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Il Pd: «La manovra stronca il Paese La riscriviamo noi», di Maria Zegarelli

Bersani e Fassina al lavoro per mettere a punto una proposta alternativa. Il giudizio è negativo, con sfumature diverse, ma negativo. Le opposizioni ieri sera hanno finalmente appreso quali saranno le misure messe a punto dal governo – dopo giorni di tira e molla tra Lega e Pdl e unvenerdì di tensione alle stelle consumato in un andirivieni costante ieri a Palazzo Chigi – per raggiungere il pareggio di Bilancio entro il 2013. «C’è una forte preoccupazione, questa è una manovra che è a carico dei ceti popolari e dei ceti medi, che non è in grado di risolvere i problemi, che è inadeguata e iniqua»,commenta il segretario Pd Pier Luigi Bersani al telefono con Enrico Mentana su La7. E poi, rivolgendosi al ministro Rotondi, ospite in studio: «Vi indicheremo noi le cose difficili da fare, quelle che non volete fare perché colpirebbero i “vostri” quelli cioè che non pagano le tasse. Senza fare le cose difficile che voi non volete fare questo Paese non si salverà». Duro anche Gianluca Galletti, vicecapogruppoUdc alla Camera: «Se siamo arrivati a questo punto è per una responsabilità precisa: quella del governo che è in carica da tre anni. Perché ci sarà pure un problema finanziario mondiale, ma in Italia c’è un problema nel problema: hanno continuato a nascondere la cenere sotto il tappeto e adesso presentano una manovra che colpisce le fasce più deboli della società attraverso i tagli agli enti locali e le fasce medie con un forte aumento della tassazione». È questa la preoccupazione che accomuna la minoranza, questo colpo mortale al welfare e al lavoro dipendente associato all’assoluta mancanza di misure per la crescita: un mix che rischia di mettere in ginocchio ulteriormente il Paese. Il leader Idv Antonio Di Pietro guarda il lato positivo: «Finalmente abbiamo un documento di cui discutere nel merito dopo tante chiacchiere e la possibilità di dare il nostro contributo in Parlamento per apportare quelle modifiche necessarie a rendere questa manovra meno iniqua e meno pesante per le fasce più deboli». E tra i fatti positivi Di Pietro elenca anche il taglio alle Province, l’accorpamento dei Comuni, la riduzione degli eletti nei consigli di Regione e Province, oltre all’aumento della tassazione delle rendite finanziarie dal 12,5 al 20%. «Ma resta una manovra piena di ombre, che si abbatte sui più deboli, e lascia intravedere solo qualche luce», il suo giudizio finale.
LA CONTROMANOVRA DEL PD
Bersani dice la «riscriveremo noi», ma in realtà già ieri per tutto il giorno ha lavorato con Fassina, Baretta, Mercatali, Boccia, Giaretta, Fluvi e Barbolini, per mettere a punto la contromanovra. Si tratta di cinque-sei punti, che potrebbero essere presentati già oggi o domani e prevedono misure per la riduzione della spesa della Pubblica amministrazione e una maggiore efficienza: lotta all’evasione; sostegnoalla crescita; agevolazioni per gli investimenti delle imprese e liberalizzazioni (farmaci, filiera petrolifera, ordini professionali, rc auto, portabilità conti correnti e mutui, servizi pubblici locali). Intervenire, in sostanza, a livello centrale – a partire dalla riduzione el numero dei parlamentari, dal dimezzamento di società pubblica, ad un pacchetto di dismissioni, fino all’introduzione di una vera e propria politica industriale anche per la Pubblica amministrazione – per salvaguardare il welfare e dunque i ceti sociali più esposti. «Chi ha di più deve dare di più», il senso. «Questa manovra decisa dal governo prevede tagli insostenibili per Regioni, Province e Comuni che di fatto si tradurranno in meno asili nido- dice Stefano Fassina, responsabile LavoroPd- meno trasporti pubblici, meno assistenza agli anziani. Si colpiscono inoltre le fasce medie e non chi ha redditi altissimi».
Anche l’Udc sta lavorando ad un pacchetto di proposte da presentare in Parlamento, «abbiamo accolto l’invito del Presidente della Repubblica ad avere uno spirito propositivo, ma vedremo cosa farà la maggioranza». Tra gli emendamenti a cui lavorano i centristi, oltre a misure per la crescita, c’è la proposta di agganciare l’imposta di solidarietà alla composizione del nucleo famigliare e di applicare il quoziente familiare anche alla previdenza. Da Angelo Bonelli, dei Verdi, arriva l’allarme per i tagli ai fondi per la difesa dei territori: «È semplicemente incomprensibile».

L’Unità 13.08.11