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Iva dal 20 al 21%, contributo di solidarietà 3% sopra 300mila euro. Adeguamento pensione donne dal 2014

Manovra in aula al Senato dal pomeriggio, approvazione a Palazzo Madama domani, con il Cdm convocato alle 18 per autorizzare il voto di fiducia. Poi il testo passerà all’esame della Camera. La conferenza dei capigruppo ha stabilito la nuova tabella di marcia del provvedimento dando un colpo d’acceleratore all’esame del decreto legge che sarà approvato già domani, anziché sabato.

Tre le modifiche al testo approvato in commissione Bilancio annunciate da Palazzo Chigi al termine del vertice di maggioranza: 1) aumento di un punto Iva, dal 20 al 21, con destinazione del maggior gettito a miglioramento dei saldi del bilancio pubblico; 2) fino al pareggio di bilancio, contributo del 3% sopra i 300mila euro; 3) adeguamento delle pensioni delle donne nel settore privato a partire dal 2014. Giovedì il Consiglio dei ministri approverà anche l’introduzione nella Costituzione della «regola d’oro» sul pareggio di bilancio e l’attribuzione alle Regioni delle competenze delle Province. Questa mattina il portavoce del governo spagnolo ha attaccato l’Italia accostandola alla Grecia. Ecco la cronaca della giornata.

Ore 16,54. Iniziato l’esame della manovra al Senato
È iniziata la riunione dell’aula del Senato con all’esame il testo della manovra economica del governo. Il voto finale dell’assemblea di palazzo Madama, secondo quanto emerso dalla conferenza dei capigruppo, è previsto per domani. È attesa per il pomeriggio la richiesta di fiducia da parte del governo. Fiducia che sarà autorizzata alle 18 dal Consiglio dei ministri convocato dall’Esecutivo.

Ore 16,38. Voto finale al Senato domani
Il voto finale del Senato sulla manovra economica è fissato per domani. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo che ha accolto le richieste di accelerare i tempi di approvazione della manovra correttiva anche se si aspetta il maxiemendamento su cui il governo porrà la fiducia, che sarà autorizzata dal Cdm alle 18.

Ore 16,16. Giovedì in Cdm l’abolizione delle Province
Giovedì il Consiglio dei ministri approverà l’introduzione nella Costituzione della “regola d’oro” sul pareggio di bilancio e l’attribuzione alle Regioni delle competenze delle Province. Lo segnala una nota di nota di palazzo Chigi giunta al termine del vertice di maggioranza a palazzo Grazioli.

Ore 16,16. L’Iva aumenta al 21%, contributo di solidarietà sopra i 500mila euro, adeguamento delle pensioni delle donne nel settore privato dal 2014
Il Governo intende porre la fiducia sul testo della commissione della manovra, con le seguenti aggiunte: 1) aumento di un punto Iva, dal 20 al 21, con destinazione del maggior gettito a miglioramento dei saldi del bilancio pubblico; 2) fino al pareggio di bilancio, contributo del 3% sopra i 500mila euro; 3) adeguamento delle pensioni delle donne nel settore privato a partire dal 2014. Giovedì il Consiglio dei ministri approverà l’introduzione nella Costituzione della «regola d’oro» sul pareggio di bilancio e l’attribuzione alle Regioni delle competenze delle Province.

Ore 16,03: Terminato il vertice a Palazzo Grazioli
Terminato, dopo circa due ore, il vertice sulla manovra a palazzo Grazioli con il premier, Silvio Berlusconi, il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, il ministro leghista Roberto Calderoli, e i capigruppo della maggioranza. Nessuno dei partecipanti ha rilasciato dichiarazioni, ma alle 18 si terrà un Consiglio dei ministri per autorizzare la fiducia al Senato sulla manovra, mentre dovrebbe essere diffuso un comunicato sui temi affrontati al vertice di maggioranza.

Ore 15,52. Alle 18 Cdm per autorizzare la fiducia sulla manovra bis
Consiglio dei ministri convocato oggi a Palazzo Chigi alle ore 18 per autorizzare il voto di fiducia sulla manovra economica. Lo annuncia una nota di Palazzo Chigi.

