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«La democrazia ha un costo. I privilegi no», di Andrea Draghetti

Alla Festa Nazionale del Pd si è discusso di riforma delle istituzioni e di costi della politica. Violante: “Occorre riavviare un rapporto di fiducia con i cittadini e allontanare la disaffezione che è predominante oggi”. Rizzo: “La democrazia è preziosa e costosa. Il prezzo va pagato ma non si può confondere la democrazia con il privilegio”

C’è una convinzione che ha accomunato Luciano Violante, il professore Cesare Pinelli, il procuratore Mario Ristuccia e Sergio Rizzo scrittore e giornalista del Corriere della Sera, intervenuti sul palco della Festa Nazionale del PD in corso di svolgimento a Pesaro: la democrazia ha un costo, i privilegi no.

Il dibattito ha cercato di dare alcune risposte concrete su quali azioni intraprendere per riformare le istituzioni e ridurre i costi della politica. Violante ha chiarito “che non esiste nessuna bacchetta magica per risolvere la cosiddetta zona grigia” (la zona in cui non si distingue dove finisce la politica e dove inizia a lavorare l’amministrazione ndr). I costi impropri e costi della democrazia vanno distinti”.

Per l’esponente democratico serve nuovo assetto istituzionale e la diminuzione del numero dei parlamentari è un elemento fondamentale ma non il primo punto da cui cominciare. “Va cambiata innanzi tutto la legge elettorale per ridare un nuovo rapporto di fiducia tra i parlamentari e i cittadini. Il parlamentare finché è scelto dal capo del partito non è rappresentante di nessun elettore. Occorre che i cittadini si riapproprino di questo loro diritto. Solo dopo si potrà parlare della riduzione del numero dei parlamentari”.

Anche per Mario Ristuccia, ex procuratore della Corte dei Conti e docente di Diritto Pubblico all’Università “La Sapienza” di Roma, la riforma della legge elettorale è una priorità per il Paese. “L’attuale legge – ha dichiarato – ha prodotto guasti enormi e la disaffezione generale nei confronti della politica. Il premio di maggioranza che regala seggi a liste politiche non c’è in nessun paese del mondo. È una cosa da furbi. Sono convinto che il sistema a doppio turno di collegio (modello alla francese) sia una possibile soluzione perché consente ai cittadini di scegliere la coalizione sulla base del voto dato al primo turno e perché nazionalizza la competizione politica eliminando la tentazione secessionista che, purtroppo, è un problema per l’Italia”. “Non è possibile affidare la gestione pubblica a persone che non sono espressione una vera rappresentanza democratica. L’Amministrazione Pubblica, a tutti i livelli deve offrire servizi affidabili. Oggi i cittadini avvertono che il servizio è insufficiente. Nell’ipotesi di riforma, Brunetta aveva posto alcuni problemi ed individuato punti su cui lavorare ma ha fallito con le ricette proposte”.

Per Violante i privilegi di cui gode la politica “erano molto più elevati quando sono entrato per la prima volta in Parlamento nel 1979. Ma non si discuteva di questo perché c’era un forte rapporto di fiducia tra cittadini e politici e perché questi ultimi garantivano veramente servizi. I cittadini ora non sono soddisfatti dai servizi forniti della politica e dai comportamenti riprovevoli di alcuni parlamentari”. “Se uscissimo da questa piazza – ha dichiarato Violante – e chiedessimo alla gente quanto si dovrebbe pagare un parlamentare, per molti oggi anche un solo euro sarebbe troppo”!

Serve in tal senso maggiore trasparenza e l’istituzione di un codice etico e un organo di vigilanza che valuti i comportamenti dei parlamentari con regole chiare, così come avviene negli Stati Uniti. E il PD si deve fare portavoce di questa battaglia per riavviare un rapporto di fiducia con i cittadini e allontanare la disaffezione che è predominante oggi.

“Il concetto di fiducia – ha chiarito Ristuccia – è legato al principio di legalità. Per abbreviare i tempi della PA si è passati da un sistema di controllo preventivo ad uno di efficienza, ovvero un’operazione successiva sulla bontà dei risultati che ha via via eroso il principio d i legalità. Il rispetto delle regole è risultato addirittura un impedimento ovviato con i procedimenti di urgenza che hanno avallato l’assoluto rispetto delle leggi. Insomma c’è stata una deviazione dell’attività amministrativa con l’introduzione di criteri non propri e la conseguente nascita di corruzione e di cricche. L’esempio più evidente è stata la privatizzazione degli enti locali: affidare al diritto comune attività di diritto pubblico è stato un altro modo per non applicare il principio di legalità. E le privatizzazioni ora sono diventate davvero costi impropri della politica”.

“Molto poco è successo tra gli anni in cui è uscito La Casta e oggi”. Così ha introdotto il suo intervento Sergio Rizzo autore del best seller letterario del 2007 insieme a Gian Antonio Stella. “Anzi – ha continuato lo scrittore – si potrebbe dire che la situazione è peggiorata. Dal 2001 al 2010 gli italiani si sono impoveriti del 4% e a questo non è corrisposto un analogo impoverimento della classe politica. Berlusconi nel 2009 ha dichiarato all’Erario 40 milioni di euro con un aumento del 70% rispetto all’anno precedente. Nello stesso periodo gli italiani si sono impoveriti del 2,8%. Ma Berlusconi non è il solo! Per reddito, Angelucci è al secondo posto e lavora principalmente solo con soldi pubblici! A seguire ci sono avvocati del premier e di Fini…e così via! È un sistema altamente auto-referenziale. La democrazia è preziosa e costosa. Il prezzo va pagato ma non si può confondere la democrazia con il privilegio. Prodi aveva cominciato a fare qualcosa in maniera timida ma è stato smantellato dal 2008 con l’attuale governo”.

“Ma non si può andare più avanti con questo andazzo” ha ribadito Rizzo. “Il regime dei vitalizi non è più accettabile e non è solo una questione centrale. É facile puntare il dito solo in direzione dei parlamentari ma accade che a livello locale il vitalizio di un consigliere regionale è addirittura superiore di quello di un deputato. Bisogna mettere mano su queste cose e smetterla di promettere di farlo e poi non farlo”.

E proprio su quest’ultimo punto che il governo Berlusconi latita completamente. “Qualcuno ha capito cosa comporta questa manovra?” ha domandato Violante alla platea. “La maggioranza e il governo stesso fa continue marce indietro facendo perdere di credibilità all’Italia nei confronti dei partner esteri. I cittadini non sanno ancora chi pagherà e chi no. Perché il patto con gli evasori vale e quello con i cittadini no? C’è una questione morale alle spalle di tutto questo non si può più punire gli onesti e premiare i disonesti”.

Per Rizzo la soluzione a questo problema ci viene offerto dalla Gran Bretagna dove vengono resi trasparenti e pubblicati online sul sito della House of Commons tutti i contributi che vengono dati agli eletti. “Questo è un contributo alla democrazia”.

da www.partitodemocratico.it