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Bindi: "Pare incredibile ma non si tocca mai il punto più basso", intervista a Rosy Bindi di Antonella Rampino

Basta, Berlusconi se ne vada, «lasci Palazzo Chigi per il suo e il nostro bene, abbia un sussulto di dignità. L`Italia, in questa gravissima crisi economica, rischia molto. Perché la nostra, grazie a Berlusconi, è una crisi di credibilità». A Prato, a Bologna, dovunque Rosi Bindi vada, nelle feste del Pd di cui è presidente, ripete che «serve un passo indietro di Berlusconi, e un governo di solidarietà nazionale, guidato da una personalità scelta dal Presidente della Repubblica». Dovunque vada, Rosy Bindi legge i giornali.

L`ultima notizia è un`intercettazione, che deve ancora essere pubblicata integralmente dall`«Espresso», secondo la quale l`Italia ha un presidente del Consiglio che incoraggia alla latitanza. Ghedini, che dì Berlusconi è anche l`avvocato, ha smentito.

«La smentita di Ghedini è di quelle che confermano, e del resto Berlusconi è l`unico caso noto di benefattore ricattato. Sarei tentata di dirle che di Berlusconi non mi meraviglia più nulla, ogni volta che le sue intricate vicende hanno raggiunto un punto che sembra possa essere un punto fermo invece non è così, c`è poi ancora dell`altro… Sarei tentata di dirle che può darsi benissimo che uno che vive in quelle contraddizioni può incorrere anche in questo, nel consigliare la latitanza…».

Una crisi di sconforto, onorevole Bindi?

«Berlusconi è sconfortante, sì. Mi chiedo cosa altro debba succedere perché lui ne tragga le conseguenze. Sul piano dei comportamenti siamo al sospetto di quanto più grave ed inquietante, in quale altro Paese del mondò resterebbe al proprio posto chi ha procedimenti in corso per comportamenti che violano pesantemente la dignità dell`istituzione che rappresenta? Sul piano politico è un fallimento totale. A livello internazionale è causa di difficoltà e discredito dell`Italia. Non è che noi del Pd continuiamo a chiedere le sue dimissioni come un disco rotto, è che l`Italia deve, deve poter voltare pagina».

Fate però i conti senza l`oste, e Berlusconi ha anche i numeri in Parlamento.

«Non so cosa accadrà, ma so che qualcosa accadrà, che sia un passo indietro del presidente del Consiglio o un incidente parlamentare. Meglio prima che poi. Per il bene del Paese, che corre dei rischi, e invece anche in questa crisi gravissima l`Italia ce la può fare, se cambia chi attualmente la guida. Per il bene di Berlusconi, che può trovare un riscatto con un sussulto di dignità. Per il bene del centrodestra, che potrà così avere un futuro».

Nessuno molla Berlusconi, nel centrodestra, perché si punta a ereditarne i voti.

«Quei voti non sono più ereditabili, Berlusconi ha ormai consumato ogni forma di consenso. Ed è un ostacolo anche alla ricostruzione del centrodestra. I cui principali esponenti sanno bene che chi lega la propria vicenda a quelle di Berlusconi è destinato a non avere alcun futuro. Insisto, dobbiamo risparmiare all`Italia questo stillicidio di discredito che travolge tutta la vita politica. Berlusconi è inadatto e indegno per la carica che ricopre. Posso dirlo? In fondo basterebbe che facesse come Penati».

Lei ha ripetuto negli ultimi due giorni che serve un governo di solidarietà nazionale, dimessosi Berlusconi, anche con i voti del centrodestra. E` sicura che tutto il Pd la pensi così?

«C`è pieno accordo nel nostro partito: non chiediamo le elezioni anticipate, che pure vinceremmo, non vogliamo un ribaltone, ma un passo indietro di Berlusconi che permetta al presidente della Repubblica di esercitare i suoi poteri costituzionali. Occorre un esecutivo di solidarietà nazionale che ci porti alle elezioni. Fuori tutti gli attuali ministri, ma sostenuto da tutte le forze responsabili. Niente Sacconi, per capirci. Niente ministri la cui volgarità sia pari alla furia ideologica verso i lavoratori, Sacconi ha usato la manovra contro gli italiani che mandano avanti il Paese e contro l`unità sindacale».

La Stampa 09.09.11