Ore 15.50. Errani: il governo mantenga l’impegno sulla Cig in deroga
Il governo mantenga gli impegni presi sulla copertura degli ammortizzatori in deroga. La sollecitazione arriva dal presidente dellla regione Emilia-Romagna e della Conferenza delle regioni, Vasco Errani. «La copertura degli ammortizzatori in deroga – dice – é garantita fino alla fine del 2011, anche sulla base di un ulteriore sforzo delle regioni. Credo che a questo impegno il governo non possa sfuggire in nessun modo».

Ore 15,17. Frattini: no alla fiducia sulla manovra
La manovra economica non va blindata con la fiducia, ma bisogna confrontarsi con le forze dell’opposizione costruttive e propositive e approvarla in fretta: questo l’appello lanciato dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, dal suo blog, Diario italiano. Approvazione auspicabilmente domani, «di un testo reso più forte e più efficace sulla parte strutturale e per la crescita». Passaggi ineludibili della manovra sono, secondo Frattini, «il nodo pensioni di anzianità» e un intervento sull’Iva «da impiegare per ricerca, innovazione e crescita». Ricordando gli appelli lanciati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il titolare della Farnesina ha quindi auspicato l’adozione di una «manovra per l’Italia come il nostro grande Paese si merita dinanzi ai mercati e all’Europa».

Ore 15.00. Damiano: la manovra deve essere rivista, poi dimissioni del governo
Per Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro e capogruppo Pd in commissione lavoro, «la manovra deve essere rivista rendendola più equa ed efficace evitando di ricorrere a interventi sull’Iva che colpirebbero in maniera indiscriminata i cittadini. Oltre all’abolizione dell’articolo 8 per Damiano «in questo momento chi ha di più deve dare di più per questo riteniamo sia giusto un contributo di solidarietà del 15% sui patrimoni scudati e una imposta ordinaria sui grandi patrimoni immobiliari basata su criteri fortemente progressivi». Poi «un pacchetto di liberalizzazioni che consenta di rompere gli ingessamenti che bloccano la nostra economia. Inoltre il governo la smetta di proclamare la lotta all`evasione, la faccia seriamente». Un istante dopo l’approvazione, poi, per Damiano «ci vuole un’alternativa politica per questo governo non rappresenta il futuro del paese».

Ore 14,49. Visco: questa manovra è contraddittoria
Vincenzo Visco, ex ministro delle Finanze, ai microfoni di “24 mattino” di Radio 24, ha sottolineato che «questa manovra é contraddittoria, confusa, mutevole e non convincente. L’intervento di Napolitano é chiarissimo. Il presidente é una persona che si rende conto che i mercati non sono convinti e che continuano a spararci addosso e a punirci. Siamo al disastro». Per Visco però é sbagliato il paragone tra grecia e italia fatto da Angela Merkel: «noi non siamo né la Grecia né la Spagna, siamo meglio, ma se siamo gestiti male finiamo anche peggio perché siamo più grandi e con maggiore debito».

Ore 13,05. Berlusconi rientra a Roma: possibile vertice di maggioranza sulla manovra
Il premier Silvio Berlusconi sta rientrando a Roma dopo oltre una settimana di assenza. Al suo arrivo nella capitale è possibile un vertice di maggioranza per valutare le eventuali correzioni alla manovra, dopo che anche il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto ha riconosciuto che «uno sforzo per rendere la manovra ancora più incisiva va fatto», soprattutto alla luce dell’appello del capo dello Stato.

Ore 13,02. De Magistris: due giorni per sensibilizzare il governo a rivedere la manovra
«Due giorni per sensibilizzare il governo a rivedere una manovra economica che preoccupa i cittadini e che non convince l’Unione europea, terreno di conflitto per la stessa maggioranza che ne ha cambiato più volte i connotati, generando quel clima di incertezza e di tensione istituzionale che certo non rassicura i mercati e non aiuta la ripresa». Lo scrive il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, sul suo blog.

