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"Gelmini, sono troppi. Lasciali a casa", di Mila Spicola

L’ 1 settembre di ogni anno è il primo giorno per i docenti italiani, che sono troppi, per i bidelli che sono più dei carabinieri, e per il personale amministrativo, quello che in Presidenza si affanna tra iscrizioni, certificati e circolari, troppi anche loro. Dovevo scriverne di quel primo giorno…non ce l’ho fatta. L’ho mantenuto un “fatto privato”. Il primo collegio dei docenti, il nuovo preside, l’inizio della programmazione, i compiti assegnati, i nuovi colleghi (precari), i vecchi colleghi (precari anch’essi con minore consapevolezza)…Un rito che si ripete ogni anno e..però… vedo intorno a me visi sempre più rassegnati e già stanchi. Leggo la nausea, se mai si potesse leggere.
Una ministra con pettinatura nuova di zecca lancia numeri come al lotto, forse se li è sognati stanotte, un paese intero le dà credito, persino a sinistra, nell’accogliere quei numeri falsati, per raccontarci tra le righe che “tutto è a posto, tutto è in ordine e l’anno scolastico inizierà regolarmente e mai come oggi è andata così bene”. Magia dei numeri.
Che ci sta a fare lo sciopero della fame quel deficiente di Calogero (scusami Calogero) a piazza D’Orleans a Palermo, che ci sta a fare quello scemo di Pietro, anche lui in sciopero della fame a Ragusa? Che ci sto a fare io e le altre come me, che ci stiamo a fare a denunciare quello che sta accadendo invece? Forse che i numeri falsi sono i nostri? I miei? Forse davvero va tutto bene? Ma lasciam perdere questa classe infame, gli insegnanti italiani. Pensiamo ai ragazzi. E che cavolo. “La scuola è per i ragazzi, mica per i docenti!”. Come la giustizia: è per i cittadini, mica per i magistrati! Salvo poi che per assicurare istruzione e giustizia ci vogliono per forza gli uni e gli altri: insegnanti e magistrati. Oibò. Una volta si diceva: “persone che se ne intendono”. Oggi siamo circondati di teste che non intendono e la cosa si complica parecchio.
Ma torniamo ai ragazzi. Che cacchio ci stanno a fare 30, 40 ragazzi nelle prime classi delle superiori?
Magari è il frutto di una mistificazione indotta da stress la nostra. E invece le classi sono tutte con meno di 25 alunni come recita la legge? Che non è vero che ne esistono anche di 40 alunni?
Magari ogni disabile ha il suo insegnante di sostegno per le ore dovute, 18 se è un disabile grave (e sono comunque molto di meno delle 30 o 40 che seguono i suoi compagni “normodotati”)? E magari non è vero che io, che insegno arte, non ho nessun sostegno quando lo trovo in classe, qualunque sia la sua disabilità? Magari sogno? Quando lo trovo in classe insieme ad altri ben più di 20..numero massimo consentito dalla legge in presenza di disabili (ah, queste leggi…che barba, che noia..).
E magari ce la siamo inventata per intero la favola che due scuole su tre in Italia sono a rischio. Non hanno il certificato di agibilità, quello antisismico o quello antincendio. Hanno strutture fatiscenti, impianti non funzionanti, muffe, distaccamenti, crepe, spazi inadeguati? Massì..sarà tutta un invenzione degli insegnanti comunisti il cui unico obiettivo è andar contro alle mirabilie di questo governo. Chissà quante ne inculchiamo di verità false. E magari quella bimba siciliana che si è beccata 4 punti in testa per caduta di cornicione a scuola è una comparsa. Bene l’è andata mi vien da aggiungere. Magari la chiamano allo Zecchino D’oro.

