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Incidenti sul lavoro. Non abbassare mai la guardia

“La 61esima giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, ci pone davanti ad uno dei problemi più seri e drammatici del nostro Paese”, ha commentato il Segretario del PD, Pier Luigi Bersani. “Come ha giustamente detto il Presidente Napolitano, non possiamo abbassare la guardia. E’ inaccettabile che in Italia ogni giorno muoiano in media tre persone a causa del lavoro. L’ultima, drammatica, strage accaduta a Barletta chiama tutti noi ad un’assunzione di responsabilità. Occorre riportare non soltanto il lavoro, ma la dignità del lavoro alla dimensione che le è dovuta. La crisi non può essere considerata un scusa per non agire – ha proseguito Bersani – anche perché questa crisi economica può essere risolta solo da un punto di vista etico, riportando al centro la persona”.

Il Segretario democratico ha condiviso le riflessioni che vengono dalla parte più consapevole del mondo imprenditoriale, cosciente che “solo superando le nostre arretratezze, potremo riprogettare un nuovo modello economico più moderno e rispettoso dei diritti delle persone, e partendo da qui, le forze imprenditoriali potranno incontrare le forze sociali in un dialogo utile e costruttivo. Tutto questo – ha concluso Bersani – non sottrae il legislatore dal compito di rafforzare in modo severo le norme di vigilanza e di tutela che sono state allentate negli ultimi tempi”.

Cesare Damiano, capogruppo PD della Commissione Lavoro alla Camera, presente alla celebrazione della 61esima Giornata per le Vittime degli incidenti sul lavoro, organizzata a Nontonola (Mo) dall’Anmil, ha analizzato un dato importante. “La diminuzione di infortuni e incidenti mortali, questi ultimi al di sotto della quota mille è una tappa positiva di un percorso ancora lungo che dimostra l’importanza di un impianto legislativo come quello del Testo unico sulla Salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, voluto dal governo Prodi”.

Damiano ha poi considerato che “il calo di incidenti è anche da addebitare al permanere di una crisi economica che ha toccato la vetta di quasi tre miliardi di ore autorizzate di Cassa integrazione dal 2008 a oggi. Meno attività e meno lavoratori in produzione significano meno occasioni di infortunio. Non bisogna dimenticare, inoltre, che dietro l’alibi degli interventi mirati il governo ha diminuito il numero delle ispezioni, soprattutto nel Mezzogiorno, e alleggerito le sanzioni del Testo unico. Nel frattempo, il numero dei lavoratori al nero è cresciuto ed è stimato oggi al di sopra di tre milioni di persone. La tragedia di Barletta ne è una dolorosa testimonianza”.

Per il PD, combattere il lavoro nero è una priorità, per questo ha spiegato Damiano, “chiediamo la piena applicazione della norma voluta e fatta votare dal PD che, nel sviluppo del luglio scorso, prevede di scorporare dagli appalti al massimo ribasso il costo della manodopera calcolato sulle tabelle salariali dei contratti nazionali di categoria. Inoltre, va dissequestrato il ‘tesoretto’, che l’Inail mette da parte ogni anno e che ammonta a quasi un miliardo e mezzo di euro. Anziché farlo rapinare da Tremonti, una quota di esso andrebbe restituita, con logica di premialità, alla imprese che certificano 0 infortuni e 0 incidenti e in parte per aumentare gli indennizzi delle malattie professionali, che registrano un aumento del 22%”.

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