economia, partito democratico, politica italiana

"Napolitano: bene opposizioni, governo le ascolti", da www.unita.it

Napolitano: bene opposizioni, governo le ascolti

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, «ha preso nota con viva soddisfazione degli annunci venuti dall’opposizione nel senso di un impegno a concorrere con pochi qualificati emendamenti, a una ‘rapidissima approvazione’ della necessaria manovra finanziaria».

È quanto si legge in una nota del Quirinale. «Ci si attende – sottolinea ancora il Colle – che a ciò corrisponda la immediata disponibilità di governo e maggioranza a condurre le consultazioni indispensabili e a ricercare le convergenze opportune».

BERSANI: NOI PRONTI A DISCUTERE
«In parlamento noi abbiamo sempre collaborato e collaboreremo, ma questo governo la deve smettere di fare delle chiacchiere e dei segnali di fumo». Così il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, in visita a Ramallah, ai microfoni di Sky Tg24. «Gli abbiamo proposto di discutere la Finanziaria fino a settembre garantendone l’approvazione, ma hanno detto no – prosegue Bersani – noi vogliamo fare delle riforme che suggeriscono un percorso di crescita credibile per il paese, disturbando un po’ tutti ma disturbando di più chi si è disturbato di meno fin qui a cominciare dalle posizione di rendita che sono presenti fortemente nel nostro paese».

CASINI-LETTA: EMENDAMENTI COMUNI
A due giorni dall’incontro tra Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini a Bologna l’asse tra Pd e Udc sulla manovra si conferma con il colloquio telefonico di oggi tra il leader centrista e il vicesegretario democratico, Enrico Letta. I due, a quanto si apprende, avrebbero concordato di presentare pochi emendamenti comuni alla manovra garantendo una rapida approvazione. La telefonata ha preceduto la Direzione Udc che discuterà proprio delle proposte di riforma da presentare entro domani al Senato.

ANCHE DALL’IDV UN SI’ AI ‘TEMPI CERTI’
L’appello di Giorgio Napolitano alla coesione nazionale non è caduto nel vuoto. Pd, Udc e Idv garantiranno alla manovra tempi certi per l’approvazione rinunciando all’ostruzionismo ma non più di questo, se, come sembra, il governo dovesse insistere a porre la questione di fiducia le opposizioni non potranno che votare contro. Il Presidente della Repubblica in serata ha fatto sapere di aver accolto «con viva soddisfazione» gli annunci venuti dall’opposizione nel senso di un impegno a concorrere – con ‘pochi qualificati emendamenti’ – a una ‘rapidissima approvazione’ della necessaria manovra finanziaria.

LA ‘SPINTA’ DEL COLLE AL GOVERNO
Ma Napolitano ha anche chiesto «che a ciò corrisponda la immediata disponibilità di governo e maggioranza – recita una nota del Quirinale – a condurre le consultazioni indispensabili e a ricercare le convergenze opportune». E a quanto si apprende da alcuni parlamentari del Pd, potrebbe essere questa la chiave per garantire un iter rapido alla manovra: il governo accoglie alcune proposte delle opposizioni in sede di esame in commissione e poi porta il testo in Aula dove potrebbe comunque chiedere la fiducia.

D’ALEMA: PRIMA LA MANOVRA POI DIMISSIONI
Ma se da un lato la difficile situazione finanziaria del paese ha spinto a più miti consigli le opposizioni sulla battaglia parlamentare, resta in campo la richiesta di dimissioni nei confronti del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, giudicato fattore di instabilità per il paese. Il governo, spiega Massimo D’Alema «dovrebbe fare la manovra finanziaria, possibilmente correggendola, e poi andarsene». Per ora, ha assicurato D’Alema «non opporremo ostacoli, non saremo noi a far precipitare la situazione». «In Parlamento abbiamo sempre collaborato e collaboreremo – ha aggiunto Pier Luigi Bersani – ma questo governo la deve smettere di fare chiacchiere e lanciare segnali fumo».

PRODI: «SE FOSSI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PARLEREI AL PAESE»
La ‘moral suasion’ del Capo dello Stato, molto presente in questi giorni anche negli appelli lanciati pubblicamente alle forze politiche è condivisa anche dall’ex premier Romano Prodi, che si è detto «addolorato e preoccupato. Non c’è tempo per pensare ad un altro governo ora – ha aggiunto – ci vuole una risposta immediata e prendere delle decisioni subito sulla finanziaria. Ci vuole una reazione unitaria e concorde». «Se fossi il presidente del Consiglio parlerei al Paese e presenterei alcune misure urgenti che aggiustino le finanze pubbliche distribuendo in modo equo i pesi e dicendo al paese che queste sono misure d’emergenza che successivamente possono essere cambiate. In secondo luogo ripristinerei lo spending review per tenere sotto controllo la spesa pubblica». Lo ha detto l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi, a Focus Economia su Radio 24. «Deve essere immediatamente indetta – ha sollecitato l’ex Presidente della Commissione Ue- una riunione con la Banca d’Italia e la direzione del Ministero del Tesoro per dare la sicurezza al mercato che le proposte sono realistiche e i conti sono seri per far capire che dietro al mercato c’è un Paese forte e coeso.»