E le mamme dormienti che non inforcano le armi dell’indignazione per andarsi a difendere i figli di fronte a tutto ciò, rimanendo imbambolate di fronte al Grande Fratello, a Uomini e Donne, a Squadra Antimafia (squadra antichè??) con l’ultimo modello di bocca rifatta, sono soltanto una coreografia dell’ultimo allestimento del Nabucco con la regia di Emma Dante. Donna geniale ma sempre fuori le righe, si sa…
E magari, caso a me più vicino, non è vero che il 60% delle spese per l’istruzione dei ragazzi siciliani sostenute dalla Regione Sicilia se ne va in affitti. A chi? Affitti milionari in edifici fatiscenti la cui proprietà è a volte certificatamente dubbia e non è un ossimoro. E non è affatto vero che la mia scuola è un magazzino con gli infissi rotti, per il quale paghiamo 265.000 euro l’anno di affitto. La potremmo fare nuova e bella con 4 anni di affitto.
E non è affatto vero che la Sicilia spenda in scuola più della Lombardia e che ai suoi ragazzi arrivino briciole ammuffite. Ai ragazzi siciliani, sì, quelli che poi “vanno male a scuola perchè i loro docenti non sono bravi e sono troppi”. Ma quando mai. Tutte balle, professoressa.
E dunque forse l’unica cosa vera è che noi docenti siamo troppi. Questo il motivo dei visi spenti…
Il “troppo” è una misura relativa però, fatto ignoto persino a molti dirigenti del mio partito, il PD, perché mi costa di persona averli sentiti dichiarare, non una, ma più volte, davanti alla mia faccia “si però, Mila, siete troppi, è vero”. Vero?!!! Troppi rispetto a quanti? Questo dimentica la ministra dai finti occhiali e dalle finte competenze e questo dimenticano o ignorano persino i nostri. Il troppo è una proporzione matematica: va considerata in rapporto a qualcos’altro. Troppi rispetto a quanti ragazzi? In Francia sono di meno: è la litania. Ma in Francia il Ministero non paga né i docenti di religione (ahi ahi,..che tasto scomodo, Mila, stai zitta…) né, tantomeno quelli di sostegno. Se li sommiamo ai docenti “normali” risultano essere addirittura più dei nostri.
E allora io dico: troppi ragazzi. Ok. Troppi. In Italia ce ne sono molti di più di quanti una classe dirigente Vecchia, auto conservatrice e in aperta malafede ne possa reggere. La legge recita (anzi, “LE” leggi, sono ben tre e tutte in vigore) che ci debbano stare non più di 24 ragazzi in una classe con un insegnante? Che ci stanno a fare in 40 in una classe, GesùSanto? Lasciamoli a casa. Riportiamo la legalità nella pubblica amministrazione a partire da una corretta gestione delle risorse umane. I conti quadrerebbero finalmente; del resto, sono lustri che non ci capita di vedere un governo così bravo a far di conto, l’ultima finanziaria è un prototipo mai visto di perizia contabile.

Per la Gelmini e per questo Governo e per moltissimi italiani, compresi quelli che dirigono partiti a destra come a sinistra come al centro al sopra e al sotto, gli insegnanti sono un numero a priori e non a posteriori e sono troppi. Non dipendono cioè dal numero dei ragazzi e dalle leggi ma da un GIUDIZIO BIBLICO, da un POSTULATO INCONFUTABILE, qualunque sia il numero: sono troppi e dunque devono essere di meno, di una quantità indefinita. I ragazzi? E che sono mai? Chi se ne frega…
E dunque : quest’anno 1000 docenti in quella Città da Roma in giù (che fosse anche di due milioni di abitanti), non più di mille, moltiplichiamo mille x 24 e quello sarà il numero perfetto della scuola perfetta. Da Roma in su il rapporto cambia “perché lì sì che sanno far meglio il loro mestiere”. Se sono di meno, i ragazzi li andiamo a prendere da un paese vicino. Se sono di più? Nessun problema: lasciamoli a casa. Così fanno compagnia alle mamme sul divano mentre guardano la TV. Sarebbe più giusto..piuttosto che infilzarli con lo spiedino nelle classi pollaio. E magari le ragazzine a 15 anni si “fanno” il seno, piuttosto che rifarlo, e i ragazzini si lanciano a 200 all’ora sul raccordo anulare. Perché la noia se li mangia vivi. Padri, madri e figli. Altrove la chiamerebbero emergenza educativa, io la chiamo ormai emergenza sociale, culturale…politica. Si, ragazzi, cattiva politica. Cattivissima perchè incapace, inefficiente, incompetente. Con tanto di certificazione.
Se si potesse definire l’incompetenza della Gelmini nell’ambito suo di “competenza” , cioè il sistema scuola, non potremmo utilizzare altro aggettivo che “enciclopedica”.
La sua è una sorprendente ignoranza enciclopedica. Per cui è perfetta.

Non è un romanzo di Borges, e nemmeno una favola di fantascienza. E’ ciò che accade. Chi è senza colpa scagli la prima pietra.
Ma forse me lo sto sognando? Ceci ne pas …

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da www.unita.it