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"Pd pronto al confronto su cinque priorità", lettera di Pier Luigi Bersani a Il Sole 24 Ore

Gentile direttore,
il mondo intero sta attraversando una crisi grave. Sono coinvolti gli Usa, l’Europa e anche i nuovi Paesi industrializzati. Non possiamo dimenticare tuttavia che noi abbiamo problemi strutturali con i quali l’Italia non fa’ i conti ormai da tempo.

Partiamo da un punto di analisi, finalmente dopo tre anni! Il nostro problema non è solo di conti pubblici. Il nostro problema è nell’economia reale: recuperare produttività e crescita, rimontare una contrazione del Pil senza paragoni nella storia economica del Paese e senza paragoni in Europa, leggere fino in fondo il significato strutturale dell’andamento della bilancia commerciale.

Da lì si parte con le cose da fare. Per noi, ci sono cinque cose da fare prima di ogni altra.

1. Riforma della Pubblica amministrazione con obiettivi di semplificazione, di risparmio, di efficienza su un arco di temi che va dalle istituzioni alle strutture amministrative, alle autorizzazioni, alle società pubbliche fino alla giustizia civile, passando per i costi della politica.

2.Riforma fiscale con obiettivi stringenti di recupero dell’evasione e di spostamento del carico dalla produzione alla rendita.

3. Liberalizzazioni, con una dozzina di misure capaci di tagliare incrostazioni e favorire lo sviluppo delle attività economiche.

4. Politiche industriali orientate alle reti, alla tecnologia e alla ricerca, all’efficienza energetica, alla dimensione d’impresa, indirizzandole in particolare alle risorse potenziali del Sud.

5. Correzione della manovra economica, fermo il vincolo del pareggio, riducendo iniquità e spinta recessiva, riselezionando sia i tagli di spesa sia il carico fiscale con misure immediate di anticipazione della riforma del fisco, con opportune dismissioni e con ragionevoli interventi sul patto di stabilità e sui pagamenti.

Sui primi quattro punti il Partito democratico ha idee e proposte specifiche da confrontare con chiunque fosse interessato sul serio a discutere.
Sul quinto punto stiamo lavorando.

Le principali cose da fare, come si vede, richiedono tempo, credibilità e un clima di convinto sforzo comune. Lo ripeto: al di là di qualche intervento-tampone o tattico (controllo del fabbisogno che pagheremo l’anno prossimo! interventi sul mercato per provare a sostenere i titoli e poco altro) tutto quello che si può fare richiede tempo e credibilità.

Da dove possono venire dunque tempo e credibilità se non da una visibile svolta politica, cioè da una discontinuità che non venga percepita come gattopardesca? Se per salvare l’Italia bastasse attaccare la nostra ruota al carro di oggi, lo faremmo. Pensiamo che non sia così.

È questo il senso della nostra richiesta di un cambiamento di Governo. Non lo chiediamo certo per gli interessi nostri! Lo chiediamo cercando di guardare le cose con gli stessi occhi di chi ci guarda in Italia e nel mondo. Se c’è un gesto. di consapevolezza di chi governa, se c’è un passo indietro, noi siamo pronti a prenderci la responsabilità di uno sforzo comune. Chi pensa (per conformismo politico o egoismo sociale o nell’illusione chela stabilità coincida con la palude) che si possa andare avanti così fino al 2013, Si carica di una drammatica responsabilità. Piuttosto di questa illusione, sarebbe meglio il voto anticipato come impegno a una ripartenza su basi nuove, programmi nuovi e nuove energie. Questo è il nostro giudizio essendo in ogni caso pronti a portare nella sede parlamentare le nostre proposte oltre che nel confronto con le parti sociali. Siamo sempre pronti ad inchinare al tricolore la nostra bandiera.

Non è obbligatorio condividere questo nostro giudizio.

Si chiede tuttavia anche ai nostri avversari o ai nostri antipatizzanti di prenderne buona nota, a futura memoria, così come si sarebbe dovuto fare delle tante cose inascoltate che abbiamo detto in questi anni.

da www.partitodemocratico.it