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Camera dei Deputati: testamento biologico, dichiarazione di voto dell'On Livia Turco per il PD

Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, noi esprimiamo con amarezza e anche con preoccupazione il nostro «no» fermo e pacato a questa proposta di legge. Amarezza perché fin dall’inizio, due anni fa, vi abbiamo esortato a costruire una legge nuova e condivisa, un nuovo inizio, ad accantonare il testo dello scontro e della lacerazione votato al Senato. Per due anni vi abbiamo interpellato, sollecitato, sfidato, vi abbiamo avanzato proposte alternative, mossi da un unico intento: fare una legge positiva, umana, per le persone. Voi ci avete sempre opposto il totale diniego a qualunque forma di confronto, e lo si è visto anche in quest’Aula. Vi abbiamo sollecitato ad ascoltare i medici, i familiari, i pazienti e l’importante dibattito pubblico che si è svolto nel nostro Paese. Il vostro arroccamento è segno di arroganza ma anche di debolezza. Negli ultimi emendamenti presentati in Aula avete gettato la maschera e avete chiarito che a voi non interessano le dichiarazioni anticipate di volontà, ma solo impedire in ogni caso la sospensione della nutrizione per le persone che sono in stato vegetativo persistente, tranne quelle che siano nella fase terminale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Il testo approvato in quest’Aula costituisce addirittura un arretramento rispetto al Senato e smentisce le timide aperture operate in Commissione dal relatore, onorevole Di Virgilio, e personalmente di queste timide aperture comunque lo ringrazio. Siamo contrari a questa proposta di legge innanzitutto per il suo impianto culturale, per il pessimismo antropologico che la pervade, per la sua visione dell’Italia, come se le italiane e gli italiani fossero in preda ad una deriva eutanasica, come se i medici fossero praticoni superficiali, pronti a procurare la morte. Lo sappiamo bene: le italiane e gli italiani chiedono rispetto, cura, presa in carico, non abbandono, eguaglianza di opportunità nella fase terminale della vita e noi vogliamo rispondere a questa domanda di rispetto, di cura, di presa in carico, di non abbandono e di eguaglianza di opportunità.
I medici chiedono di poter esercitare al meglio la propria professione e questo, com’è scritto nel loro codice deontologico, si persegue attraverso quei tre principi della giustizia, della beneficialità e dell’ascolto della volontà del paziente. I medici per ben operare vogliono e debbono ascoltare la volontà del paziente. La vostra proposta di legge è un concentrato di equivoci e furberie, come quella di chiamare dichiarazione anticipata di trattamento la scrittura di una frase che dice «non voglio l’accanimento terapeutico», perché questo di fatto è il contenuto previsto laddove si afferma che nella dichiarazione anticipata di trattamento si esprimono orientamenti e informazioni utili per il medico per evitare l’accanimento terapeutico.
Dunque, non solo non conta la volontà del paziente, ma le DAT sono ridotte ad un espediente verbale. Voi con questa legge imponete al medico di non sospendere mai la nutrizione artificiale per le persone in stato vegetativo persistente, tranne quando sono nella fase terminale. Togliete autonomia alla professione medica e impedite la relazione di fiducia tra medico, paziente e familiare perché entrambe hanno bisogno di decidere al letto di ogni singola, irripetibile persona. Hanno bisogno di far vivere la coscienza, l’amore, la competenza e la volontà. Voi, invece, usurpate la coscienza, l’amore, la competenza e la volontà e le sfrattate dai luoghi in cui dovrebbero agire, cioè l’animo umano, e le sostituite con la legge matrigna e con il volto freddo e la mano pesante dello Stato invasore.
Questa legge potrebbe essere definita la legge dei divieti. Provo ad elencarli: nelle DAT non si ascolta la volontà del paziente; non si indicano i trattamenti sanitari ma solo terapeutici; no, sempre e comunque, alla nutrizione artificiale; non si può scegliere il medico di fiducia; non si può tutelare il minore dal rischio che un genitore non gli fornisca un trattamento sanitario essenziale in nome della sua ideologia o religione; il convivente non può essere il fiduciario; non si può indicare nella DAT l’assistenza religiosa.
Voi siete molto generosi quando parlate di vita umana. Traboccate di retorica quando si parla di vita ma siete avari, avarissimi, quando per la vita bisogna stanziare le risorse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e lo avete dimostrato anche questa volta, costringendoci a votare contro l’emendamento che abbiamo presentato per l’assistenza ai malati in stato vegetativo. Non possiamo consentire che l’assistenza ai malati in stato vegetativo diventi una bandiera priva di impegni e di risorse (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Noi abbiamo accompagnato questi due anni di dibattito, entrando nel merito, facendo proposte, indicando soluzioni. Abbiamo discusso tra noi con le nostre pluralità, valorizzandole come avete sentito in quest’Aula, dove le nostre pluralità si sono espresse con grande rispetto e penso che sia importante che venga ribadita la libertà di coscienza. Ringrazio le colleghe e i colleghi, in particolare le colleghe e i colleghi della Commissione affari sociali, la nostra capogruppo Margherita Miotto e personalmente conserverò come esperienza di bella politica quelle riunioni, alle nove del mattino, della Commissione affari sociali. Mi auguro che anche l’onorevole Binetti le conservi come un’esperienza di bella politica.
Il filo conduttore delle nostre proposte alternative, contenute nei nostri 100 emendamenti, è semplice e chiaro: abrogare questa legge, costruire una legge mite di orientamento e di indirizzo che rispetti la volontà del paziente e che valorizzi la relazione di fiducia medico-familiari-paziente, che esalti il sacrario della coscienza e la comunione degli affetti – sì, mi è piaciuta moltissimo questa espressione del teologo Bruno Forte -, relazione che è tale se vi è l’ascolto reciproco e l’ascolto profondo della biografia, dell’animo e della voce del paziente, relazione umana basata sul rispetto. La pietas è il rispetto ed è basata sulla cura amorevole, sulla competenza e sull’uguaglianza di opportunità. Dobbiamo essere molto preoccupati dall’avanzare di questa disuguaglianza così cinica e beffarda, quella che ti lascia morire da solo, che smette di curarti se non hai persone attorno o non hai i mezzi economici per farlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Il legislatore e il Governo dovrebbero essere molto preoccupati dei vuoti della nostra sanità pubblica tanto più ora massacrata con i tagli, una sanità che è bellissima ma che, purtroppo, ha pochi hospice e scarsa capacità di assistere davvero le persone in fine vita.

Nessuno deve essere lasciato solo di fronte alla morte. Per questo, apriamo gli occhi e il cuore di fronte ai tanti casi in cui invece questo avviene. Facciamo agire il valore e il principio dell’eguaglianza di fronte alla malattia e alla morte e diciamo grazie a quello straordinario volontariato, a quei medici e a quegli operatori sanitari che sanno essere accanto, sanno ascoltare e sanno prendere la mano e dare una carezza.
Per questo, noi mentre diciamo «no» a questa legge vogliamo ricordare che, nel marzo di circa tre anni fa, abbiamo detto «sì» alla legge sulle cure palliative, anzi ne siamo stati i tenaci promotori e costruttori.
Con questa legge, onorevoli colleghe e colleghi del Governo e della maggioranza, vi assumete la responsabilità – ed ho concluso – di continuare a lacerare il Paese, mettete in difficoltà i medici e vi allontanate dalla sofferenza di tante persone. Noi faremo di tutto per fermarla e lo faremo in nome della dignità delle persone e dell’amorevolezza concreta nei confronti della vita umana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).

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