Ore 12,48. Camusso chiede a Sacconi di cancellare articolo 8
Il segretario della Cgil Camusso concludendo la manifestazione di Roma contro la manovra ha attaccato il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi che «non perde occasione di star zitto», chiedendogli di cancellare l’articolo 8 della manovra. «È meglio che stralci l’articolo 8 – ha detto Camusso – altrimenti rischia di essere il peggior ministro del Lavoro della storia della Repubblica». La numero uno di corso d’Italia ha ribadito che la sua organizzazione ricorrerà alla Corte Costituzionale «per cancellare quelle norme». A Confindustria e alle altre organizzazioni Camusso ha chiesto di scegliere: «o l’accordo sindacale (intesa unitaria del 28 giugno, n.d.r.) o la legge (l’articolo 8 della manovra, n.d.r.), tutte e due non é possibile».

Ore 12,31. Rutelli: i mercati la bocciano, la manovra va cambiata
«La manovra economica non è credibile per i mercati. È insufficiente. Votare questa manovra entro domani è inutile, ne serve un’altra decisamente più credibile», ha detto il leader dell’Api, Francesco Rutelli, conversando con i giornalisti spiegando che il Terzo Polo «è pronto a fare la sua parte se la maggioranza presenterà proposte serie» anche se rimane una forza responsabile all’opposizione. «Se governo non corregge il tiro il paese potrebbe andare verso un rischio default che solo dei pazzi irresponsabili potrebbero guardare in termini di partigianeria politica».

Ore 12,30. Franceschini: cambiare testo della manovra in tempi ragionevoli
Per Dario Franceschini, presidente dei deputati del Pd, «in questa situazione drammatica abbiamo già avuto modo di verificare che la fretta fa i gattini ciechi. La manovra deve essere, come ha ricordato anche il presidente della Repubblica, ampiamente modificata e corretta. Anche per questo, quando il decreto arriverà alla Camera, il Pd lavorerà per modificarne le distorsioni e le iniquità in tempi ragionevoli. Molto meglio alcuni giorni in più di lavoro che ulteriori errori che peggiorerebbero la situazione invece di migliorarla».

Ore 12,20. Fli: serve un esecutivo di salvezza nazionale
Per il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, «i fatti parlano chiaro e da una parte i dati della borsa e dello spread dei nostri titoli di stato, dall’altra la minaccia della Bce di non comprare più i nostri Btp e l’invito del Quirinale a cambiare radicalmente la manovra dimostrano che é giunto il momento di dar vita a un esecutivo di salvezza nazionale, su base politica ma con una forte caratterizzazione tecnico-economica capace di rassicurare i mercati e l’Europa».

Ore 12,18. Versace: la manovra non convince, occorre fare di più
Per il deputato del Pdl, Santo Versace, «la manovra, come uscita dalla commissione del Senato, non convince. Occorre fare di più e occorre farlo subito. Innalzamento dell’età per la pensione di vecchiaia delle donne a 65 anni, pensioni di anzianità con 40 anni di contributi. È necessario reperire altri 20 miliardi di euro attraverso il taglio della voce “acquisti di beni e servizi”».

Ore 12,18. Camusso: manovra iniqua e irresponsabile
Il segretario della Cgil, dal palco allestito al Colossero in occasione dello sciopero contro la manovra ha detto che la manovra «è ingiusta, iniqua, incivile e irresponsabile. Rompe il patto con i cittadini. Secondo la leader del sindacato l’iniquità della finanziaria risiede nel fatto che «colpisce i lavoratori e i pensionati, si accanisce sui più deboli e tagliando sugli enti locali fa un danno alle persone».

Ore 12,13. Tajani: la manovra deve essere potenziata
In questo momento l’Italia ha una «responsabiltà storica: deve rassicurare i mercati» varando al più presto una manovra che porti al pareggio di bilancio e «dia un segnale forte per la crescita». È il monito lanciato dal vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani, il quale ha anche evidenziato che la pur «lodevole» iniziativa per la lotta all’evasione non presenta «certezze contabili». È quindi necessario potenziare la manovra con interventi mirati su Iva, pensioni e per il rilancio della crescita e procedere al sua definitivo varo al più presto, possibilmente «entro la settimana».

