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"Alleanza con l´Udc, ma Letta sbaglia noi dobbiamo riprenderci la sinistra", intervista a Dario Franceschinidi Alessandra Longo

Dopo l´esito delle primarie Pd di Palermo, Dario Franceschini manda un messaggio ai colleghi che si azzannano e attaccano Bersani: «Fermatevi!». Tutto tempo perso («Bersani sarà il leader del partito fino al congresso del 2013») ed energie che andrebbero dirottate altrove: «Lo dico io con la mia storia. Penso che il Pd debba riappropriarsi del non poco spazio che sta alla sua sinistra». E quando finirà l´esperienza Monti? «Nessuna Grande Coalizione, dovremo offrire al Paese un´alleanza tra progressisti e moderati».
Intanto ogni tornata di primarie diventa un funerale.
«Con queste regole, va così. La competizione è autentica. La forzatura è darne una lettura tutta proiettata a livello nazionale».
E´ quello che sta facendo l´establishment del partito.
«Il mio messaggio è: “Fermatevi”. Ci vuole onestà intellettuale. Vi pare che l´elettore di Palermo sia uscito di casa per andare a dire la sua sulla foto di Vasto (Bersani, Vendola, Di Pietro, ndr)? E quando ha vinto Pisapia a Milano, dovevamo dedurre che il baricentro andava spostato a sinistra? E Renzi e De Magistris? Che facciamo, ci comportiamo come bussole impazzite?».
Ammetterà la sequenza degli sbandamenti.
«Io vedo un solo filo comune. A Firenze vince Renzi, a Milano Pisapia, a Napoli De Magistris, a Cagliari Zedda, a Genova Doria. Candidati diversi che hanno in comune il fatto di essere percepiti come l´antisistema. E´ su questo che dobbiamo riflettere, non aprire un fronte interno e attaccare Bersani. La scelta della Borsellino è stata condivisa da tutto il gruppo dirigente nazionale».
Letta prende spunto da Palermo per seppellire l´incontro-simbolo di Vasto. Un grave errore politico come denuncia Latorre?
«Direi, più sobriamente, che non vedo il legame con Palermo. Detto questo, anche per me lo schema Vasto è insufficiente. Ho dei dubbi sulla possibilità di un´alleanza limitata a forze come Sel e Idv, che esprimono posizioni diverse dalle nostre sulla Tav, in politica estera ed economia».
C´è anche il rischio opposto: sposare in toto la linea del governo Monti, per esempio in materia di riforma del lavoro.
«Non dimentichiamo che ogni scelta di questo governo, che abbiamo deciso di appoggiare per salvare il Paese dall´abisso in cui ci aveva cacciato Berlusconi, è frutto di mediazioni tra avversari, a mio avviso finora soddisfacenti. E´ un´esperienza temporanea e noi dobbiamo usare l´anno che ci rimane per parlare anche a chi non vota Pd».
E poi?
«E poi ci sarà un ritorno alla normalità, con il confronto fisiologico destra/sinistra, conservatori/ progressisti».
Monti ancora premier lo esclude?
«Non farà mai il candidato di una delle due parti».
Allora Grosse Koalition.
«Assolutamente no. Dobbiamo lavorare affinché il Paese possa essere governato da un´alleanza fra progressisti e moderati alternativa alla destra. Dobbiamo recuperare sul terreno dell´antipolitica e non lasciare libere praterie a sinistra».
Competitori di Vendola…
«Lo dico io con la mia storia. Dobbiamo riappropriarci della parola sinistra, delle speranze di giustizia e uguaglianza che incarna per milioni di italiani. Penso ad una sinistra moderna, di governo, non immobilista e conservatrice, impaurita da ogni innovazione e cambiamento».
Una sinistra che si allei con il Terzo Polo e l´Udc.
«Bisogna poi costruire una coalizione che abbia un largo consenso sociale e parlamentare».
Nel frattempo la cronaca segnala scambi al vetriolo. Il fronte di Veltroni è in movimento. Lei che dice?
«Evitiamo gli errori del passato. Quando ho perso le primarie, al milione di persone che mi hanno votato ho promesso un lavoro di squadra e questo sto facendo».
Chi sarà il leader del Pd alle prossime elezioni?
«Il leader del Pd c´è ed è Pier Luigi Bersani fino al prossimo congresso, che si terrà nell´autunno 2013, cioè dopo le politiche».

La Repubblica 07.03.12