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"Sale il Pd, frena il Pdl: Indeciso uno su due", di Renato Mannheimer

Sta diffondendosi, ancora una volta, l’ipotesi di nuove consultazioni politiche da tenersi in autunno o, al massimo, nella prossima primavera, fortemente sollecitate in queste ore dall’opposizione, anche in conseguenza del comportamento tenuto in occasione dell’approvazione della manovra economica. Quali potrebbero essere i risultati di queste eventuali elezioni anticipate? Nessuno può saperlo in questo momento. Ma l’elemento maggiormente caratterizzante il quadro odierno è la forte crescita di consensi per il centrosinistra, dovuta anche alla spinta degli esiti delle ultime amministrative e dei referendum. Il Pd è oggi stimato oltre il 28%(ma, secondo altri istituti di ricerca, ad esempio Ipsos e Demos, si trova quasi al 30%), e supera così il dato ottenuto alle ultime europee (26%), pur restando lontano da quello delle politiche (33%). All’inizio dell’anno in corso, il partito di Bersani superava di poco il 24%. Un avanzamento notevole, di circa 4 punti, in un solo semestre. Il trend di crescita riguarda anche alcune altre forze del centrosinistra, specie quelle che potremmo forse definire le più «radicali» nell’atteggiamento antiberlusconiano. Ad esempio, l’Idv di Di Pietro supera il 6%(ma, sempre secondo Demos, sfiora l’ 8%) e il Movimento 5 Stelle di Grillo si attesta sul 2,5%. Sel di Vendola conferma il suo rilievo nel panorama politico, mantenendosi sopra il 7%(sopra l’ 8%secondo Ipsos e Digis), rimasto stabile negli ultimi mesi: un valore doppio rispetto a quanto ottenuto nelle ultime europee. A fronte di questo andamento, si registra un significativo decremento del Pdl. Che è oggi attestato al 27%(altri istituti variano dal 26,4 al 29%), quando a gennaio superava il 30%. L’altro partito di maggioranza, la Lega, pare invece essere rimasto quasi indenne da questo trend di decrescita (anche per essersi spesso dissociato da Berlusconi in molte scelte e prese di posizione) e rimane attorno al 10%, pur con un lieve calo rispetto a gennaio. Tra i partiti di centro, l’Udc appare stabile attorno al 7%, mentre Futuro e Libertà conferma le difficoltà nel decollare e si attesta oggi al di sotto del 4%(o meno secondo diversi altri istituti di ricerca). Sulla base di questo quadro, sembrerebbe dunque (ed è oggi ragionevole prevedere) che il centrosinistra possa vincere le prossime elezioni, almeno per ciò che riguarda la Camera dei Deputati. Anche se saranno certo significative le scelte che decideranno di fare le tre forze di centro (Udc, Fli, Api). Se infatti esse finissero col non correre da sole (al contrario di quanto hanno sin qui dichiarato) e si alleassero, in tutto o in parte, ad una delle coalizioni maggiori, costituirebbero inevitabilmente l’elemento determinante nell’assegnare il premio di maggioranza, sempre che si voti con l’attuale sistema elettorale. Ma, soprattutto, sarà importante la comunicazione— e il comportamento — dei partiti nel corso della campagna elettorale. Sono infatti tantissimi— e in forte crescita, specialmente nell’elettorato del centrodestra — gli intervistati che rispondono di essere oggi indecisi su cosa votare: nelle ultime rilevazioni essi costituiscono quasi la metà della popolazione. Non a caso, le più recenti chiamate alle urne hanno dimostrato come siano tanti (e, soprattutto, in incremento) i cittadini che decidono all’ultimo momento, sulla base delle proposte delle varie forze politiche (e/o della immagine dei leader) nelle settimane immediatamente antecedenti al voto. Ancor più delle volte precedenti, si può affermare che questi elementi giocheranno un ruolo decisivo nel determinare i risultati.

Il Corriere della Sera 17.07.11