attualità, politica italiana

"Il non partito che verrà", di Agostino Giovagnoli

La crisi italiana è troppo grave: serve un governo più forte e con una partecipazione più larga. Così il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, ha concluso (a nome di tutti) l´incontro delle associazioni cattoliche che si è svolto a Todi. Forse non proprio tutti i partecipanti condividono questa posizione, ma unanime è la convinzione da cui scaturisce: la gravità della situazione italiana è stata sottolineata da tutti, così come l´urgenza di affrontarla efficacemente e rapidamente. Si è parlato della crisi economica, del lavoro che non c´è, della povertà che sta crescendo in tanti settori della società italiana e di tanti effetti dei processi di globalizzazione che nell´Italia degli ultimi vent´anni non sono stati né affrontati né governati. Dalla sintonia sulla preoccupata analisi della situazione italiana, è stato detto, deve nascere un senso di responsabilità verso la comunità nazionale che costituisce oggi un motivo nuovo di unità e di convergenza tra i cattolici. Molto diffusa, al loro interno, appare anche la convinzione che per uscire dalla crisi occorre restituire alla politica la forza e l´autorevolezza da essa perdute. «Mai la politica italiana è stata ad un livello così basso, proprio nel momento in cui c´è bisogno di affrontare sfide tanto impegnative per il futuro dell´Italia».
Per la prima volta, da molti anni, i rappresentanti di queste associazioni si sono riuniti per discutere esplicitamente «su contenuti e modalità di un rilancio del protagonismo dei cattolici nella politica italiana». La presenza del cardinal Bagnasco, in apertura, ha sottolineato l´importanza dell´iniziativa, anche se egli non è voluto entrare nel merito dei problemi e non ha poi partecipato al dibattito. Nel corso della giornata, i cattolici hanno parlato senza difficoltà – ed è anche questa una novità – di nuovo soggetto politico o di nuovo movimento politico da loro animato. Al centro di molti interventi c´è stato il problema del partito, ma nonostante i richiami alla Dc di De Gasperi (pochi) e al Ppi di Sturzo (molti) non hanno prevalso nostalgie o rimpianti: è soprattutto del presente e del futuro che si è parlato. A Todi non è nato un nuovo partito cattolico, come del resto era nelle previsioni, e la questione è rimasta aperta, ma attraverso questo dibattito si è realizzato comunque un passaggio politicamente significativo.
Preceduto, infatti, da molte attese, l´incontro di Todi ha suscitato anche molte inquietudini. E c´è stato chi ha cercato di bloccare sul nascere l´avvio di una discussione politica tra cattolici, spingendo per trasformare il bipolarismo politico italiano in bipolarismo etico. Radicalizzando lo scontro su temi antropologici ed etici, infatti, i cattolici potrebbero finire schiacciati in modo permanente sul polo che si dice pronto ad accogliere le loro posizioni in questo campo, a prescindere dalle loro preoccupazioni sul terreno economico o sociale. È una questione che non riguarda solo loro: trasformare il bipolarismo politico in bipolarismo etico, infatti, implicherebbe uno snaturamento di questo sistema politico. Nato per permettere il ricambio di governo, finirebbe per garantire l´inamovibilità dal potere di una delle due parti che concorrono per il governo del Paese.
La questione dei valori non negoziabile è ben presente tra i cattolici che si sono riuniti a Todi, ma non ha bloccato la discussione. Si è, infatti, scontrata con un´altra spinta molto forte: quella a riconoscersi inseriti, insieme a tutti gli altri italiani, nella stessa “comunità di destino”, per usare le parole del cardinal Bagnasco. È il frutto di un´evoluzione che ha unito una più forte presa di coscienza delle ragioni dell´unità nazionale maturata nel corso del centocinquantesimo anniversario del 1861 e della convinzione stringente che la coesione sociale rappresenti oggi una forte necessità del sistema-Paese. Convinti che i valori non negoziabili rappresentino un riferimento irrinunciabile, essi si sono mostrati altrettanto persuasi della gravità dei problemi economici e sociali italiani. Le sollecitazioni a diventare strumenti di lacerazioni politiche sempre più profonde, perciò, non hanno trovato accoglienza ed è stata implicitamente ma chiaramente ignorata la spinta a trasformare il bipolarismo politico in bipolarismo etico. A Todi, insomma, non è nato un nuovo partito cattolico ma il riavvicinamento dei cattolici alla politica ha già cominciato a produrre alcuni, imprevisti, effetti.

