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"Test confermano: neutrini più veloci della luce", di Pietro Greco

I neutrini continuano ad andare più veloci della luce. Un nuovo set di misure, condotte dal gruppo internazionale Opera su fasci delle minuscole particelle che partono dal Cern di Ginevra e sono rilevate a 730 chilometri di distanza nei Laboratori Nazionali che l’Infn (l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) ha allestito sotto il Gran Sasso, ha confermato quella che Antonio Ereditato ha definito, la settimana scorsa a Napoli, «l’anomalia del secolo». Registrata, come i lettori dell’Unità ricorderanno, lo scorso mese di settembre.
Due indizi non sono ancora una prova. Ma iniziano a corroborare la tesi che ci troviamo di fronte a un dato reale e non a un banale errore. Per effettuare le nuove misure, riferiscono le fonti ufficiali della collaborazione Opera, sono stati utilizzati dei fasci particolari di neutrini, dei pacchetti di particelle più «compatti» (formati da particelle che partono da Ginevra in un intervallo di tempo di 3 nanosecondi) inserite in un treno più distanziato (ogni pacchetto parte ogni 524 secondi). In pratica significa che il segnale è stato reso «più pulito» e la misura più affidabile. In questo modo si possono ragionevolmente escludere tutta una serie di possibili errori sistematici che, sostiene una nota dell’Infn, avrebbero potuto inficiare la misura precedente. In questa fase Opera ha analizzato 20 eventi indipendenti.
Insomma, la misura costituisce una conferma più robusta di quella dello scorso mese di settembre. I nuovi dati sono stati resi pubblici stanotte sul sito ArXiv. Nel medesimo tempo un articolo scientifico è stato sottoposto alla rivista scientifica on line con peer review (revisione critica da parte di colleghi anonimi) Journal of High Energy Physics (Jhep). Si tratta di una delle più importanti riviste di settore al mondo ed è pubblicata dalla Sissa di Trieste.
In realtà è l’intero esperimento che ha una forte connotazione italiana. Il responsabile della collaborazione internazionale Opera, Antonio Ereditato, è italiano. Al Cern di Ginevra la componente italiana è fortissima. Ed è italiano il Laboratorio Nazionale del Gran Sasso, diretto da Lucia Votano, dove i neutrini vengono rilevati. Nuove misure saranno condotte dalla collaborazione Opera nel corso dell’intero anno 2012. Altre, del tutto indipendenti, sono previste sia negli Stati Uniti che in Giappone. Se il dato verrà confermato, ovvero se davvero i neutrini viaggiano a una velocità superiore a quella della luce, occorrerà spiegare perché.
La prudenza è d’obbligo. Perché, come sostiene Fernando Ferroni, il nuovo presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare: «Una misura così delicata che ha profonde implicazioni per la fisica, richiede un eccezionale livello di approfondimento. L’esperimento Opera, grazie al particolare adattamento dei fasci di neutrini del Cern, ha realizzato un test importante per la consistenza dei suoi risultati che ci rendono più fiduciosi sulle misure, anche se la parola decisiva può essere detta solo dalla realizzazione di esperimenti analoghi in qualche altra parte del mondo».
I FOTONI
Se venisse confermata, quella realizzata da Antonio Ereditato sarebbe una delle più importanti scoperte fisiche degli ultimi decenni. I fotoni che trasportano l’energia elettromagnetica, compresi i fotoni luminosi, hanno massa zero e la loro velocità nel vuoto – circa 300.000 chilometri al secondo – è stata considerata la massima possibile nell’universo. Ora i neutrini, attraversando la roccia, sembrano superano questa velocità. Perché?
Le risposte possibili sono tre. Potrebbe trattarsi di un errore di misura. Ma dopo i nuovi test abbiamo ragione di credere che non si tratta in ogni caso di un errore banale. E scoprirne la causa sarebbe già una bella sfida. Potrebbe darsi che i neutrini superano la luce in velocità solo in un mezzo particolare, come la roccia: e bisognerebbe spiegare perché. Potrebbe essere che i neutrini viaggiano sempre a velocità superiore a quella della luce. In questo caso la cascata di domande è imponente. Perché proprio i neutrini. Sarebbe la loro velocità il nuovo limite invalicabile o vi sono oggetti che superano anche i neutrini? Occorrerà trovare una nuova legge più generale della relatività di Einstein per avere una «spiegazione economica» di questi fatti anomali? In quest’ultimo caso, l’«anomalia del secolo» in cui si sono imbattuti Ereditato e gli altri 160 colleghi di Opera avrebbe davvero implicazioni profonde nella fisica. Ma non sarebbe una rivoluzione. Non bisognerebbe riscrivere le leggi della fisica. Perché, come diceva saggiamente Isaac Newton, gli scienziati moderni sono come nani che salgono sulle spalle robuste di giganti. Guardano più in là di chiunque altro, scoprono cose mai viste prima, ma solo perché possono poggiano i loro piedi sulle conquiste del passato.

L’Unità 18.11.11