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Cento piazze in tutta Italia «Partigiani della Costituzione», di Jolanda Bufalini

Cento piazze, a Palermo c’è lo striscione «Partigiani della Costituzione», la frase di Antonio Ingroia che ha provocato una surreale tempesta (e l’apertura di un procedimento al Csm) sul capo magistrato palermitano. A Pescara un’intera giornata di iniziative, a Milano la visita del sindaco Pisapia. Ieri si è svolta la giornata del tesseramento all’Anpi, l’associazione dei partigiani che da alcuni anni ha aperto le iscrizioni ai giovani. Un nuovo corso che ha avuto particolare impulso al sud, dove il richiamo ai valori della Costituzione si intreccia con quelli per la legalità e la lotta alle mafie.
Palermo. Ottavio Terranova, 75 anni, era operaio ai cantieri navali, saldatore elettrico, quando ai Cantieri di Palermo lavorano 7000 persone. Ieri, a piazza Massimo, vicino al gazebo partigiano c’erano le tende degli indignados e, racconta Ottavio, «questi ragazzi diffidano della politica ma hanno un vero entusiasmo per il nostro lavoro». Un lavoro con le scuole per far scoprire il contributo del Sud alla Liberazione, tanto più importante quando nelle amministrazioni esponenti di destra mostrano indifferenza per la «Resistenza che ha unificato l’Italia». Racconta Terranova: «Il 20 per cento dei partigiani era siciliano, il 40 proveniva dal Sud, in un percorso inverso a quello dei Mille quando i lombardi vennero a liberarci». In Sicilia si intrecciano due Resistenze perché c’è «quella combattuta contro la mafia e il latifondo in cui persero la vita tanti sindacalisti». Simboleggiata, nel 2010, dalla manifestazione fatta insieme da Anpi e Cgil a Portella delle Ginestre. A Primavera l’Anpi farà un convegno storico sulle lotte di Liberazione «guardando al bacino del Mediterraneo e all’impegno di Pio La Torre per la pace». A partire dai Fasci siciliani fondati da Nicola Barbato, sindacalista socialista, di cui Pompeo Colajanni prese il nome in clandestinità.
L’idea è quella di una toponomastica della Resistenza, perché, spiega Mario Vallone (Anpi di Catanzaro) «i ragazzi passano per via Ugo Barbaro, Saverio Papandrea ma non sanno chi sono». «Non sanno nulla di Costantino Mortati, deputato alla Costituente». L’Anpi ha organizzato un sit in perché un ristoratore ha coperto con le sue strutture la lapide che ricorda Saverio Papandrea, un tenente dell’esercito italiano ucciso dai fascisti. I calabresi, allora come ora, emigravano al Nord e, con il contributo delle ricerche negli istituti della Resistenza in Piemonte e Toscana, si sono trovati 1100 nomi di combattenti per la libertà.
LOTTA PER LA LEGALITÀ
Catanzaro non è una terra facile per la memoria, tanto più che il centro-destra adesso al governo della città viene dal vecchio Msi. «Il nostro spiega Vallone -non è un lavoro politico ma di risveglio delle coscienze, che si intreccia con la battaglia per la legalità, contro il voto di scambio che qui è molto diffuso».
Antonio Amoretti partecipò alle Quattro giornate di Napoli, è uno di coloro che ispirarono il film di Nanni Loy sulla resistenza napoletana. Continua a testimoniare nelle scuole e anche ad arrabbiarsi. Per la manifestazione nazionale di Casa Pound a Napoli, il 26 novembre: «Una provocazione e il comitato per la sicurezza ha sbagliato a concedere la piazza per il raduno. Lì vicino c’è la sede storica fascista di via Foria da cui partì la bottiglia incendiaria che uccise la studentessa Jolanda Palladinio nel 1975».
La speranza di Antonio Amoretti è avere una sede per sistemare il museo delle «Quattro giornate». La vecchia amministrazione aveva assegnato all’Anpi una sede prestigiosa, nel complesso monumentale di San Severo al Pendino. «La nuova ha cancellato la decisione ma si è impegnata su una sede di fronte al museo archeologico. Speriamo di concludere questa storia infinita». Ad Aielli in Abruzzo l’Anpi prepara, il 3 dicembre, un convegno su fascismo e leggi razziali. È la risposta all’incredibile decisione del sindaco Benedetto Di Censo di rispolverare il busto di Guido Letta, zio di Gianni, e di dedicargli una piazza. Guido Letta era un prefetto fascista, tanto ligio da meritarsi un’onoreficienza nazista per l’applicazione delle leggi razziali, da aderire alla Rsi. La piaggeria del sindaco e della amministrazione provinciale è arrivata al punto da utilizzare, per la celebrazione del prefetto fascista, 20.000 euro dei fondi per il terremoto. Le proteste dell’Anpi hanno strappato l’impegno che quei soldi saranno restituiti.

L’Unità 21.11.11