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"Superata la stangata di Amato", di Tonia Mastrobuoni

È la misura più pesante degli ultimi vent’anni: ma è costruita su stime di crescita ottimistiche. Incassata la 49esima fiducia dall’inizio della legislatura, il governo ha licenziato ieri la manovra di agosto al Senato. Con i ritocchi dell’ultima ora il quarto provvedimento correttivo dell’anno approda alla Camera con una cornice finanziaria impressionante. Ammonta a 54,265 miliardi di euro l’impatto previsto per il 2013, l’anno dell’agognato pareggio di bilancio.

In teoria si tratta della correzione più pesante degli ultimi vent’anni, superiore anche alla stangata da oltre 96 mila miliardi di lire (48 miliardi di euro) del governo Amato del ‘92. Ma va considerato che fino a questa legislatura i provvedimenti correttivi dei conti, le famose finanziarie, non solo erano disegni di legge e mai decreti ma quantificavano soltanto le correzioni necessarie per l’anno successivo, non si spingevano oltre. È stato Tremonti a inaugurare le manovre triennali. E l’effetto sul 2013 somma l’impatto di questo ma anche delle precedenti. Le novità giunte ieri hanno influito molto positivamente sui saldi, migliorandoli di 700 milioni di euro già quest’anno (l’effetto dell’aumento dell’Iva al 21% è infatti immediato), di 4,342 miliardi nel 2013, di 4,399 nel 2013 e 4,389 nel 2014.

Gran parte di quella correzione viene dall’imposta sul valore aggiunto: secondo la relazione tecnica della Ragioneria generale dello Stato vale 4,236 miliardi all’anno. Una delle voci, tra l’altro, che ha ulteriormente squilibrato il rapporto tra tagli alla spesa e nuove entrate. Secondo l’economista della Bocconi Tito Boeri il contributo delle tasse all’aggiustamento del deficit nel 2012 è salito alla bellezza del 73 per cento e la pressione fiscale aumenta così al 44,5 per cento. Nel maxiemendamento è contenuto anche l’anticipo al 2014 dell’aumento dell’età pensionabile delle lavoratrici del settore privato per allinearle ai 65 anni che l’Europa ci ha già imposto per il settore pubblico. Un effetto trascurabile nel primo anno, quando la correzione sarà di un solo mese, ma che a partire dal 2015 crescerà da 90 a 720 milioni di euro nel 2021. La terza novità del maxiemendamento riguarda l’introduzione del contributo del 3 per cento per i redditi oltre i 300 mila euro. Ma vale appena 53,8 milioni nel 2012 e poi 144,2 milioni all’anno. Per fare un paragone: il vecchio contributo del 5 per cento sopra i redditi da 90mila euro e raddoppiava sopra i 150 mila, valeva oltre dieci volte tanto: un miliardo e mezzo.

Poi, grazie alla Ragioneria siamo anche in grado di capire che prima del maxiemendamento le micromodifiche del fine settimana avevano mosso ben poco i bilanci. La spending review, la colossale operazione di classificazione della spesa pubblica, è calcolata per ora avere «zero» impatto sui bilanci. Idem, «prudentemente» il tanto strombazzato bollo sulle rimesse degli immigrati. Ma anche l’ennesima furbata dell’ultima ora, il recupero sulle rate mai pagate del condono del 2002, per citare la Ragioneria, «si ritiene in ogni caso prudenziale non considerare maggiori introiti». Mirevole cautela, si direbbe. Salvo che nelle poste resta misteriosamente salva la tabella che mette in conto rilevanti somme di gettito dalle liste di contribuenti che l’Erario potrà chiedere alle banche: addirittura 665,4 milioni nel 2014.

Infine, ieri l’Fmi ha rivisto le stime di crescita a ribasso, un po’ come tutti compresa la Banca d’Italia, allo 0,8 per cento per il 2011. Per il governo cresceremo dell’1,1. Ed è su stime altrettanto ottimistiche per i prossimi anni che è costruita la manovra quater. Ora sembra poco più di un’illusione ottica, ma nei prossimi mesi potrebbe diventare una bomba ad orologeria.

