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Bonus Bebè: il PD interroga il governo

A seguito delle segnalazioni pervenute nei giorni scorsi da parte di tanti cittadini, il PD ha deciso di interrogare il governo sulla scandalosa vicenda del Bonus Bebè concesso dal primo governo Berlusconi a fini propagandistici ed elettoralistici e ora, a distanza di anni, lo stesso governo pretende gli sia restituito con interessi e sanzioni. E’ attesa la risposta giovedì 21 luglio: ve ne daremo immediata notizia

Di seguito il testo della interrogazione

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE
Lenzi, Miotto , Ghizzoni – Al Presidente del Consiglio dei Ministri – per sapere – premesso che

tutto è iniziato con una lettera: «Felicitazioni per il tuo arrivo. Lo sai che la nuova legge Finanziaria ti assegna mille euro? Un grosso bacio». Firmato Silvio Berlusconi. Così, tra il 2005 e il 2006, seicentomila famiglie sono venute a conoscenza del bonus bebè. Un regalo del Governo. Inatteso e gradito, che a distanza di anni si è trasformato in un boomerang;
attualmente, migliaia di famiglie hanno già ricevuto, o stanno per ricevere, un`altra lettera del Governo, dal Ministero delle Finanze, questa volta il tono è meno festoso, dove viene richiesta la restituzione dell`assegno e il pagamento di una sanzione amministrativa pari a tremila euro e, qualora dovesse essere accertata la violazione del codice penale in questo caso l`indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato una multa tra i 5 e i 25 mila euro;
a distanza di anni la direzione centrale servizi del Tesoro ha chiesto all`Agenzia delle Entrate di verificare le autocertificazioni, che le stesse famiglie avevano presentato al momento di incassare il bonus, perché non tutti i bambini, a cui la Sogei aveva inviato la missiva del presidente del Consiglio, avevano diritto a ricevere quel denaro;
ogni nucleo, oltre alla cittadinanza europea, doveva confermare di non superare i 50 mila euro di reddito complessivo. Ma quel modulo non spiegava se la cifra era lorda o netta e, proprio questa piccola «dimenticanza» ha generato il caos. In tanti, infatti, hanno dichiarato il reddito netto e, da qui le contestazioni che stanno arrivando in questi giorni;
le famiglie sono state tratte in inganno dalle informazioni poco chiare che il Ministero stesso aveva inviato, in quanto non si specificava se il limite massimo di reddito dovesse essere quello loro o quello netto:
quante siano le lettere inviate, fino ad oggi con cui si richiede la restituzione del bonus di mille euro e quali misure urgenti il ministro ritenga opportuno prendere affinchè le famiglie non si vedano costrette non solo a restituire i mille euro, ricevuti in buona fede, ma anche a dover pagare sanzioni ed ammende di cui non sono responsabili.

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