economia, politica italiana

"Milano in picchiata: minimo storico dal 2009", da www.unita.it

Dopo un avvio di seduta brillante Piazza Affari annulla i guadagni e si rimette in scia all’andamento della settimana girando in negativo. E ora si accentua il calo con l’indice Ftse Mib a 16.590 punti (-2,44%), si viaggia sui minimi dei 28 mesi. Sopratutto, spiegano nelle sale operative, rispetto ai minimi del febbraio 2009 siamo sopra di appena il 20-25%. Piazza Affari è la peggiore in Europa, mentre le altre borse contengono le perdite. «Poi c’e il bund tedesco che aveva aperto in calo, ora è ripartito al rialzo, se non si inverte la tendenza potrebbe arrivare una nuova ondata di vendite anche sui btp», spiega un trader. Giù ciclici, energia e banche: tenaris -11%, fiat industrial -5,81%, pirelli -4,94%, saipem -4,74%, fiat -4,10%, unicredit -4,27%, ubi banca -2,28%, mps -1,98%, intesa sanpaolo -1,53%, banco popolare -1,72%, bpm -1,64%.

Avvio positivo per le altre Borse europee che vengono da sette sedute di calo nelle ultime otto giornate di contrattazioni: l’indice Stxe 600, che fotografa l’andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, cresce di oltre mezzo punto percentuale, ma molte piazze finanziarie fanno meglio. È il caso soprattutto di Milano e Madrid, che sfruttano l’allentamento della tensione sui titoli di Stato italiani e spagnoli, ma fanno bene anche Parigi e Francoforte, molto deboli ieri. I rialzi della partenza di seduta riguardano in particolare i titoli delle assicurazioni, i bancari e gli automobilistici, mentre faticano ancora i settori delle materie prime e soprattutto dell’energia. Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali Borse europee: Londra +0,76% – Parigi +1,28% – Francoforte +1,27% – Madrid +1,39% – Milano +1,41% – Amsterdam +1,20% – Stoccolma +0,77% – Zurigo +1,35%.

da www.unita.it

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Piazza Affari, volatile effetto Berlusconi. Illusione in apertura, poi tonfo in negativo

La Borsa di Milano apre a +1,81%, ma in meno di un’ora brucia i guadagni. A metà seduta l’indice Ftse Mib fa segnare -1,73%, poi crolla sotto i due punti percentuali. Frenano gli altri listini europei. Lo spread Btp-Bund si amplia a 360 punti dopo l’asta di Madrid. Tokyo (Nikkei +0,23%) frena lo yen

MILANO – Il giorno dopo il discorso di Berlusconi 1 in Parlamento sullo stato del sistema Italia attaccato dalla speculazione, la Borsa di Milano apre in rialzo di quasi due punti percentuali, ma la fiducia degli investitori dura poco: in meno di un’ora il trend positivo evapora, l’indice Ftse Mib oscilla a lungo intorno alla parità, poi piomba in terreno negativo. A metà seduta l’indice fa segnare -1,73%, poi affonda: -2,39%, sotto la soglia dei 17mila punti, Ftse All Share -2,34%.

Dopo una buona apertura, gli altri listini europei frenano: Londra -1,24%, Parigi -0,89%, Francoforte -0,62%, Lisbona -1,34%. Andamento dovuto probabilmente all’attesa per il discorso del presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, e dei dati macroeconomici degli Stati Uniti, previsti a partire dal primo pomeriggio.

Piazza Affari si conferma particolarmente nervosa, con diversi titoli (compreso Unicredit) posti in asta di volatilità per la violenza delle correnti di vendita, che poi parzialmente rientrano. A circa quattro ore dall’apertura, tra i gruppi a maggiore capitalizzazione sono ‘sospesi’ anche Azimut, Exor, Mediolanum e Lottomatica, mentre il calo maggiore è sempre accusato da Tenaris (-10,85%), seguito da Pirelli, rientrato dall’asta di volatilità in perdita del 5,40%. Ancora pesante Fiat (-3,76%), in calo tutte le banche, leggermente negativa anche Telecom (-0,18%), tiene solo Generali, che sale dello 0,08%.

Volatilità sul mercato dei titoli di Stato dopo l’asta di Madrid. Lo spread Btp-Bund si è nuovamente ampliato a 360 punti base e il tasso del decennale italiano è risalito al 6%. In precedenza, il differenziale di rendimento tra i titoli decennali italiani e tedeschi si era ristretto brevemente fin sotto i 350 punti e il tasso del Btp era sceso al 5,94%.

Il premio di rischio dei Bonos spagnoli si è ridotto a 368 punti dopo che il Tesoro ha collocato quasi il massimo dell’ ammontare previsto, seppure con tassi in rialzo. Così, il differenziale fra i titoli italiani e spagnolo si è ulteriormente ridotto a 8 punti dai livelli di circa 80 centesimi di appena due mesi fa, confermando la contiguità di Roma e Madrid nella percezione del rischio percepito dai mercati.

Nell’asta di oggi, Madrid ha dovuto offrire tassi più alti, tenuto conto che il rendimento del decennale aveva raggiunto nei giorni scorsi il 7%, un livello che nel caso di Grecia, Irlanda e Portogallo ha poi portato alla richiesta di salvataggio. In particolare, nel collocamento dei titoli con scadenza a 3 anni, il rendimento medio è salito al 4,813% dal 4,291% della analoga asta di luglio e la domanda mostra un rallentamento con un rapporto bid-to-cover di 2,14 da 2,29 precedente. Ripiega dal record, infine, il premio di rischio degli Oat della Francia con oscillazioni a 77,4 punti.

Ripercussioni sulle borse asiatiche della decisione del Giappone di intervenire sui mercati valutari per frenare la salita dello yen. Alla notizia, comunicata dal ministro delle Finanze, Yoshihiko Noda, immediate reazioni delle piazze asiatiche: salgono i valori del dollaro e dell’euro, mentre il Nikkei schizza in avanti (+1,26%) per poi frenare e chiudere a +0,23%. Dopo la mossa di Tokyo, si sono fermati gli aumenti dell’oro, a 1662 dollari l’oncia.

Hanno pagato due piazze le cui economie, che guardano allo stesso modo all’export, potrebbero essere penalizzate da un rilancio delle vendite nipponiche all’estero: Taiwan e, soprattutto, Seul. La Borsa coreana ha concluso la seduta in perdita di oltre il 2% con lo scivolone di diversi gruppi incentrati sulle esportazioni. Chiusura in rialzo per le Borse cinesi, con il Composite di Shanghai a 2.684,04 punti (+0,21%) e il Component di Shenzhen a 11.934,41 punti (+0,10%).

La mossa di Tokyo si è resa necessaria di fronte a movimenti unilaterali, per “contrastare oscillazioni speculative che hanno spinto a livelli eccessivi lo yen”, non lontani dai massimi storici sul biglietto verde di 76,25, segnati a marzo nei giorni successivi alla catastrofe del sisma/tsunami.

Noda ha detto che l’iniziativa è stata “solitaria”, non di concerto con i partner del G7 come avvenuto il 18 marzo, rifiutandosi di commentare sia l’ipotesi di nuove possibili azioni sia l’entità delle risorse messe in campo, utilizzate per vendere yen e acquistare dollari.

da Repubblica