La Stampa 08.09.11

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La tassa sui consumi costerà 385 euro in più a famiglia

I genitori che hanno ricevuto- senza averne diritto- il bonus bebè avranno tre mesi a disposizione per restituire l’intera somma ricevuta È questa la stima del Codacons per un nucleo di quattro personemAi Comuni andranno gli 1,8 miliardi previsti con la Robin Hood tax

L’Iva passa dal 20 al 21%
L’aumento dell’Iva dell’1% (dal 20 al 21%) per l’aliquota ordinaria scatta subito dall’entrata in vigore della manovra: il gettito previsto per il 2011 è pari a 700 milioni, mentre dal prossimo anno salirà a 4,2 miliardi. Secondo le stime del Codacons una famiglia di 3 persone pagherà 290 euro in più nel 2012: 209 euro per l’aumento diretto di un punto dell’Iva e 81 euro per via degli arrotondamenti al rialzo dei commercianti. Per una famiglia di 4 persone il conto sale a 385 euro.

Il taglio ai salari pubblici
Il taglio previsto dalla manovra 2010 era stato «mutato» in contributo di solidarietà. Con la modifica della norma torna il taglio del 5% per gli stipendi superiori ai 90.000 euro e del 10% per i redditi oltre 150.000 euro. Dai tagli per i redditi oltre 90.000 euro sono escluse la presidenza della Repubblica e la Corte dei conti. Per i parlamentari la riduzione dell’indennità è pari al 20% per i redditi oltre 90.000 e del 40% per i redditi oltre 150.000 euro.

Salvi i piccoli enti culturali
Salve le Accademie della Crusca e dei Lincei. Con un emendamento bipartisan alla manovra, viene cancellata la soppressione, prevista dal decreto legge, degli enti di ricerca e culturali sotto i 70 dipendenti. Salvo anche il parco geominerario della Sardegna. Via libera anche al riordino degli uffici giudiziari su base territoriale. La riduzione degli uffici comporta risparmi complessivi pari a 60 milioni di euro, solo per le spese di gestione e funzionamento delle strutture.

Contributo di solidarietà
Torna il contributo di solidarietà, con un’aliquota del 3% per i redditi oltre 300.000 euro. Il contributo di solidarietà sarà in vigore «fino al raggiungimento del pareggio di bilancio» anche per gli anni successivi al 2013. Il gettito atteso è pari a 54 milioni di euro nel 2012 e 144 milioni a partire dal 2013. Il prelievo non si applica ai redditi dei dipendenti pubblici e ai pensionati d’oro, per i quali resta in vigore il taglio del 5% della quota di reddito superiore a 90 mila euro e del 10% della quota che va oltre i 150 mila.

Quota 65 anni per le donne
L’incremento dell’età pensionabile per le donne nel settore privato partirà dal 2014, con un anticipo di due anni rispetto alle vecchie regole. L’allineamento tra l’età di pensionamento nel settore pubblico e in quello privato «è previsto con la medesima gradualità (per completarsi a partire dal 2026) con seguenti passi di incremento a decorrere dal primo gennaio di ogni anno». I risparmi arriveranno a partire dal 2015 (90 milioni) e arriveranno fino a 720 milioni di euro all’anno nel 2021.

Mano leggera con chi evade
Saranno pubblicati on line, sui siti dei comuni, le dichiarazioni riferite a determinate categorie di reddito. Cancellata invece la possibilità di rendere note le generalità dei contribuenti. Sparisce anche l’obbligo di indicare nel 730 i riferimenti dei propri conti bancari, e si allenta la stretta sugli evasori, per cui è prevista la reclusione. Il carcere scatterà nei casi in cui ricorrano congiuntamente un’evasione superiore ai 3 milioni di euro ed il superamento del 30% del fatturato.

Bonus bebè da restituire
I genitori che hanno ricevuto il bonus bebè, la famosa misura prevista della legge finanziaria del 2006, senza averne diritto, avranno tre mesi di tempo per restituire le somme che hanno ricevuto negli anni scorsi. La misura chiude così il caso che interessa circa 8000 famiglie: queste ultime infatti sono «accusate» dal ministero dell’Economia e delle Finanze di aver autocertificato in maniera sbagliata il proprio reddito, ottenendo 1000 euro per la nascita di un bebè.

Immobili in vendita
Le somme in arrivo dalla vendita degli immobili della Difesa saranno divise tra ministero dell’Economia, a cui andrà il 55% (somma che sarà destinata al fondo ammortamento dei titoli di Stato), per il 35% al ministero della Difesa e per il 10% agli enti territoriali. L’Agenzia del demanio potrà porre in essere interventi «di permuta di beni appartenenti allo Stato, con immobili adeguati all’uso governativo ovvero con immobili da realizzarsi con fondi statali già stanziati e non ancora impegnati».