La Repubblica 18.10.11

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“I cattolici: via Berlusconim”Serve un nuovo governo”. Bagnasco: facciamoci sentire”, di Marco Ansaldo

La sfida. «Serve un governo più forte, quello attuale non è adeguato». Quando il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, pronuncia queste parole nella conferenza stampa finale, con al suo fianco i rappresentanti del Comitato promotore, è chiaro a tutti che il divorzio del mondo cattolico da Silvio Berlusconi è il risultato più forte del convegno di Todi.
Nessun nuovo partito di centro è nato nel grembo del convento francescano di Montesanto. Invece, tra le volte del largo chiostro attraversato dai passi silenziosi dei religiosi, padroni di casa, è andata in scena una richiesta di eutanasia. Staccare la spina al governo Berlusconi.
Dall´assise cattolica – un incontro rigorosamente a porte chiuse, a cui hanno partecipato un centinaio di sigle dell´associazionismo e aperto dalla prolusione del capo dei vescovi, cardinale Angelo Bagnasco – è così uscita la proposta di un «nuovo esecutivo», di un governo sostenuto «dai principali partiti», capace di lasciarsi alle spalle il berlusconismo e le contrapposizioni esasperate del bipolarismo. Insieme all´esigenza di una revisione della legge elettorale che, con la reintroduzione delle preferenze, restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere chi li rappresenta.
«Si pensava che un uomo solo al comando ci liberasse dai guai – ha sintetizzato Bonanni – invece è la cosa che ci inguaia. Finisce la lunga stagione del silenzio dei cattolici, che torneranno ad essere protagonisti nel territorio con iniziative forti, per un impegno esclusivamente nel pre-politico». Ma serve un passo indietro del presidente del Consiglio, dicono in tanti. Un “altolà” che riafferma tutta la voglia dei cattolici di riprendersi la scena politica. Le anime qui sono molte e le ricette diversificate. Il presidente delle Acli, Andrea Olivero, è il più esplicito nel chiedere che «il presidente del Consiglio rimetta il suo mandato». Ma anche il presidente nazionale della Confartigianato, Giorgio Guerrini, è dell´idea che «questo governo non ce la fa». Il presidente di Confcooperative, Luigi Marino, sostiene che «serve qualcosa di più forte del solo cambio di governo». Carlo Costalli, per il Movimento cristiano lavoratori, valuta l´ipotesi di una «scomposizione partitica» in vista della futura «ricomposizione» politica.
La giornata si era aperta con le parole, molto attese, di Bagnasco. Sui due tavoli lunghi bordati d´amaranto, disposti uno di fronte all´altro, i leader del Forum delle associazioni cattoliche riuniti come in un conclave hanno ascoltato l´appello del cardinale nel rimbombo della sala grande del convento. «E´ un´ora promettente della Storia alla quale nessuno deve mancare – ha detto con voce piana il presidente della Cei – i cattolici non possono arretrare di fronte alle sfide. L´assenteismo sociale, per i cristiani, è un peccato di omissione».
Poi Bagnasco pronuncia infine le parole centrali del suo intervento: «E´ con questo patrimonio universale che la comunità cristiana deve animare i settori prepolitici nei quali maturano mentalità e si affinano competenze, dove si fa cultura sociale e politica». Prepolitica, dunque. Il parto di un nuovo partito non c´è. Spiega il portavoce del Forum, Natale Forlani: «Non è nel nostro orizzonte la formazione di un partito cattolico». Aggiunge l´amministratore delegato di Intesa SanPaolo, Corrado Passera: «Serve una politica dotata di lungimiranza». Chiosa il presidente di Aeroporti di Roma, Fabrizio Palenzona: «Penso che non si possa sfuggire ai nostri doveri. La più alta forma di carità è la politica».

La Repubblica 18.10.11