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Il Fmi mette l’Italia sotto tutela «Ora non è un Paese credibile», di Bianca Di Giovanni

Sorvegliata speciale. Così esce l’Italia dal G20. Non sono solo Sarkozy-Merkel ad esprimere preoccupazione. È ora il Fondo monetario: «L’Italia non è unn Paese credibile». Gli osservatori del Fmi da domani a Roma. «Silvio, non hai capito che il problema sei tu? Se non ti dimetti, lunedì i mercati ci distruggono». La “frasetta” (che in serata i suoi addetti stampa hanno tentato di smentire) sussurrata da Giulio Tremonti all’orecchio di Berlusconi subito dopo la conferenza stampa del G20 filtra da ambienti vicini all’esecutivo e mette il sigillo al crollo della credibilità del nostro governo, unico vero leitmotiv del summit francese.
Tutti, proprio tutti, qui a Cannes hanno citato preoccupati le catastrofiche conseguenze della crisi di fiducia dei mercati nei confronti dell’Italia. Crisi confermata anche dopo le decisioni drastiche prese ieri: «Una valutazione e una sorveglianza dettagliate della commissione europea (sulle politiche italiane, ndr) e la verifica pubblica della realizzazione delle politiche su base trimestrale da parte dell’Fmi», recita il comunicato finale del vertice. Una doppia camicia di forza imposta a Berlusconi dopo un lungo negoziato, diplomaticamente salutata come un gesto di responsabilità italiano. Ma la misura d’emergenza non ha convinto. Mentre Berlusconi la annuncia alla stampa, raccontando di un’Italia ricca e felice, e soprattutto che la «certificazione» dell’Fmi non gli è stata imposta, la Borsa crolla e il differenziale tra i Btp e i Bund tocca i massimi. La Bce comincia a comprare, ma non riesce a limitare i danni. La cintura di salvataggio appena annunciata è stata bruciata
dallo stesso premier. Tanto che in serata in alcune redazioni tedesche si diffonde la voce che il premier italiano potesse dimettersi in nottata.
LA CINA ABBANDONA L’EUROPA
I timori per la “bomba Italia” sono stati espressi dai verticim delle autorità europee (Barroso, Van Rompuy), dal duo Merkel-Sarkozy, da i Paesi emergenti (per esempio il Messico), li ha fatti intendere senza nominarli la Cina, che ha lasciato il vertice prima della chiusura lasciando l’Europa al suo destino confuso e instabile, infine lo ha fatto l’Fmi con Christine Lagarde: «Il problema dell’Italia è la mancanza di credibilita » . Mentre sul Times e sul Guardian
si parlava del nuovo disco del premier con Apicella. La parola Italia a Cannes ha cancellato la Spagna, l’Irlanda e persino la Grecia. Nella nottata tra giovedì e venerdì in un dopo cena ad alta tensione tra i Paesi europei Angela Merkel esprime preoccupazione per l’Italia, e il ministro Schauble specifica, usandole stesse parole della Lagarde: il problema non è il debito,ma la credibilità politica. Berlino parla già dell’intervento dell’Fmi, mentre Roma smentisce. In mattinata è Manuel Barroso ad annunciare che Roma ha chiesto il “monitoraggio” del Fondo.
Il presidente della Commissione aggiunge che già la prossima settimana partirà una delegazione di Bruxelles a Roma. «L’Italia, che è un paese essenziale della zona euro, uno dei paesi principali, ha lodevolmente preso la decisione di fare appello alla Commissione Ue e al Fmi per certificare i risultati che avrà raggiunto su base trimestrale», aggiunge
poco dopo Sarkozy.
LA «CERTIFICAZIONE»
Tutti sembrano tirare un sospiro di sollievo: Roma si è piegata. Ma che vuol dire davvero “certificazione”? Secondo indiscrezioni riportate dal sito economico “Linkiesta” gli ispettori del fondo atterreranno a Roma ià domani sera. Saranno guidati dall’economista finlandese Juha
Kahkonen. Cominceranno da subito a stilare il loro rapporto, che sarà completato intorno al 20 novembre. Tempi acceleratissimi. Una cura d’urto che preoccupa soprattutto
perché potrebbe sottintendere che ci sono dubbi non solo o non tanto sull’attuazione delle riforme annunciate, quanto sulla tenuta del bilancio. Anche se il ministro Tremonti ha escluso in modo deciso che l’ intervento dell’Fmi possa interessare le manovre di bilancio. Gli osservatori hanno anche notato, tuttavia, che il ministro dell’Economia si è
presentato in ritardo alla conferenza stampa del premier, lasciando al solo Berlusconi l’onere di annunciare l’intervento dell’Fmi. Una presa di distanza? L’ipotesi confermerebbe le voci sui dissensi interni all’esecutivo. Un assist disperato arriva da Barack Obama, che si dichiara fiducioso sulle possibilità dell’Italia di uscire dalla crisi. Il presidente americano sa che ormai anche oltre Atlantico i destini sono legati alla Penisola.
Il caso Italia, comunque non si chiude con l’annuncio del “filtro” del Fondo monetario. Non solo per la reazione dei mercati. L’idea che un controllo ravvicinato sulla politica
economica sia un attacco alla sovranità del Paese si fa strada nei corridoi del vertice internazionale.
Tanto che Sarkozy rassicura: «Non è nostro obiettivo cambiare né il governo dell’Inghilterra né quello dell’Italia, non rientra nei nostri compiti. L’Italia non è sola, questa è la base della solidarietà europea». Ma in pochi credono a una effettiva autonomia in fatto di politica economica.

L’Unità 05.11.11