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“L’articolo 18 frena gli investimenti Il posto fisso? E’ un valore positivo”

Monti: “La riforma già a marzo, possibili novità sui licenziamenti. Dobbiamo tutelare i giovani chi si trovano in uno stato di schiavitù”. «Se per posto fisso intendiamo un posto di lavoro che ha una su stabilità è ovvio che è un valore positivo». Il premier Mario Monti in videoforum a Repubblica.it, precisa la frase sul posto fisso monotono. «Una frase come quella presa fuori dal contesto puo’ prestarsi ad equivoco», ammette il presidente del consiglio che spiega di aver fatto riferimento «alla sfida del cambiamento di lavoro nel corso della vita» in particolare per i giovani.

Questi i principali punti dell’intervento di Monti:

“Già a marzo è possibile la modifica dell’articolo 18”
«Stiamo vedendo al tavolo sulla riforma del lavoro come si può contemperare la garanzia del rispetto di certi diritti del singolo lavoratore con forme che non scoraggino le imprese dall’assumere maggiormente e dobbiamo anche compararci con il piano internazionale» spiega il premier, secondo cui l’articolo 18 è «centrale nella discussione nel senso che è uno dei temi e siccome in passato per gli uni era la punta di una spada offensiva, per altri centro di scudo difensivo, e sembrava la contrapposizione tra orazi e curiazi. Il nostro scopo è passare dai simboli e i miti alla realtà». La riforma del mercato del lavoro è «un mosaico, non bisogna precludersi di usare ogni tessera». Monti ha anche indicato per «fine marzo il termine che il governo si è dato per varare la riforma».

“Trovare lavoro ai giovani è l’obiettivo centrale del nostro governo”
«Creare lavoro per i giovani è l’obiettivo centrale di tutta la politica economica e sociale del governo, se ci si riesce e ci vorrà del tempo, ma questo non significa che i giovani debbano e possano avere quel lavoro per tutta la loro esistenza, il cambiamento è da guardare positivamente e non negativamente. Se ci si riesce, e ci vorrà del tempo – aggiunge il premier – non significa che i giovani che troveranno un lavoro debbano o possano avere quel lavoro per tutta la loro esistenza. Se in una società esiste il lavoro ed esistono delle tutele di base il cambimento è da riguardare positivamente e non negativamente».

“E’ necessario tutelare chi si trova in una situzione di schiavitù”
«Avere la sfida del cambiamento di lavoro nel corso della propria vita è una cosa positiva, è una cosa che stimola, per arrivare a dare un lavoro ai giovani bisogna tutelare un po’ meno chi è già molto tutelato, quasi blindato nella cittadella, mentre c’è chi si trova quasi in una situazione di schiavitù, in una forma estrema di precariato».

“Nel mercato del lavoro il modello non sono gli Usa, ma la Danimarca”
Più che gli Stati Uniti, il modello cui guarda il governo per il mercato del lavoro è quello della
“mitica” Danimarca. Il premier sottolinea che «gli Usa non è che siano un esempio da imitare completamente. Sicuramente hanno un mercato del lavoro molto flessibile ed è più facile che altrove trovare il lavoro, ma in molti settori è molto poco tutelato il lavoratore che perde un lavoro. Se proprio si deve cercare un modello, meglio certi Paesi del nord, come la ‘mitica’ Danimarca che tutela il singolo lavoratore più che il posto del lavoro». Ovvero, «quando un lavoratore non può più lavorare in una certa fabbrica, ha una serie di tutele lui, non il posto in quella fabbrica che deve essere cancellato. Per fare questo occorrono tantissime cose che stiamo cercando di mettere in atto». Dunque «occorre creare più occasioni di lavoro per i giovani, un po’
meno tutelati in modo trincerato ma più posti di lavoro. E un Paese è capace di creare più o meno posti di lavoro a seconda di quanto è competitivo. Gli sforzi che stiamo facendo per diventare
più competitivi, mirano a far sì che le aziende possano espandersi, anzichè ridimensionarsi o chiudere».

