esplosa anche quella degli operatori sanitari.
Più di quindici sigle (comprese quelle di categoria di Cgil, Cisl e Uil) hanno dichiarato lo stato d’agitazione ed hanno convocato gli stati di luglio a Roma. «Le organizzazioni sindacali della dirigenza del servizio
sanitario nazionale – si legge in una nota – chiederanno ai colleghi di medicina generale, ai pediatri di libera scelta, agli specialisti ambulatoriali e ai medici dell’ospedalità privata di concordare forme unitarie di protesta per testimoniare l’unità della categoria». La norma
che non va proprio giù ai lavoratori della sanità è quell’articolo 17 comma 6 lettera f che stabilisce una assai strana eccezione. «Si prevede di escludere dal blocco del turn-over soltanto i primari delle Regioni in “rosso” – spiega Massimo Cozza della Fp Cgil – con l’argomento che sarebbero necessari per fornire i servizi essenziali di assistenza. Ma per quello servono anche i medici normali, quelli che fanno i turni di notte o che lavorano al pronto soccorso. Si arriverà al paradosso che i turni non si potranno coprire,mai primari saranno assunti». Dalla sanità si conta di risparmiare 7,5 miliardi nel biennio 2013-14. In particolare l’intervento peserà per circa 2,5 miliardi nel 2013 e 5 miliardi nel 2014.

MINISTERI
La sforbiciata si somma a un vero colpo di accetta sui ministeri, che dovranno risparmiare 9,5 miliardi nel periodo 2012-14. In particolare, 1 miliardo è per il 2012, la riduzione di spese per il 2013 ammonta a 3,5 miliardi e quella per il 2014 a 5 miliardi. Sono esclusi dai tagli il fondo per l’università, e la ricerca, la scuola, il 5per mille dell’irpef per il volontariato e il non profit, il fondo unico per lo spettacolo e le risorse per i beni culturali.
Non sono minori le preoccupazioni degli amministratori locali. Oggi
l’Anci valuterà gli effetti della manovra, e molti si aspettano reazioni infuocate. La manovrà peserà complessivamente per 9,6 miliardi sulle
spalle degli enti locali. Il taglio per le Regioni è pari a 2,4 miliardi (800 milioni nel 2013 e 1,6 nel 2014), mentre per i Comuni si arriva a 3 miliardi (1 nel 2013 e il doppio l’anno successivo). Le Province vedranno i trasferimenti ridotti di 1,2 miliardi sempre nel biennio 2013-14.
Dallo stop alle rivalutazioni si attendono risparmi per 2,7 miliardi in
tre anni. Quanto alla norma cosiddetta «antibadanti», saranno 8mila gli assegni colpiti. Sulla partita pensioni è intervenuto ieri Maurizio sacconi, per gettare acqua sul fuoco. «Dialogheremo con le parti sociali e troveremo una soluzione – ha detto – L’indicizzazione potrebbe essere diversamente modulata verso le fasce più alte». Una vera stangata attende i risparmiatori, che contribuiranno con oltre 8 miliardi attraverso la tassa di bollo sui titoli. Mentre banche e assicurazioni, anch’esse sul piede di guerra, verseranno 1,8 miliardi
in più di Irap.

L’Unità 06.07.11