Ore 11,51. Sacconi a Bersani: non rinunciamo all’articolo 8
Con una nota il ministro del Lavoro, Sacconi, risponde al segretario del Pd. «A Bersani che pretende addirittura la rinuncia all’articolo 8 – scrive il ministro – rispondiamo che non se ne parla proprio nel nome, da un lato, della sua corrispondenza a una delle più esplicite richieste della Bce e, dall’altro, di un consenso che ha visto convergere la maggioranza e il Terzo polo oltre alla sua accettazione da parte della maggioranza degli attori sociali».

Ore 10,46. Bernabè: serve una guida sicura, lo chiedono i mercati
In questo momento in Italia «quello che manca, quello che ci vuole è una guida sicura con mano ferma che faccia le scelte e le porti fino in fondo: questo è quello che chiedono i mercati». Lo ha dichiarato il presidente esecutivo di Telecom Italia, Franco Bernabè, commentando gli ultimi sviluppi della crisi e della manovra. Importante il «costante stimolo da parte del capo dello Stato perchè vengano affrontati i problemi con coerenza, rigore e in un’ottica di solidarietà nazionale: spero facciano quello che lui chiede» perchè «i problemi sono serissimi e richiedono sacrifici enormi. C’è bisogno quindi di senso di responsabilità e di grande amore per il Paese». Bernabè non ha però voluto commentare le nuove ipotesi circolanti sulle possibili misure, come l’aumento dell’iva: «Le ricette – ha spiegato – le deve dare la politica, non c’è un surrogato alla politica».

Ore 11,34. La Spagna attacca l’Italia accostandola alla Grecia
La Spagna critica l’Italia, accostandola alla Grecia e affermando che la manovra ora in discussione ha perso il suo carattere di rigore «in pochi giorni». I due paesi «non stanno centrando i loro obiettivi di risanamento», ha affermato il portavoce del governo, José Blanco sulla rete televisiva Télécinco, questo è «molto preoccupante» e finisce per alimentare «una fase di turbolenza» dei mercati di cui sta facendo le spese anche la Spagna.

Ore 11,30. Bersani: fuori della manovra si può discutere di pensioni
«Fuori da questa manovra si può discutere della riforma del sistema del Welfare con una operazione flessibile e volontaria in uscita tra i 62 e i 70 anni alzando di fatto l’età pensionabile», ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, durante il corteo organizzato dalla Cgil in occasione dello sciopero generale contro la manovra correttiva. «Ma le risorse – avverte Bersani – devono essere destinate ai giovani e non devono servire a far cassa».

Ore 11,30. Rotondi: scioperi e governi tecnici sono scorciatoie inutili
«Sbagliata la scelta della Cgil di scioperare – ha detto il ministro per l’Attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi – e sbagliato per il Pd scendere in piazza. O si naviga tutti nella stessa direzione come ci ha invitati a fare per l’ennesima volta Napolitano, o la nave Italia va a fondo. Scioperi, governi tecnici, esecutivi di emergenza o responsabilità nazionale: sono tutte scorciatoie inutili. Si approvi al più presto la manovra e se questa maggioranza non ce la fa in primavera si vada al voto».

Ore 11,16. Il Pd attacca Sacconi: irresponsabile
Il Pd critica il ministro Sacconi. «Il ministro Sacconi – ha affermato il responsabile Economia del partito Stefano Fassina, ai microfoni di “Radio anch’io” – ha compiuto un`azione di sabotaggio politico rispetto all`accordo del 28 giugno che era riuscito a mettere insieme restando fuori dalla porta. Ha voluto utilizzare un provvedimento emergenziale come il documento di finanza pubblica. E` irresponsabile chi provoca questi atti, non chi si difende e risponde con lo sciopero».

Ore 11,15. Slitta alle 15,30 la capigruppo
La conferenza dei capigruppo del Senato, prevista per oggi alle ore 12, é stata posticipata alle ore 15.30. Convocata ieri dal presidente del Senato, Renato Schifani, la capigruppo deve valutare l’ipotesi di una rimodulazione dei tempi di esame della manovra per arrivare al via libera entro domani.

