attualità, politica italiana

"Un cerotto per Bruxelles", di Tito Boeri

Chissà perché, leggendo la lettera di intenti recapitata all´ultimo minuto dal governo italiano all´Unione Europea, mi è più volte venuta alla mente l´immagine del finestrino dell´aereo Ryanair riparato con il nastro adesivo, apparsa su molti siti nei giorni scorsi. La lettera sembra fatta apposta per salvare le apparenze. Si evita accuratamente di sostituire il finestrino e di assicurarne una chiusura ermetica, diciamo strutturale. Nulla viene chiarito, ad esempio, sui 20 miliardi ancora mancanti dalla manovra estiva.I contorni della riforma fiscale ed assistenziale, che dovrebbe raccogliere questa cifra, rimangono se possibile ancora più vaghi di allora. Nulla viene spiegato sull´inasprimento della lotta all´evasione fiscale. Si evita accuratamente di proporre interventi sulle pensioni di anzianità che, è bene ricordarlo, sono quelle che hanno mandato in rosso i conti dell´Inps, anche tenendo conto dei massicci trasferimenti che lo Stato già concede all´ente previdenziale.
Sono queste pensioni incassate a partire da 57 anni di età da due a tre volte più alte delle pensioni di vecchiaia. E sono aumentate del 20 per cento negli ultimi 5 anni. Non vanno certo ai più poveri. Si vendono poi molte cose già fatte, come il raggiungimento dei 67 anni per il pensionamento di vecchiaia nel 2026, già implicito nell´aggancio dell´età pensionabile alla speranza di vita introdotto a inizio legislatura. Oppure le disposizioni sui servizi pubblici locali già contenute nella manovra di agosto vengono descritte come “provvedimenti da varare”.
Un domani si avrà qualcosa da esibire, sperando che non si accorgano della data. Il resto sono annunci generici di cose da fare. La genericità si attutisce solo quando i provvedimenti hanno come obiettivo, quando intendono colpire, la costituency avversa, la base elettorale dell´opposizione, come nel caso delle misure sulla mobilità e la Cassa Integrazione nel pubblico impiego. In questi casi non ci sono proposte di riforma, ma solo minacce. Analogo il caso delle norme sui licenziamenti da rendere meno stringenti.
In questo momento di crisi, l´attenzione dovrebbe essere rivolta ai percorsi di ingresso nel mercato del lavoro, a modi per unificare il mercato del lavoro, superando il dualismo fra contratti temporanei e contratti permanenti. Servirebbe anche a sostenere la domanda riducendo la grandissima incertezza che circonda l´ingresso nel modo del lavoro, la durata dell´impiego dei giovani. Invece non c´è nessun cenno alla flessibilità in entrata, ma solo a norme che possono rendere più facili i licenziamenti individuali e collettivi. Infine nella lettera ci sono i titoli accattivanti, come “il programma di ristrutturazione delle scuole inefficienti”, o “la valorizzazione del ruolo dei docenti elevandone impegno e retribuzione”.
Non si capisce come, con quali strumenti e, soprattutto, con quali soldi. Ma chi non sarebbe d´accordo?
Perché oltre all´obiettivo di ottenere il permesso di volo (a quell´aereo di Ryanair per fortuna il permesso non è stato poi dato), il governo sembra avere in testa un altro obiettivo: preparare la campagna elettorale.
Il vero quesito da porsi allora non è tanto se questo governo farà le cose vagamente descritte nella lettera, ma un altro: sono questi impegni sottoscritti a livello vincolanti anche per il governo che ci sarà nella prossima legislatura?

La Repubblica 28.10.11