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"L'unico tunnel è quello dell'ignoranza", di Giovanni Belfiori

Questo è il governo della meritocrazia e delle competenze? Questa è la cultura delle tre “i” inglese, impresa, informatica? e questa è la stessa signora Gelmini che si rallegra per l’alto numero di bocciature che selezionano i migliori? Imboccate il tunnel o attraversate il ponte, purché ve ne andiate al più presto. Il problema è che a volte uno non ci crede: questo non è solo il governo del Cavaliere delle gaffe Silvio Berlusconi, è anche il governo degli insulti di Brunetta, delle barzellette idiote di Sacconi, del programma che Scilipoti copia (e copia pure male) dal manifesto fascista di Giovanni Gentile, è anche il governo dell’ignoranza, e il ministro Gelmini è diventato in poche ore la regina trash del web italiano e internazionale.

La storia dei neutrini e del tunnel inesistente da 45 milioni di euro che collegherebbe il Cern di Ginevra con i laboratori del Gran Sasso è un must che corona degnamente gli ultimi mesi (speriamo!) di un ministro che ha voluto consapevolmente cancellare l’istruzione pubblica italiana. Volenterosa carnefice di insegnanti e studenti, la Gelmini ha applicato i dettami ideologici dell’ex ministro Moratti: una scuola che fosse specchio fedele di una società immobile, dove i figli della buona borghesia vanno ai licei, quelli degli impiegati agli istituti tecnici, e tutto il resto della marmaglia ai professionali.

La scuola della Costituzione, quella che è “ascensore sociale”, quella che rimuove gli ostacoli d’ordine economico, quella che offre pari opportunità a tutti, quella cui fa riferimento il presidente Napolitano quando dice che il merito non può non accompagnarsi a una uguaglianza delle opportunità, quella che garantisce il successo scolastico e la qualità dell’apprendimento a chi è nato a Scampia come a chi è nato nel centro di Milano, ebbene di questa scuola il ministro Gelmini non sa che farsene. Altro che rivoluzione liberale! Questa è la società classista dell’Ottocento dickensiano, e Berlusconi è un vecchio residuo ideologico che nei primi anni Novanta ha usato l’ormai antiquata televisione per costruire un’immagine rassicurante e innovatrice al tempo stesso, basata sul suo corpo e sulle sue parole.

Quanto poco rassicurante sia la politica di questo centrodestra, ce lo ricordano tutti i giorni i dati sull’occupazione e sugli investimenti delle imprese; e per capire quanto sia poco innovativa basti osservare i ragazzi della generazione digitale che saranno il prossimo futuro dell’Italia: Berlusconi è solo un tirannosauro in attesa della caduta del meteorite, è diventato presidente del Consiglio, ma, per dirla con Walt Whitman, “Hai superato tutti gli altri? sei il Presidente? È una sciocchezza, si arriverà anche più in là, si andrà oltre”, e ciascuno di quei ragazzi che oggi non guarda la tv come idolo e totem, ma gioca e legge e chatta e si informa su mille canali e mille piattaforme, farà altrettanto e farà meglio, e andrà oltre.

Il tunnel Cern-Gran Sasso su cui mezzo pianeta sta facendo ironia, così come i dati sbagliati durante il confronto con Enrico Letta a Ballarò, sono la dimostrazione che il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca considera viale Trastevere come un salottino dove far chiacchiere, non il luogo che è il motore della democrazia.
In tanto pianto e in tanta ilarità, c’è un solo fatto positivo: dal ponte sullo stretto di Messina, all’immaginario tunnel Ginevra-Gran Sasso, questo governo sembra cercare disperatamente la strada per fuggire dall’Italia. Cerchiamo di dargli una mano.

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