Ore 11,14. Il giornale dei vescovi critica la titubanza con la quale l’Italia si affronta la crisi
Dure critiche dal giornale dei vescovi sul modo in cui l’Italia sta affrontando la crisi e sta approntando la manovra fiscale. In prima pagina, Avvenire, nell’editoriale, punta il dito contro le troppe «titubanze» e invita a fare presto, mentre nella pagina interna dedicata al pesanti cali dei mercati registrati ieri, titola «La “febbre” italiana fa crollare le Borse». «In questa crisi delle borse europee e mondiali – è l’analisi dell’editoriale – c’è un grande e pesante punto di domanda sull’Italia. Le incertezze e i continui cambiamenti dei contenuti della manovra-bis stanno aumentando le aspettative negative degli operatori finanziari», che «iniziano a manifestare in modo devastante i loro seri dubbi che il nostro Paese abbia davvero le risorse, prima morali e poi economiche, per fare per sè quanto è necessario fare».

Ore 11,07. La Lega insiste: contributo di solidarietà per i calciatori
La Lega Nord insiste sul contributo di solidarietà a carico dei calciatori. L’unico emendamento alla manovra presentato dal Carroccio in Aula al Senato prevede l’introduzione del contributo del 10% per i redditi da 500mila euro e fino a un milione e del 20% per i redditi superiori.

Ore 11,00. Romani: al momento non è prevista alcuna modifica alla manovra
Al momento non è previsto l’inserimento di modifiche nella manovra economica. Lo ha detto il ministro dello sviluppo economico Paolo Romani dopo l’invito di ieri del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a inserire misure più efficaci. «Al momento non c’è la previsione che in questi due giorni, appena si apre dibattito parlamentare, possano essere introdotte queste modifiche», ha detto Romani intervistato da SkyTg24. «Certamente – ha aggiunto – noi abbiamo lavorato in un periodo eccezionale e dato risposte eccezionali».

Ore 10,59. Bersani: correggere la manovra e avviare governo di transizione
«Se si correggesse con serietà la manovra e si avviasse un percorso» che porta a un governo di transizione «si potrebbe arginare la sfiducia» dei mercati e degli elettori. Così il segretario del Pd, Pierluigi Bersani.

Ore 10,57. D’Alema: la protesta va ascoltata
«Si tratta di una protesta immensa di cui bisogna capire il peso e che va ascoltata». Lo ha detto Massimo D’Alema, presidente del Copasir, a Genova per la manifestazione in occasione dello sciopero generale della Cgil. «Questa manovra – ha aggiunto – è percepita come ingiusta perché, ancora una volta, scarica i costi maggiori sui cittadini più deboli e non contiene nulla per il lavoro, lo sviluppo e la crescita del Paese.

Ore 10,45. Bersani: tagliare l’articolo 8
«Bisogna tagliare dalla manovra l’articolo 8, che non c’entra niente con la crescita e finora ha soltanto diviso il mondo del lavoro e complicato la vita a un paese che é già in grave difficoltà», ha affermato il segretario del Pd, Pier Luigi Berdani, prendendo parte al corteo organizzato dalla Cgil in occasione dello sciopero generale contro la manovra correttiva in discussione al Senato. Il Pd, ha detto Bersani, é pronto «a ridurre all’essenziale i propri emendamenti» alla manovra, ma il governo deve rinunciare alla fiducia «che é un segnale di debolezza».

Ore 10,25. Presentati 400 emendamenti
Sono circa 400 gli emendamwenti alla manovra presentati in aula al Senato. Circa 90 portano la firma del Pd e altrettanti dell’Idv. L’esame della manovra nell’Assemblea di Palazzo Madama parte oggi pomeriggio alle 16,30 e l’ipotesi più accreditata é quella di giungere al voto finale nella giornata di domani anziché entro sabato, come era già stato previsto della conferenza dei capigruppo. Una nuova riunione dei capigruppo, convocata per oggi alle 12, definirà la nuova tabella di marcia.

Ore 10,42. Occhi puntati sui mercati
Riunioni in corso e misure all’esame questa mattina in attesa che la manovra approdi, nel pomeriggio, nell’aula del Senato. Gli occhi sono puntati sui mercati per vedere se sarà necessario, anche dopo l’appello del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rafforzare subito la manovra.

