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"Un giovane su quattro non studia e non lavora", di Antonella Baccaro

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La «generazione Neet» ha toccato nel 2010 quota due milioni e duecentomila. Il numero di giovani che non sono occupati, né impegnati in corsi di studio o formazione (Not in Education, Employment or Training) è aumentato nel giro di due anni, secondo un rapporto di Banca d’Italia, di 200 mila unità. Per effetto della crisi il numero di Neet tra 15 e 29 anni, che nel periodo 2005-08 era pari al 20% della popolazione, è arrivato nel 2010 al 23,4%.
L’aumento è stato più marcato nel Nord e al Centro, meno pronunciato nel Mezzogiorno, dove tuttavia l’incidenza di giovani Neet era prossima al 30% già prima della crisi.
I Neet sono per lo più donne, meridionali, sposate o conviventi, con diploma di terza media. L’incidenza di questa categoria tra le donne, a livello nazionale, supera infatti il 26%, contro il 20% degli uomini.
I giovani tra 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano risiedono per un quinto dei casi con almeno un genitore (20,2%), nel Sud questo accade per oltre tre Neet su quattro, mentre il 43,5% è sposato o convivente.
Un dato tra i più impressionanti è quello che colloca più del 25% dei Neet in una famiglia nella quale nessuno dei componenti lavora. Rispetto al 2008 tale quota è aumentata in Italia del 3%; l’incremento è stato più forte al Centro e nel Nord Est.
Quanto al titolo di studio, nella media nazionale del 2010 l’incidenza dei Neet era pari al 24,8% tra i giovani non diplomati, contro il 21,9% per quelli con il diploma. La percentuale di Neet resta superiore tra i non diplomati anche nella fascia di età dei meno giovani (25-29 anni), dove è più frequente la presenza di diplomati. Se si analizza la fascia d’età fino ai 35 anni, al fine di includere coloro che hanno terminato un corso di laurea o di specializzazione, la quota di Neet tra i laureati è del 20,5%. Con profonde differenze territoriali: nelle regioni del Nord tale quota è meno del 15%, nel Mezzogiorno oltre il 30%.
Essere Neet però non significa non cercare un lavoro. Anzi: nel 2008 il 30,8% di questi giovani cercava un’occupazione (il 25,3% tra le donne). Quota che ha raggiunto il 33,8% nel 2010, con punte del 40% nel Nord Ovest e al Centro e del 38% nel Nord Est. Nel Mezzogiorno, dove la partecipazione al mercato del lavoro è inferiore per tutte le fasce d’età, la quota non raggiunge nemmeno il 30%.
Ma chi cerca lavoro, poi lo trova? Prima della crisi, tra il 2007 e il 2008, il 32% dei giovani Neet usciva da tale condizione nei 12 mesi successivi. Nel periodo successivo il tempo di permanenza è aumentato: solo il 28,8% dei giovani che erano Neet nel 2009 usciva da tale condizione un anno dopo.
La probabilità di uscita dalla condizione di Neet è calata di più nel Nord Est e al Centro, proprio le aree che presentavano i più alti tassi di uscita prima della crisi. Tra il 2008 e il 2010 le transizioni totali verso un’occupazione sono scese dal 74,5% al 69,5%; quelle verso attività formative sono cresciute dal 25,5% al 30,5%.

Il Corriere della Sera 08.11.11