partito democratico

"Firme, ora si muova il Pd", di Pierluigi Castagnetti

I tempi utili per presentare il referendum abrogativo del Porcellum ormai stringono. Personalmente sicuramente lo firmo avendo sempre pensato che la strada della riviviscenza della legge elettorale precedente, il Mattarellum, fosse quella da percorrere. Alcuni di noi si sono fermati dopo la direzione nazionale che ha impegnato tutti i dirigenti a sostenere in sede parlamentare la proposta di riforma del Pd e ha chiesto ai promotori dei due referendum (Passigli e Morrone) di sospendere la loro iniziativa: era evidente la preoccupazione del partito di non trovare nelle proprie feste due banchetti separati a raccogliere firme a sostegno di due referendum che convergevano solo nell’obbiettivo di cancellare la legge Calderoli, ma divergevano profondamente nel contenuto della proposta di riforma. Stefano Passigli, è giusto dargliene atto, ha raccolto l’invito del Pd sospendendo la raccolta di firme per il suo quesito referendario con esito chiaramente proporzionalista. Arturo Parisi, e anche a lui è giusto dare atto di una coerenza e una determinazione che sono note, non ha ritenuto invece di poter rinunciare all’altra iniziativa considerato il rischio concreto che gli italiani siano costretti a tornare a votare con una legge che di fatto li espropria del diritto di scegliere i propri rappresentanti.
A questo punto l’iniziativa è in campo e a me pare che si debba assumere una posizione.
L’orientamento della gran parte dei nostri elettori a me sembra favorevole e lo si coglie con nettezza girando nelle varie feste del partito, al punto che sia nella festa nazionale che nelle feste provinciali di varie regioni è stata autorizzata la raccolta delle firme.
Credo però che il partito debba andare oltre e assumere, come è avvenuto con il referendum dell’acqua, la decisione di assecondare l’orientamento dei propri elettori.
Non sempre questa è la strada giusta, ma in questo caso io penso che lo sia. Nel dibattito politico di questo infuocato mese di agosto, infatti, di tutto si è parlato fuorché della riforma della legge elettorale, a conferma del fatto che quando urgono altri problemi ci si dimentica di questo. Ma veramente non possiamo consentirci il rischio di tornare a votare con una legge che tanti danni ha procurato al funzionamento ma soprattutto alla legittimazione dell’attuale ceto parlamentare.
Sembra peraltro farsi strada un certo consenso alla proposta del Pd di ridurre fortemente il numero dei parlamentari ma non basta, occorre una legge che restituisca al titolare della sovranità nazionale, il popolo, ciò che gli è stato sottratto.
Per questa ragione ritengo che il Pd debba non solo autorizzare la collocazione nelle proprie feste dei banchetti allestiti dal comitato referendario ma debba sollecitare tutta la sua base a sostenere l’iniziativa.
Ciò non significa rinunciare in sede parlamentare a lavorare per una soluzione come quella elaborata dai gruppi del Pd, anzi, sarà proprio l’iniziativa referendaria, se si raggiungerà entro il 30 settembre la raccolta di 500mila firme, ad aiutare la calendarizzazione del dibattito parlamentare su tale riforma.
L’iniziativa referendaria può avere infatti tre diversi sbocchi, tutti accettabili. Può servire, come ho detto, a sbloccare l’impasse parlamentare, oppure può produrre l’effetto del ripristino del Mattarellum in assenza di una riforma varata dal parlamento, o può indurre l’attuale maggioranza ad accelerare lo scioglimento del parlamento e andare alle elezioni anticipate nel 2012, per evitare di andarci nel 2013 con altra legge elettorale. Sarebbero effetti diversi, come si vede, ma tutti, seppur per ragioni diverse, con qualche pregio.
I tempi, come dicevo all’inizio, urgono e l’impresa dal punto di vista organizzativo resta difficile e con qualche rischio d’insuccesso.
Credo peraltro che anche Passigli visto come si sono sviluppate le cose, ovviamente con qualche rammarico per la rinuncia alla sua iniziativa referendaria, oggi possa convenire sull’opportunità di sostenere un’iniziativa che, comunque, realizza l’obiettivo esplicito di cancellare una delle leggi più vergognose fatte dalla destra nell’ultimo decennio.

da Europa Quotidiano 30.08.11