Ore 10.30. Le nuove misure sul tappeto
Rispunta l’ipotesi di un aumento dell’Iva e di un nuovo contributo di solidarietà sui redditi altissimi, ma anche a una mini-patrimoniale, magari per un periodo determinato, sui beni. L’ultima carta da giocare, che non convince Tremonti, sarebbe l’aumento di un punto di tutte le aliquote Iva. Aumento già previsto nella manovra come clausola di salvaguardia se non verranno raggiunti gli obiettivi finanziari prefissati. Se invece si aumenta subito l’imposta sul valore aggiunto in maniera esplicita potrà andare, spiegano fonti tecniche al lavoro, solo a miglioramento dei saldi e non potrà più dunque essere utilizzata in delega fiscale per la riforma.

Ore 10,16. Camusso: una contromanovra per non finire nell’abisso
«Quando si è sull’orlo dell’abisso bisogna fare un passo indietro», ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, in corteo a Roma per lo sciopero generale proclamato dal suo sindacato contro la manovra. «Il paese è in una situazione molto difficile e per questo abbiamo proposto una contromanovra che ha esattamente gli stessi saldi, perchè pensiamo che bisogna intervenire rapidamente, ma se si fa il passo sbagliato si entra nell’abisso, invece che fare un passo indietro».

Ore 10,14 – Di Pietro: Napolitano sciolga le Camere
«Napolitano dice che questa manovra non va bene? E allora sciolga le camere e si vada a votare», ha detto Antonio Di Pietro, in piazza con la Cgil. «Faremo l’ostruzionismo per impedire di approvare una manovra che é solo un danno per il paese», annuncia in piazza. «Nessuna scorciatoia, non faremo sconti».

Ore 10,07. Stracquadanio: forse aumento dell’Iva
Nell’iter parlamentare potrebbero rientrare l’aumento dell’Iva e il contributo di solidarietà? «Il primo potrebbe esserci, il secondo no», ha detto Giorgio Stracquadanio, deputato Pdl, partecipando stamattina a Omnibus, su LA7. «Ma non é così rilevante – ha aggiunto – perché torneremo su questi temi tra qualche mese».

Ore 10,00. Vendola: la manovra è vuota
La manovra finanziaria al vaglio del Senato è «vuota» e «attacca soltanto il mondo del lavoro». A dirlo il leader di Sel, Nichi Vendola.

da www.ilsole24ore.it

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“Manovra, prelievo del 3% sui ricchi. Subito l’aumento di un punto dell’Iva. Il governo blinda il testo con la fiducia”

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro Tremonti
La manovra cambia ancora. Stretto tra i richiami del presidente della Repubblica e dell’Europa e incalzato dall’attacco ai titoli di Stato il governo vara le ultime modifiche al testo, mentre si prepara al voto di fiducia per blindare il provvedimento. Si decide in un vertice da Berlusconi la messa a punto della manovra che prevede- novità di giornata, anche se anticipate dalle voci che si rincorrevano nelle ultime ore- l’aumento dell’iva dell’1%, l’adeguamento della pensione delle donne nel privato dal 2014 e il contributo di solidarietà del 3% sopra i 500mila euro.

L’articolo 8 resta al centro dello scontro. Duro Pier Luigi Bersani che stamani ha partecipato al corteo della Cgil a Roma. «È inutile far presto se non si fa bene», ha ammonito il segretario del Pd, «rischiamo di fare una manovra alla settimana. Questa manovra va rafforzata, va rafforzata la coesione del paese e noi abbiamo le nostre idee». Per questo, ha aggiunto, in Senato «siamo pronti a rendere essenziali gli emendamenti». Di certo bisogna «togliere l’articolo 8» che rivede lo statuto dei lavoratori, ha chiesto. Ma il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, gli ha risposto a stretto giro: «Non se ne parla proprio».

