attualità, pari opportunità | diritti

"E le donne tornano a occupare la piazza", di Laura Montanari

A Siena il 9 e 10 luglio manifestazione nazionale. “Siamo tante, il Paese dovrà ascoltarci”. “Se non ora quando?” non si è mai fermato: con il web ha conquistato terreno e consensi
Single, studentesse, precarie, operaie pensionate: popolo diverso, uguali bisogni. Le adesioni sono lievitate un giorno dopo l´altro spazzando via le previsioni della vigilia. Altro che due o trecento donne in rappresentanza dei 120 comitati di «Se non ora quando?» che avevano animato le manifestazioni del 13 febbraio scorso, dopo il caso Ruby. Sul blog del movimento sono cominciate a piovere iscrizioni da ogni parte d´Italia, da Napoli, da Massa Carrara e da Parma hanno organizzato persino dei pullman per arrivare a Siena. Donne singole, studentesse, professioniste, precarie, operaie, pensionate. Un´onda che approderà sabato 9 e domenica 10 di un caldo fine settimana di luglio, nella città toscana pure lontana dal mare e dai richiami della spiaggia. «È bellissimo questo improvviso caos organizzativo dettato dal fatto che abbiamo più di mille adesioni» racconta Tatiana Campioni, direttrice del complesso museale di Santa Maria della Scala diventato, con le sue sale, presto troppo stretto per ospitare la due giorni di Snoq (acronimo della frase di Primo Levi «Se non ora quando?»). Ieri la decisione di «traslocare» con un palco, un po´ di sedie e un grande striscione usato come tappeto, in piazza Duomo. «Ci confronteremo su lavoro, maternità e rappresentazione delle donne – spiega Francesca Izzo, docente di Storia delle dottrine politiche all´università L´Orientale di Napoli – Questa voglia di partecipazione dice che il movimento del 13 febbraio, non si è affatto disperso e chiede di porre fine alla marginalità dei talenti femminili». Oltre a hotel e bed & breakfast che in centro storico a Siena hanno già esaurito i posti, è stata creata una rete di accoglienza chiedendo alle famiglie di ospitare gratuitamente chi arriva per «Snoq». Una settantina le stanze già rastrellate, però ne servono altre e ieri è stato fatto un appello da parte delle organizzatrici: «Aprite le vostre case, servono posti letto».
Per strade e radici diverse, a Siena si incroceranno donne che vengono dal sindacato, dalla politica, dalla cultura, dall´arte, dalla società civile: da Susanna Camusso (Cgil), a Giulia Buongiorno, Flavia Perina (ex direttrice del Secolo d´Italia), Paola Concia (Pd), Lorella Zanardo (regista del documentario «Il corpo delle donne») Sabina Castelfranco (corrispondente Cbs), Cristina e Francesca Comencini, Teresa De Sio, Sofia Sabatino (Rete degli studenti), Souheir Katkhouda (dell´Associazione donne musulmane) e altre.
Un mondo eterogeneo, trasversale anche per anagrafe e provenienza geografica. «Si è come risvegliata la voglia di partecipare – spiega Paola Concia – Il vento è cambiato da quel 13 febbraio e noi vogliamo guidare quel vento, da capitani della nave, non da marinai». Laura Sabbadini dell´Istat racconterà cosa dicono i numeri sull´Italia al femminile, per esempio che in un anno 800mila donne hanno lasciato il lavoro alla nascita del primo figlio. «Questo movimento – dice Giulia Bongiorno di Futuro e libertà – è una spinta nuova che pone fine alla sonnolenza sulla discriminazione delle donne. Tema sempre attuale visto che nella Finanziaria sono stati tagliati guarda caso fondi destinati agli asili e a chi rientra da una gravidanza». Dopo un dialogo in rete andato avanti per mesi nei forum, il movimento per la prima volta si ritrova in una piazza a dialogare: «C´è una energia positiva, la voglia di costruire – spiega l´attrice Lunetta Savino che ha curato la festa serale con reading e musica – E poi viene dalle donne che rappresentano le fondamenta del nostro welfare». Racconta di aver letto dell´appuntamento senese e di essersi fatta subito avanti la cantautrice Teresa De Sio: «Mi sorprende un movimento così trasversale composto da persone che invece di dividersi si parlano per portare avanti una battaglia di intelligenza e passione che dice basta a quell´immagine femminile così maltrattata e tradita rispetto alla realtà».

La Repubblica 06.07.11