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Emergenza Carceri a Modena, le proposte del Pd

Diminuire il sovraffollamento, incrementare il personale di sorveglianza, aumentare il ricorso alle misure alternative e favorire le attività esterne

Diminuire il sovraffollamento, incrementare il personale di sorveglianza, aumentare il ricorso alle misure alternative, favorire l’attività esterna al carcere attraverso i lavori di pubblica utilità e la formazione professionale, garantire il diritto all’istruzione con il ripristino dei corsi scolastici. Queste, in sintesi, le proposte del Pd per rispondere alla gravissime condizioni di sovraffollamento e assicurare il rispetto dei diritti fondamentali delle persone durante la detenzione e favorirne il reinserimento nella società.

Le carceri dell’Emilia-Romagna sono al secondo posto in Italia (dopo quelle pugliesi) per il tasso di sovraffollamento : i detenuti in regione sono, infatti , 4.373 a fronte di una capienza regolamentare di 2.394, il che significa un indice di sovraffollamento pari al 182,5% (con il dato medio nazionale al 150,95%).

E’ quanto emerge dalla relazione annuale della giunta regionale sulle condizioni di vita negli Istituti penitenziari della regione Emilia-Romagna. La relazione evidenzia che a livello nazionale, il 36,7% della popolazione carceraria è rappresentata da stranieri mentre in Emilia-Romagna gli stranieri detenuti sono più della metà (52,4%).

Nella casa circondariale di Modena sono presenti 430 detenuti invece dei 221 previsti dalla capienza regolamentare, con un tasso di sovraffollamento prossimo al 190 per cento. La situazione del carcere rischia di diventare ancora più esplosiva, se si considera che la prevista apertura del nuovo padiglione, in corso di ultimazione, potrebbe provocare l’ulteriore arrivo di almeno 150 detenuti.

Al Sant’Anna la popolazione carceraria è formata in larga misura da detenuti in attesa di giudizio, nella Casa Lavoro di Castelfranco sono presenti detenuti e internati a Saliceta i reclusi sono solo internati. Presso la struttura di Saliceta, dopo la chiusura della tipografia non si svolgono più attività lavorative finalizzate al recupero e al reinserimento, mentre a Castelfranco Emilia i detenuti svolgono attività in agricoltura e nella lavanderia.

L’organico degli agenti di Polizia Penitenziaria delle tre strutture presenta una pesante carenza al Sant’Anna (60 unità in meno) rispetto alla popolazione che dovrebbe contenere il carcere (221); questa carenza diventa drammatica se rapportata al numero di detenuti effettivamente presenti.

Una forte carenza di organico si registra anche nella Casa di lavoro di Castelfranco dove sono presenti 40 agenti con una popolazione carceraria di circa 110 detenuti. Diversa è la situazione a Saliceta, dove non si segnalano particolari carenze; sono presenti infatti circa 40 agenti a fronte di una popolazione di circa 50 detenuti, anche se durante l’estate gli operatori in servizio diminuiscono sensibilmente. A questa pesantissima situazione va aggiunta la totale carenza di risorse per la manutenzione della struttura.

Le strutture di Castelfranco Emilia e di Saliceta, quest’ultima ormai fatiscente, rappresentano due delle quattro Case di lavoro presenti su tutto il territorio nazionale: ciò ha prodotto nel tempo una situazione che vede le due strutture rispondere essenzialmente ai bisogni di altri territori, dalla Campania, alla Lombardia etc.

“La Regione e gli Enti locali stanno facendo la loro parte mentre manca qualsiasi intervento del governo” dichiara il segretario provinciale del Pd Davide Baruffi. “A Modena vogliamo mantenere l’attenzione sul tema carceri e dei diritti di chi ci lavora e di chi è detenuto. Uno squilibrio eccessivo tra numero di detenuti e di operatori carcerari può determinare non solo problemi di vivibilità ma anche rischi per la sicurezza interna ed esterna: è interesse di tutti che il detenuto sia recuperato.

Proprio la situazione in cui il governo ha portato le carceri modenesi e nazionali – prosegue Baruffi – dimostra la falsità delle battaglie della Lega e del governo a tutela della sicurezza dei cittadini, che di fatto hanno prodotto l’inapplicabilità delle norme e il sovraffollamento delle carceri. Pertanto – conclude il segretario del Pd – chiediamo che il nuovo padiglione in costruzione al S.Anna sia destinato a redistribuire la popolazione carceraria presente e dotato degli organici necessari”.

Ufficio Stampa PD Modena