Le opposizioni insistono sulla necessità di un governo di transizione.«Serve un governo di emergenza che prenda misure eque e forti», ha detto Bersani. Su questa linea anche Italo Bocchino. «I fatti parlano chiaro», ha detto il vicepresidente di Fli, «è giunto il momento di dar vita a un esecutivo di salvezza nazionale, su base politica ma con una forte caratterizzazione tecnico-economica capace di rassicurare i mercati e l’Europa». Di ben altro avviso Daniele Capezzone, che ha attaccato il partito democratico. «Il Pd di Bersani è succube della Cgil, ed è di fatto trascinato su una linea massimalista che lo rende sostanzialmente inaffidabile», ha detto il portavoce del Pdl.

da www.lastampa.it

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“Aumento Iva, impatto da 6 miliardi”, di Francesca Barbieri e Chiara Bussi

Alcuni la temono, altri la invocano a gran voce. Per altri ancora è l’unica via d’uscita possibile per far quadrare i conti. Ad ogni passaggio obbligato della manovra di Ferragosto rispunta l’ipotesi di un ritocco all’insù dell’Iva, anche se il ministro Giulio Tremonti continua a negare che la questione sia sul tavolo delle trattative e potrebbe rinviare il dossier per inquadrarlo in una riforma fiscale più organica.

Una girandola di ipotesi
Un punto secco in più per l’imposta ordinaria sui consumi, portandola dal 20 al 21%. O un rincaro di un punto e mezzo, ma anche un rialzo a termine, di pochi mesi, dal 20 al 22 per cento, senza chiudere la porta a un aumento applicato a tutte e tre le aliquote. Nelle ultime settimane la creatività non è mancata, così come il balletto di cifre sul possibile gettito. Un tesoretto non di poco conto, pari a 5,9 miliardi di euro, secondo le elaborazioni del Centro studi Sintesi che ha calcolato l’impatto complessivo di una mossa al rialzo su tutte e tre le aliquote (anche dal 4 al 5% e dal 10 all’11 per cento). Una cifra stimata sulla base delle dichiarazioni Iva 2010 (anno d’imposta 2009) calate sul territorio in base alla distribuzione regionale delle operazioni imponibili verso i consumatori finali.

Il gettito sul territorio
A dare il maggiore contributo sarebbero le regioni del Nord Italia, con oltre la metà del prelievo. In testa la Lombardia (1,4 miliardi) che da sola garantirebbe quasi un quarto del totale. Un dato che non stupisce, spiegano dal Centro studi Sintesi, perché la maggior parte delle aziende ha sede in questa regione ed è tenuta a versare lì l’imposta. Seguono a distanza Lazio (854 milioni), Veneto (565 milioni) e Piemonte (426 milioni). Le regioni del Centro potrebbero garantire invece 1,4 miliardi, mentre il gettito di quelle del Sud supererebbe di poco il miliardo, con introiti di appena 18 milioni in Molise.

Se l’aumento riguardasse solo l’aliquota ordinaria l’incasso aggiuntivo per l’Erario sarebbe di 4,9 miliardi. Anche qui la parte del leone toccherebbe al Nord che porterebbe 2,7 miliardi alle casse dello Stato.
Un intervento sull’Iva ridotta, dal 10 all’11 per cento, applicata ad alcuni beni di consumo, come carne, acqua, frutta e verdura, o servizi, come energia elettrica e telefonia, consentirebbe invece di raggranellare poco più di 800 milioni di euro.

Più leggeri gli incassi legati a un incremento dell’aliquota applicata ai beni di largo consumo, come alimenti e bevande di prima necessità, giornali e attrezzature sanitarie: se si passasse dal 4 al 5 per cento si otterrebbero poco più di 100 milioni di euro.

L’incognita inflazione
Resta l’incognita del possibile impatto di un aumento dell’Iva sull’inflazione, che ad agosto ha registrato una fiammata del 2,8% rispetto a un anno prima. «Improbabile – spiega Luigi Campiglio, ordinario di politica dell’Università Cattolica di Milano – che in un quadro di consumi reali in diminuzione da diversi anni le imprese decidano di ritoccare il listino prezzi. La misura potrebbe invece portare a una maggiore efficienza e razionalizzazione dei costi».

L’aumento dell’Iva avvicina il nostro paese alla maggior parte degli Stati europei: secondo i dati della Commissione Ue solo in sette paesi l’aliquota è inferiore al 20%, in altrettanti il prelievo è in linea con quello italiano e in 12 si paga di più, con Svezia, Ungheria e Danimarca al 25 per cento.

da www.ilsole24ore.it

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