Lavoro, si volta pagina
I contratti aziendali e territoriali «operano anche in deroga alle disposizioni di legge» e alle regolamentazioni contenute nei contratti nazionali di lavoro. Questo sancisce l’articolo 8 della manovra che tante contestazioni ha suscitato da parte della Cgil, del Pd e delle altre forze di sinistra. Gli accordi aziendali e territoriali non potranno riguardare i licenziamenti discriminatori delle lavoratrici che si sposano o in gravidanza. Viene inoltre recepito l’accordo interconfederale del 28 giugno.

Farmacie e negozi
Via libera a una norma che mantiene il «numero chiuso» delle farmacie. Dalle misure di liberalizzazione sono esclusi anche i servizi di trasporto pubblico non di linea, vale a dire i taxi. Il passaggio al Senato ha anche cancellato le norme che consentivano la liberalizzazione dell’intero settore del commercio: le nuove norme, che consentono ampi margini di azione soprattutto per gli orari di apertura degli esercizi, restano in vigore solo per le città d’arte e le località turistiche.

Tracciabilità dei rifiuti
Cancellata dalla manovra la proposta di abolizione del Sistema di tracciabilità dei rifiuti. Richiesto a gran voce dal ministro dell’Ambiente Prestigiacomo, l’innovativo sistema permette di seguire i rifiuti speciali e pericolosi dall’origine al luogo di destinazione attraverso dei meccanismi che prevedono l’uso del satellite e l’analisi del percorso compiuto dai mezzi di trasporto. Il nuovo sistema verrà dunque introdotto in base al calendario originale a partire dal 9 febbraio 2012.

Imposta sulle rimesse
Imposta del 2% con un minimo di prelievo di 3 euro su tutte le operazioni di trasferimento di valuta verso i Paesi extra-europei effettuati presso sportelli money transfert, istituti bancari ed altri agenti che operano nel settore delle attività finanziarie. Previste poche eccezioni alla norma inserita nella manovra su iniziativa della Lega: saranno esenti i trasferimenti effettuati da persone fisiche munite di matricola Inps e codice fiscale ed i cittadini appartenenti all’Unione Europea.

La tassa sull’energia
Il gettito di 1,8 miliardi di euro derivante dalla Robin Hood tax andrà tutto ai Comuni. Resta quindi il taglio integrale delle spese per i ministeri. Per quanto riguarda invece Roma Capitale è stato deciso che il commissario straordinario titolare della gestione dell’ente non può essere il sindaco. Il commissario straordinario può affidare alcune attività finalizzate all’attuazione del piano di rientro a una società totalmente controllata, direttamente o indirettamente, dallo Stato.

Condono tombale
Le somme non riscosse del condono tombale 2002 saranno recuperate, attraverso «ogni azione coattiva necessaria», entro il 31 dicembre 2011. Ai fini dell’accertamento dell’Iva, per i casi pendenti al 31 dicembre 2011 i termini sono prorogati di un anno. In caso di omesso pagamento, l’emendamento votato ieri, prevede l’applicazione di una sanzione pari al 50%. Secondo le stime dell’Agenzia delle entrate potrebbe essere recuperato circa un miliardo.

Società di comodo
Per le società di comodo arriva l’Ires maggiorata del 10,5%. L’aliquota si applica al reddito «imputato per trasparenza». La norma prevede anche l’applicazione di una sorta di «minimun tax», l’imponibile sarà calcolato in base ad alcuni parametri e non alle risultanze delle imprese. La tassazione maggiorata viene applicata anche sulle imprese che decidono di tassare gli utili dei soci. Ai Comuni, che parteciperanno alla lotta all’evasione, andrà il 100% delle entrate derivanti dalla caccia agli evasori.

“Ok” alle feste laiche
Dovevano sparire tutte le feste, escluse quelle previste dal Concordato StatoChiesa, invece in extremis il Senato ha deciso di salvare le feste laiche: la ricorrenza della Repubblica del 2 Giugno, le celebrazioni del 1˚ Maggio e del 25 Aprile. Non si salvano invece le feste patronali, cosa che ha suscitato notevoli polemiche in molte città italiane. Le ricorrenze civili, quindi, non saranno più accorpate alle domeniche, come previsto dalla manovra. Unica festa patronale che si salva è San Pietro e Paolo, l’unica che è inclusa nel Concordato.

La Stampa 08.09.11