cultura

"Fnsi e cdr a Monti: salvi il pluralismo", di R.M.

Allarme rosso per l’editoria e in particolare per quella non profit e di idee. Il pluralismo è in pericolo. Se ne faccia carico il governo Monti. Lo ha ribadito la conferenza nazionale dei comitati e fiduciari di redazione che si è riunita a Roma lo scorso 16 novembre 2011. Nel documento finale si esprime, infatti, «la più profonda preoccupazione per la situazione che, nell’ambito della più generale crisi del paese, caratterizza il settore dell’editoria dal punto di vista imprenditoriale e del lavoro professionale dei giornalisti». «Vicende come quella dell’incertezza sul finanziamento pubblico dell’editoria si sottolinea dimostrano a quali disastri porti l’assenza di una seria politica di governo del settore».
Al centro dei lavori, aperti dal segretario Fnsi Franco Siddi e dalle relazioni del giuslavorista Gianni Loy e del direttore della Fnsi, Giancarlo Tartaglia, vi è stata la denuncia per la stabilità dell’occupazione rappresentata dall’articolo 8 del la legge 148/2011, la «manovra bis» recentemente approvata dal Parlamento, con il quale attraverso la «contrattazione di prossimità» sono state introdotte deroghe alle tutele assicurate dai contratti nazionali e dalle stesse leggi. Su questo provvedimento i Cdr hanno espresso un giudizio «fortemente negativo» e hanno chiesto al nuovo governo Monti di elaborare, «con il contributo e la partecipazione del sindacato e della categoria tutta, una politica di sostegno e sviluppo dell’editoria anche attraverso provvedimenti di riforma reale, che ne affronti le distorsioni e ne avvii il risanamento, mettendo al centro i diritti del lavoro».
I comitati di redazione e i fiduciari hanno preso un doppio impegno: non daranno corso alla contrattazione di prossimita prevista dall’articolo 8 e promuoveranno «tutte le iniziative utili al superamento di questa normativa, fino a sostenere un referendum abrogativo». Un altro terreno di iniziativa sindacale sarà a tutela del lavoro autonomo e dei «collaboratori», che negli ultimi anni ha visto crescere fortemente la presenza nel giornalismo italiano» e subire i colpi pesanti delle crisi redazionali.

L’Unità 18.11.11