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Confindustria: "Manovra debole e inadeguata" . Comuni e Regioni in rivolta contro i tagli: "Il governo uccide il federalismo", di Lucio Cillis

Anche se il gettito da Robin Hood Tax andrà interamente agli enti locali, Comuni e Regioni sono sul piede di guerra mentre Confindustria critica duramente la manovra. Il consiglio direttivo degli industriali la giudica «debole e inadeguata, senza la necessaria certezza sui saldi. Mancano le misure strutturali e sono assenti misure adeguate per la crescita».
Una sonora bocciatura, dunque, che si affianca a quella del presidente facente funzione dell´Anci. Osvaldo Napoli spiega le novità e nel contempo esprime senza mezzi termini il disappunto per le misure proposte dal governo al termine della riunione che si è tenuta a Palazzo Chigi: «La discesa dei tagli da 6 a 3 miliardi che era stata annunciata, non c´è più. Restano sul tavolo 4,2 miliardi di tagli e per la riduzione di 1,8 miliardi non ci sono certezze di copertura, salvo un vago riferimento alla Robin Tax». Troppo poco per cambiare i rapporti burrascosi che oppongono l´esecutivo a sindaci e governatori.
I proventi della tassa sulle aziende energetiche verrebbero dunque girati direttamente nelle casse esangui degli enti locali, ma, nella sostanza, senza modificare di molto la situazione a favore di Regioni, Comuni e Province che resterebbero a corto di ossigeno. Una distanza incolmabile, al punto che tutti i rappresentanti delle autonomie locali marciano compatti e parlano di una vera e propria «rottura» tra le parti, con tanto di manifestazione congiunta contro i tagli, già programmata per lunedì pomeriggio a Roma.
Per il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, il presidente dell´Upi, Giuseppe Castiglione, il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, quello del Lazio, Renata Polverini, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il primo cittadino di Torino Piero Fassino e quello di Bari Michele Emiliano, la manovra nonostante le modifiche, deve essere riscritta. «Viene confermato un taglio di 4,2 miliardi e non ci viene neppure detto dove si recuperano 1,8 miliardi», dice la Polverini, «già se i tagli fossero già stati veramente dimezzati per noi sarebbe stato impossibile garantire i servizi in questa condizione non sappiamo veramente da che parte cominciare». «Si è rotta la catena istituzionale», commenta la governatrice del Lazio.
«Il giudizio che diamo dell´incontro è fortemente negativo: non abbiamo avuto alcuna risposta», sottolinea il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, che definisce il taglio alle autonomie nelle ultime tre manovre «drammaticamente sproporzionato e tutto a carico degli Enti locali». Le Regioni, a causa dei tagli, secondo Errani non saranno in grado di garantire il trasporto pubblico locale.
Secco anche il commento del primo cittadino della Capitale Gianni Alemanno, che ha portato le ragioni dell´Anci fin nella sede del Pd, dove ha incontrato (dopo aver sbagliato piano) il numero uno del partito Pier Luigi Bersani, e parlato di «un nuovo testo assolutamente inaccettabile».
E a fine giornata, c´è tempo per annotare l´ennesima battaglia di posizione tra sindacati: le voci di un incontro segreto tra Cisl, Uil e Confindustria al ministero del Welfare, mandano su tutte le furie la Cgil che definisce «grave» la notizia di un vertice con al centro le norme sulla contrattazione aziendale in deroga a leggi e contratti nazionali. Sulla stessa linea la Confcommercio, altra grande esclusa dalla riunione, che parla di «fatto gravissimo». Ma il leader della Uil Luigi Angeletti liquida le critiche con una battuta che innescherà nuove polemiche: «Purtroppo gli amici puoi sceglierli. I compagni sono quelli che capitano e noi siamo stati un po´ sfigati…».

