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"Lettera all'Ue: licenziamenti più facili e uomini e donne in pensione a 67 anni", da unita.it

Licenziamenti più facili per chi ha un lavoro a tempo indeterminato, se servono il governo è pronto a fare nuove manovre correttive, più facili, uomini e donne tutti in pensione a 67 anni. L’inserimento entro la metà del 2012 nella Costituzione del pareggio in bilancio. Sono alcuni dei punti salienti della lettera del governo italiano all’Ue.
LA LETTERA: UOMINI E DONNE IN PENSIONE A 67 ANNI
Uomini e donne in pensione a 67 anni nel 2026. Lo si legge nella lettera presentata dall’Italia a Bruxelles.
DISMISSIONI DA 5 MILIARDI IN 3 ANNI
La lettera prevede entro il 30 novembre 2011 dismissioni per 5 miliardi in 3 anni previo un accordo della Conferenza Stato-Regioni.
LA LETTERA PARLA DI LICENZIAMENTI E PENSIONI
Le agenzie lanciano un’indiscrezione sulla lettera all’Ue: sarebbe previsto il licenziamento per ragioni economiche dei lavoratori a tempo indeterminato. Rilancia la notizia Rainews. Nella lettera italiana, ricevuta all’Ue, si parla anche delle pensioni, motivo di scontri nella maggioranza con la Lega. La lettera d’intenti era stata promessa domenica scorsa ai presidenti Barroso e Van Rompuy da Silvio Berlusconi. L’Ue ha chiesto date e scadenze.

BERLUSCONI CERCA DI CONVINCERE BARROSO E VAN ROMPUY
Incontro bilaterale di circa 15 minuti tra Berlusconi, Manuel Barroso e Van Rompuy prima dell’inizio del vertice Ue. Secondo quanto viene riferito, al presidente della commissione europea e a quello del Consiglio Ue, che hanno ricevuto la lettera di impegni del governo, il premier avrebbe illustrato le posizioni italiane.

BERSANI: LA LETTERA? NON L’ABBIAMO ANCORA VISTA
Pier Luigi Bersani sul testo: «Hanno detto che ci daranno la lettera, ma a cose già fatte. E’ quello che è sempre accaduto».

«I nostri amici italiani lo sanno benissimo che partiamo dal presupposto che stasera ci annunceranno sforzi considerevoli di consolidamento»: lo ha detto il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Juncker, entrando al summit Ue.

BERLUSCONI A BRUXELLES
Anche Berlusconi è arrivato Bruxelles. Prima di entrare al Parlamento europeo non ha voluto rilasciare commenti ai cronisti.
Il premier oggi ha ricevuto a palazzo Grazioli il segretario del Pdl, Angelino Alfano, e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Con loro il premier ha limato la lettera di intenti che il governo italiano ha consegnato all’Unione europea. «La lettera ha ancora bisogno di qualche ritocco», si è giustificato Gianni Letta rispondendo ai cronisti.

«Se l’Italia è cosciente delle sfide che ha davanti, deve essere capace di dare le risposte necessarie». Ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando con i cronisti a Bruges.

«Qui non si tratta – ha detto Napolitano al termine dell’inaugurazione dell’anno accademico del College d’Europe – di rendere omaggio alle istituzioni europee, si tratta di fare il suo proprio interesse nazionale e di dare il suo contributo nell’interesse europeo». I cronisti hanno chiesto a Napolitano un parere sulla lettera che il Governo porterà al Consiglio Europeo: «Io non sono messaggero dei dispacci del Governo Berlusconi – ha replicato – quindi non lo so, non li ho letti, non spetta a me esaminarli».

Il Presidente della Repubblica, prima di recarsi in aeroporto per tornare in Italia, accenna allo scambio di documenti tra Roma e Bruxelles aggiungendo solo che del loro contenuto «non so, non li ho letti e non spetta a me esaminarli».

