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"Confindustria taglia le stime sul Pil: +0,7% nel 2011, +0,2% nel 2012. Pressione fiscale record", di Nicoletta Cottone

Zavorre, ostacoli, pericoli remano contro il radicamento della ripresa: «i consumi delle famiglie sono fermi», gli investimenti «stagnanti», il mercato del lavoro «rimane imballato». L’Italia soffre, ormai da qualche decennio, “il mal di lenta crescita”. Un male che va aggredito con una terapia d’urto. Pochi occupati, poca crescita, è la denuncia del rapporto del Centro Studi di Confindustria, presentato nel corso del seminario su occupazione e crescita, che si svolge in viale dell’Astronomia, alla presenza della presidente Emma Marcegaglia, e del direttore generale, Giampaolo Galli. Confindustria rivede al ribasso le stime di crescita che, oltre a risentire delle pur «indispensabili e senza alternative manovre per raddrizzare rapidamente i conti pubblici» sono condizionate anche dalla «frenata globale e dall’instabilità dei mercati finanziari, esacerbata anche dalla grave crisi dei debiti sovrani dell’Eurozona».
Una terapia d’urto contro il “mal di lenta crescita”
L’Italia soffre, dunque, ormai da qualche decennio, “il mal di lenta crescita”. E «questo male va aggredito con una terapia d’urto, uno short sharp shock». Il Centro Studi di Confindustria torna a sollecitare il governo sul fronte delle riforme necessarie per invertire la rotta. «Agendo contemporaneamente su un insieme di fronti, il Pil – assicura il Csc – può aumentare di decine di punti percentuali in un arco di tempo ragionevole».

Pressione fiscale record nel 2012: salirà al 44,1%
Pressione fiscale record nel 2012 anche per effetto della manovra bis. Secondo il Centro studi di Confindustria quest’anno la pressione fiscale raggiungerà il 42,8% e l’anno prossimo salirà al 44,1%, oltre il massimo storico del 43,7% toccato nel 1997 per l’entrata nell’euro.

Allarme occupazione: 729 mila posti in meno in 5 anni
Il 2012 si chiuderà con 729mila unità di lavoro in meno rispetto al 2007. A lanciare l’allarme è il Centro Studi di Confindustria sottolineando che il tasso di disoccupazione si attesterà all’8,2% nel 2011 e all’8,3% nel 2012. «Il problema di questa crisi – sottolinea il direttore del Csc, Luca Paolazzi – è che la disoccupazione tende a diventare strutturale».

Pil in calo nel 2011
Gli industriali prevedono quindi una crescita del prodotto interno lordo nel 2011 pari allo 0,7%, rispetto alla stima di giugno di un rialzo dello 0,9%. Nel 2012 la crescita dovrebbe addirittuta ridursi allo 0,2%, a confronto con il progresso dell’1,1% previsto tre mesi fa. La situazione, però, come ha spiegato il direttore del centro studi di Confindustria, Luca Paolazzi, illustrando le stime contenute nei consueti scenari economici, «potrebbe migliorare mettendo in campo le riforme». Gli industriali, infatti, stimano che con le riforme e lo sblocco degli investimenti il Pil potrebbe crescere dell’1,5% nel 2012 e di un altro punto percentuale nel 2013. Al momento, in ogni caso – spiegano a viale dell’Astronomia – «sul 2012 incidono gli effetti di tre manovre (quella varata nel 2010 e quelle di luglio e agosto) per complessivi 38,4 miliardi di euro, di cui 25,4 miliardi non conosciuti a giugno. Questi ultimi, comunque, hanno un impatto negativo inferiore al punto percentuale. L’impatto della recessione sull’economia italiana – spiegano gli industriali – é stato il più ampio tra i paesi industrializzati: -6,9% di pil tra il picco nel primo trimestre del 2008 e il minimo toccato nel secondo del 2009».

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