La Repubblica 02.08.11

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“Enti locali in rivolta: il governo non ascolta il federalismo è morto”, di Francesco Cundari

«Il federalismo fiscale è morto». Questa la sintesi dell’incontro a Palazzo Chigi tra enti locali e governo secondo Vasco Errani, presidente
della Conferenza delle regioni. «Il giudizio sull’incontro è fortemente negativo: non abbiamo avuto alcuna risposta», dichiara al termine dell’incontro il presidente dell’Emilia Romagna. Parole pesanti vengono anche da amministratori del centrodestra. Alcuni, come il parlamentare
del Pdl Osvaldo Napoli, presente in qualità di presidente dell’Anci, in evidente imbarazzo. «Nonsappiamo ancora con precisione a quanto ammonterà la riduzione dei tagli», ammette al termine dell’incontro, E proprio a lui tocca annunciare una«manifestazione congiunta di Comuni, Province e Regioni» che si svolgerà a Roma lunedì pomeriggio contro i tagli previsti dalla manovra finanziaria per le autonomie locali.
«L’iniziativa sarà pubblica e chiederemo un incontro ai capigruppo e al presidente del Senato», aggiunge Errani. La ragione della mobilitazione è semplice, ed è lo stesso Napoli a spiegarla: «Non c’è più la riduzione della metà dei tagli, da 6 a 3 miliardi, che era stata annunciata. Rimangono 4,2 miliardi di tagli e per la riduzione di 1,8 miliardi non ci sono certezze di copertura, salvo un vago riferimento alla Robin Tax».
In conferenza stampa i rappresentanti delle autonomie locali si presentano uniti, dalla conferenza delle regioni all’Unione delle province, sindaci del Pdl e del Pd, Nord e Sud. Da Gianni Alemanno a Piero Fassino, da Roberto Formigoni a Michele Emiliano. «Viene confermato un taglio di 4,2 miliardi e non ci viene neppure detto dove si recuperano 1,8 miliardi», ribadisce la presidente del Lazio Renata Polverini. «E temiamo che alla fine della fiera non ci sia copertura nemmeno per questi… Già se i tagli fossero già stati veramente dimezzati per noi sarebbe stato impossibile garantire i servizi, in questa condizionenon sappiamoveramente da che parte cominciare».
Il problema è infatti che ai tagli si aggiungono l’incertezza e la confusione. «Vedo che la manovra subisce cambiamenti ogni due ore, e
non sono certo cambiamenti migliorativi», dice il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. «I Comuni – osserva – devono già far fronte alla
riduzione di trasferimenti, dovuta alle finanziarie precedenti. Siamo alla terza manovra in un anno e tutte hanno colpito duramente i comuni. Tutto questo è incomprensibile, anche perché mette a rischio servizi essenziali per i cittadini, che sono le vere vittime». Certo è che emendamenti, modifiche e promesse del governo continuano a non convincere gli amministratori locali. «I nuovi testi presentati sono assolutamente non soddisfacenti e inaccettabili. Contiamo di avere ascolto anche in sede parlamentare», insiste Alemanno. «Così come lunedì hanno manifestato insieme i sindaci di centrodestra e centrosinistra, adesso il nostro appello a rivedere la manovra dando respiro agli enti locali è rivolto veramente a tutti». Il sindaco di Roma appare tra i più attivi e determinati. A margine dell’incontro con Pier Luigi Bersani, che nel pomeriggio ha ascoltato i rappresentanti dell’Anci e illustrato loro le controproposte del Partito democratico, Alemanno si intrattiene a lungo con il segretario del Pd.
Il governo, dichiara Bersani al termine dell’incontro, sta dando «una botta micidiale alla condizione dei cittadini riducendo i servizi o facendo in modo che i servizi costino di più, perché i tagli si scaricano da parte degli enti locali con una maggiore pressione fiscale». Quindi quando Berlusconi dice «non metto le man inelle tasche degli italiani», prosegue il segretario del Pd, può dirlo perché «gliele fa mettere agli altri».
Sintetizza la situazione il responsabile Economia del Pd Stefano Fassina: «Alla cancellazione voluta dalla Lega dell’intervento sulle pensioni, il Pdl risponde con la cancellazione dell’allentamento parziale del Patto di Stabilità per Regioni, Province e Comuni. Pdl e Lega regolano i conti, paganoi lavoratori, le famiglie, le imprese».

L’Unità 02.09.11