LA MEDIAZIONE DI LETTA CON UDC E IDV
All’intesa con Udc e Idv su «pochi e qualificati emendamenti alla manovra» ha lavorato oggi Enrico Letta che ha consultato prima Pier Ferdinando Casini e poi Antonio Di Pietro. «In una situazione drammatica che può compromettere il futuro degli italiani – ha spiegato il leader Udc – l’Unione di Centro raccoglie l’appello del Presidente della Repubblica alla concordia nazionale. Pur non condividendo gran parte dei contenuti della manovra economica, propone a maggioranza e opposizione di accelerarne l’iter parlamentare per una sua rapidissima approvazione. Con questo spirito, l’Udc in sintonia con le forze del Terzo Polo, concorderà con il Partito Democratico e l’Italia dei Valori pochi qualificati emendamenti su cui auspica una larga convergenza».

BERLUSCONI: DISPONIBILE SUBITO A CONFRONTO
Sono disponibile subito a confrontarmi con l’opposizione, in questo momento serve un’ampia convergenza e responsabilità da parte di tutti. È quanto ha sottolineato Silvio Berlusconi, ricevendo oggi ad Arcore alcuni esponenti del Pdl milanese e confidando che domani è previsto un tavolo a cui prenderanno parte esponenti della maggioranza e dell’altro schieramento. Il premier non ha escluso una sua partecipazione in proposito e ha spiegato di seguire con attenzione l’andamento dei mercati e l’attacco speculativo in atto contro il nostro Paese, dicendosi – osservano le stesse fonti – fiducioso e convinto sul fatto che ogni difficoltà verrà superata. I conti pubblici sono in ordine, il governo ha fatto il suo dovere, ora tocca al Parlamento accelerare sulla manovra, ha osservato il Cavaliere con i suoi. Berlusconi ai suoi interlocutori ha smentito l’intenzione di vendere il Milan. La squadra non si tocca, ha tagliato corto con chi nutriva dei dubbi in proposito. Il presidente del Consiglio, dunque, ha accolto l’appello lanciato dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Il presidente della Repubblica ha chiesto che il governo «ricerche ampie convergenze» e che ci sia in questo momento «una coesione nazionale». Invito recepito da tutte le forze politiche, tanto che il presidente del Senato, Renato Schifani, ha convocato per domani la capigruppo e si è detto d’accordo sull’eventualità di accelerare l’iter del provvedimento.

da www.unita.it

******

«Faremo la nostra parte, via la fiducia» approvate le misure, l`esecutivo si dimettadi Stefano Fassina,

Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, nega che la disponibilità messa in campo dal suo partito e dall`Udc possa essere letta come sostegno al governo: «E assurdo anche solo parlare di soccorso all`esecutivo. ll nostro giudizio non è cambiato. Le misure contenute nella manovra sono sia profondamente inique che dannose per il Paese. Noi siamo responsabili non verso il governo Berlusconi che prima se ne va meglio è; siamo responsabili nei confronti del Paese e dei suoi problemi.
La causa dell`accentuarsi negli ultimi giorni del rischio Italia risiede nella progressiva perdita di credibilità politica dell`esecutivo. Se non si rimuove questo che è l`ostacolo fondamentale, tutto il resto è inutile».

Insomma la parola d`ordine del Pd non cambia: il governo si deve dimettere.
«Certamente. Un minuto dopo l`approvazione della manovra».
Scusi, ma allora tutta questa sbandierata disponibilità in cosa consiste?
«Responsabilità significa farsi carico dei problemi di fondo dell`Italia, e farsene carico con un arco di forze che comprende certamente anche l`Udc».
Ecco, appunto: politicamente cosa significa questo comune sentire con l`Ude di Casini?
«Vuol dire essere disponibili a confrontarsi sulla manovra nel momento in cui il governo apre alla possibilità di correzioni. Da parte del Pd e dell`Udc c`è la disponibilità ad assumersi tutte le responsabilità per far fronte alla crisi del Paese». Tradotto: stop al voto di fiducia in Parlamento altrimenti neanche si comincia, giusto?
«Certo. Il Senato, infatti, non ha possibilità vera di discussione. Dopo le audizioni, già domani scade il termine perla presentazione degli emendamenti e lunedì prossimo la manovra va in aula per il voto di fiducia».
E se invece il governo rinuncia alla fiducia?
«Il nostro impegno, che confermiamo, è quello di confrontarsi con la maggioranza nel merito delle misure, senza pregiudiziali, con proposte concrete Eurostat compatibili, come piace dire al ministro Tremonti. Che, a proposito, ha fatto una confusione infinita intorno alla cifre reali della manovra».
Oggi riaprono i mercati. Di fronte allo spauracchio speculativo contro l`Italia, come intende comportarsi il Pd?
«Noi abbiamo messo a punto una serie di proposte che hanno al centro la crescita. Questo è decisivo. Ciò che davvero innervosisce i mercati è la stagnazione che c`è in Italia. Noi rispondiamo a questa preoccupazione dei mercati prendendo di petto il problema vero: le riforme per la garantire la crescita».

da www.partitodemocratico.it