“Con la disciplina di bilancio si convincerà la Merkel sugli eurobond”
L’euro è una moneta robusta, ma l’introduzione degli eurobond potrebbe contribuire a rafforzarla ulteriormente. Il premier, che si è detto ottimista sul fatto che una volta che l’accordo sulla disciplina di bilancio sarà definitivamente perfezionato anche la Germania si convincerà di questo.
«L’Euro è una creatura giovane, direi adolescente, ma è un giovane robusto che ha dato prova di grande forza», sottolinea Monti, ricordando che però «c’è stato un problema nella gestione dell’eurozona, e ci sono diverse posizioni circa l’importanza degli eurobond per irrobustire l’euro, io sono tra quelli, come il mio predecessore al tesoro Tremonti, che considerano gli eurobond possano avere una parte importante». Per Monti, «con la Cancelliera Merkel divergiamo sul ruolo oggi degli eurobond, ma siamo d’accordo sul fatto che una volta che sarà definitivamente perferzionato il meccanismo di disciplina di bilancio in Ue si potrà guardare più serenamente anche da parte tedesca all’introduzione degli eurobondo e l’euro sarà maggiormente potenziato».

“Il mondo bancario è stato molto disturbato dal mio governo”
«L’azione del governo vuole colpire un po’ tutti, magari ci sono norme meno evidenti ma il mondo
bancario è stato molto disturbato, già a dicembre con una norma che vieta ad un membro di un cda di una banca di sedere nel cda di un’altra banca e questo vale anche per le assicurazioni». Monti spiega come le norme che impediscono «ai membri del cda di una banca di sedere nel cda di un’altra banca» servano a impedire che «l’essere seduto in certi salotti della finanza porti a una situazione di scarsa concorrenza tra le banche».

“Siamo soddisfatti per lo spread”
Il Governo è contento dell’andamento dello ‘spread’ tra Btp e Bund tedeschi, ma quanto ottenuto fin
qui non è ancora abbastanza: «Mentre parliamo è 372 punti base, 200 punti più basso del 574 che era il 9 novembre, quando c’è stata la svolta politica e io sono stato raggiunto a Berlino – manco a farlo apposta – da una telefonta del capo dello Stato. Siamo soddisfati – spiega il premier – che sia 200 punti più basso, ma non ci basta nella dimensione e nella struttura: nella dimensione perché rispetto ai giudizi positivi questa diminuzione non riflette ancora la messa in sicurezza dei conti italiani».

Se lo spread non è ancora sceso come dovrebbe, in base alle manovre messe in campo dall’Italia, è per «quello che è diventato un rischio ‘euro-zona’ più diffuso nei mercati”. D’altro canto, l’accordo di lunedì scorso tra i Paesi Ue sul ‘fiscal compact’ produrrà «miglioramenti, che credo ci saranno nelle prossime settimane». Inoltre, ha aggiunto, attualmente i tassi sui titoli a breve termine sono scesi di più di quelli a lungo termine e questo “non ci piace ancora, i tassi rimangono un po’ troppo altini sui titoli a più lungo termine”. Colpa di una scarsa fiducia dei mercati nei confronti della politica italiana, sfiducia che secondo Monti verrà via via eliminata.

“L’Italia è ridotta male per colpa di governi buonisti”
L’Italia è «ridotta un po’ male» perché per troppo tempo i Governi che si sono succeduti hanno avuto un atteggiamento troppo «buonista». Monti punta il dito in particolare contro i governi degli
anni ’80 e primi ’90. «Perché l’Italia è ridotta un po’ male? Perché per decenni i governi italiani hanno avuto troppo cuore, hanno diffuso troppo buonismo sociale, soprattutto prima che
arrivasse l’Europa un po’ austera a renderci più attenti». C’è stato un periodo, ha ricordato, durante il quale «l’Italia aveva un disavanzo pubblico che era dell’8-10-12% Pil. Non c’era neanche dibattito, neanche consapevolezza di questo. Perché i governi, molto politici, accoglievano le richieste delle varie parti e la somma delle spese pubbliche era molto superiore alle entrate. Anno dopo anno si creava il debito pubblico. Un debito che è andato a gravare su persone che allora non votavano o non erano ancora nate”.

Quelle persone, ha sottolineato Monti, «sono i giovani di oggi che non trovano lavoro». Dunque, «va tenuto presente che più si eroga ‘bontà di cuore’ oggi, più si creano condizioni che graveranno come il piombo su quelli che verranno dopo. Per questo che i giovani italiani non trovano lavoro, perché si è detto di sì a tutti. Per questo un governo come il nostro ha il compito anche di spiegare che ciò che sembra sgradevole, può anche darsi che lo sia, ma ha l’intenzione di riequilibrare le cose”. E Monti ha concluso ricordando che «con la fretta della nostra manovra di dicembre abbiamo pur sempre introdotto una cosa che non abbiamo chiamato patrimoniale per non urtare sensibilità, ma abbiamo di fatto introdotto un’imposta su molte componenti del patrimonio, perché pensiamo che quando c’è da risanare una situazione c’è da fare attenzione al’equità».

da lastampa.it