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"Dai modenesi stanno arrivando saponi e detergenti in regalo ai detenuti", di Saverio Cioce

La prima ad arrivare è stata una signora in bicicletta, con il cestino pieno, con 20 flaconi di bagnoschiuma da mezzo litro . E poi ancora altre persone con i campioncini o una spesa all ‘ultimo minuto con pacchi di detergenti sino a una benefattrice che ha messo in una busta bianca qualche biglietti da 100 euro . E stata questa la prima risposta dei modenesi all’appello lanciato dalla Gazzetta di Modena per la mancanza di saponi e detersivi all’interno del carcere di S. Anna . La settimana prossima dovrebbe arrivare anche una piccola ma importante fornitura da una ditta modenese che produce articoli per la pulizia .
Il problema è rinviato solo per un paio di settimane. La segnalazione dell’emergenza è arrivata dall’associazione Carcere Città : i numerosi casi di pediculosi nella sezione femminile hanno acuito una situazione già al limite della sopportazione . Del resto i fondi ai penitenziari italiani sono stati diminuiti di un terzo per ragioni di risparmio; anche la direttrice della casa di pena modenese ha dovuto prendere decisioni drastiche per far quadrare i conti . Sotto la scure dei risparmi obbligati sono finiti i detergenti: chi ha qualche soldo può comprarli allo spaccio interno, gli altri devono affidarsi a quello che passano i volontari. Col contagocce, com’è evidente; che con una popolazione carceraria di quasi 500 unità non ci sono risorse per tutti.
Anche la mancanza dei congelatori, vitali per tenere un p ò d’ acqua fresca con queste temperature, è stata affrontata dai volontari con il pragmatismo dell ‘ultima spiaggia: anche qui lettere di dignitosa mendicità, una richiesta d’ aiuto, alle maggiori catene di supermercati di Modena: «Vi avanza un congelatore usato che avete di scorta? Magari anche vecchiotto?»
Non un modello qualsiasi , perchè le imperscrutabili regole carcerarie prevedono che siano ammessi solo quelli a pozzetto, cioè con il caricamento da uno sportello in alto ; quelli da casa non vanno bene. Chi vuole una bottiglietta fresca , da tenere
nell’asciugamano per asciugare il sudore e rinfrescarsi nelle lunghe ore di im mobilità, tre persone in una stanza da nove metri quadrati, sono un sogno. Meglio, un piccolo miracolo laico del volontariato modenese se e quando si potrà comprare un congelatore al posto di quelli rotti e che vengono dimenticati: anche qui mancano i fondi per le più banali riparazioni .
Ma i guasti sono comunque un incubo per tutti quelli che , dalle due parti della barricata, si trovano a operare in carcere.
Ad esempio la palestra è inagibile perché ci piove dentro, e non ci sono risorse per aggiustare il tetto ; a poche centinaia di metri c’è il padiglione nuovo con 170 posti nominali, costato milioni di euro e che deve essere inaugurato in ottobre. Bene, per inossidabili regole sulla contabilità pubblica che funziona per camere stagne, neppure un muratore ha potuto essere spostato per sistemare i guai più grossi del S.Anna. Stessi problemi per gli agenti penitenziari : da quindici anni la strumentazione che permetterebbe di usare le tele –
camere e il telecontrollo, per cui se un uomo in divisa ha un problema quando è da solo in servizio deve aspettare il cambio turno per essere soccorso . Magari dopo sei ore. Oppure ancora ci sono i due furgoni per il trasporto dei detenuti , carichi di anni e di chilometri : uno ha superato il milione di km e ansima ogni volta che si mette in moto per corso Canalgrande, diretto al palazzo di
Giustizia.
«Il problema del sovraffollamento è comune a tutte le carceri italiane e Modena non fa eccezione – osserva la parlamentare Pd Manuela Ghizzoni che venerdì scorso ha compiuto una visita al S. Anna – Sicurezza per tutti i cittadini vuoi dire anche garantire condizioni minime di dignità carceraria . Per questo occorre creare un cordone sanitario evitando problemi pazzeschi come quelli che ci troviamo di fronte: ogni istituzione, associazione deve fare quel poco che può per evitate di aggravare ancora una situazione al limite del collasso . Per questo faremo tutto ciò che è possibile affinchè il nuovo padiglione sia usato per decongestionare il carcere modenese e non sia invece solo uno spazio in più dove sistemare gente in arrivo da tutta l’Italia» .

La Gazzetta di Modena 09.07.11