E l’attesa monta: il presidente della Commissione Ue Josè Barroso e quello dell’Unione europea Herman van Rompuy aspettano la lettera che hanno chiesto tre giorni fa al governo di Roma. E mentre si attende di conoscere dall’Italia il tipo di impegni presi e il calendario delle misure che intende attuare che dovranno tranquillizzare le istituzioni europee e gli altri partner dell’Eurozona, i leader si preparano alla maratona che li vedrà impegnati in due formati: a partire dalle ore 17 si riuniranno al completo, ovvero a 27, e a seguire si confronteranno solo quelli dell’Eurozona, ovvero i 17.

I nodi da sciogliere, sono ancora tutti sul tappeto: dalla ricapitalizzazione delle banche alle perdite degli istituti esposti con il debito di Atene, al fondo salva-Stati Efsf. I leader devono chiudere la partita su tutto, perchè è quello che si aspettano i partner internazionali e i mercati – stamattina le borse europee hanno aperto fiacche, con Milano a +0,4 – e finora non sembra esserci nessuna parola finale su alcun punto. La cancelliera tedesca Angela Merkel, prima di recarsi a Bruxelles, dovrà parlare a fine mattinata ai parlamentari del Bundestag, da cui conta di avere un mandato chiaro, per poter negoziare con tranquillità al summit anche l’aumento della potenza di fuoco del fondo salva-Stati, che era uno dei punti su cui il Bundestag minacciava la Merkel di ostracismo.

Francia e Germania hanno chiesto che le conclusioni del vertice europeo di oggi includano integralmente i 14 punti della lettera che l’Italia dovrebbe aver inviato alla Ue. Ma l’Italia si oppone a questa richiesta e, quanto si apprende, ci sono trattative in corso sull’ipotesi di pubblicare la lettera solo per sommi capi.

C’è però un giallo: la versione ufficiale della lettera italiana alla Ue con gli impegni sulle misure anticrisi non è ancora arrivata alla Commissione Europea. Lo ha riferito il portavoce dell’esecutivo comunitario Olivier Bailly, rispondendo ai cronisti oggi a Bruxelles. «Siamo fiduciosi che la riceveremo entro la fine della giornata: lo scopo è di averla in tempo per il Consiglio europeo (che si riunisce alle 18, ndr) al fine di restaurare la fiducia nell’economia italiana e nella stabilità finanziaria dell’Eurozona da parte dei mercati e degli investitori». Rispondendo ad una specifica domanda, il portavoce della Commissione ha osservato che «certamente non possiamo aspettarci che tutte le misure siano attuate entro le 18 di questa sera: abbiamo bisogno di una lista di misure concrete e molto dettagliate, sulla linea di ciò che abbiamo discusso con l’Italia non negli ultimi giorni ma negli ultimi mesi, una lista con un calendario d’attuazione». Sulla questione se la lista degli impegni sarà o meno nelle conclusioni finali del vertice Ue, Bailly ha risposto che «questo lo deciderà il Consiglio».

L’accordo sul contenuto della lettera è stato raggiunto la scorsa notte, dopo ore di trattativa con il leader della Lega – e socio di maggioranza del governo – Umberto Bossi.
L’obiettivo è raggiungere i 67 anni d’età nel 2026 anche per le donne del settore privato. È quanto è scritto, spiegano fonti presenti al vertice conclusosi a palazzo Grazioli, nero su bianco nella lettera che Silvio Berlusconi porterà oggi a Bruxelles. Nessun altro riferimento alla riforma previdenziale, ma solo l’indicazione del raggiungimento di questo obiettivo che così equipara l’età pensionabile delle donne nel privato a quelle del settore pubblico. Su questo punto la Lega avrebbe dato il suo assenso, ribadendo tuttavia la netta opposizione a qualsiasi intervento sulle pensioni di anzianità. Nulla di diverso, fanno osservare fonti leghiste, di quanto siglato nell’accordo sul decreto della manovra del 13 agosto scorso. Per il resto nella missiva rientrano misure sulle liberalizzazioni, sulle privatizzazioni, sulle semplificazioni normative a vantaggio delle imprese e sul piano delle
infrastrutture.

Berlusconi, secondo quanto viene riferito, punta ad ottenere dalla Unione europea ad un via libera di massima sull’impegno assunto dal governo italiano, convinto che i colleghi europei non attaccheranno l’Italia, anche per non compromettere la stabilità dell’Unione.

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