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Bersani: "Dobbiamo arginare la recessione"

Sintesi della relazione del segretario Pier Luigi Bersani durante la Direzione nazionale del PD.
“In un paese carico di incertezze dobbiamo trasmettere salvezza, unità, sicurezza, convinzione che diano il senso della nostra posizione”. Così il leader del PD, Pier Luigi Bersani durante la Direzione nazionale del Partito, ha introdotto la sua relazione poi votata e approvata all’unanimità dai delegati.

“Fisseremo un presidio sul lavoro, un tavolo con gruppi parlamentari e partito” nel quale si dialogherà con tutti i soggetti sociali. “Nelle prossime settimane non servono proposte estemporanee. Il PD non dev’essere un partito “con cento voci”.

C’è la “necessita’ di una politica attiva per contrastare la recessione” e serve “dare un segnale” chiaro in questo senso. Per dare respiro ai comuni c’è bisogno di una serie di interventi a tra cui “l’allentamento del Patto di stabilità”. È necessario dare un messaggio di riscossa nazionale: “noi siamo consapevoli dei problemi che ci sono e siamo consapevoli nel dare il nostro appoggio al governo Monti anche in questi momenti di grande incertezza”. Ma non dimentichiamoci cosa è successo fino a poco tempo fa e chi ha governato 8 degli ultimi 10 anni. Dalla destra non accettiamo nessuna lezione!

“Il Partito Democratico è il principale soggetto per il cambiamento e il riscatto del Paese. Il PD dovrà essere l’infrastruttura nazionale capace di andare e dire le proprie idee in molti posti politici, culturali e sociali”.

Riforma del Lavoro. “Proponiamo di abbassare i toni e chiediamo alle forze parlamentari di riflettere sui punti controversi” della riforma del Lavoro che approda in Parlamento. “Noi non siamo fermi, ma siamo stati i primi ad intercettare la preoccupazione crescente tra i lavoratori. Ricordiamoci che per affrontare la riforma ci vuole anche modestia: sono i lavoratori che conoscono bene cosa sia la cassa integrazione e l’articolo 18. Si può arrivare in tempi rapidi a un risultato ragionevole con un dibattito parlamentare serio e costruttivo per correggere le lacune che ci sono. Siamo positivi e fiduciosi sull’esito della riforma”.

Legge elettorale. “Una cosa è chiara: il PD non traccheggia sulla necessità di riformare la legge elettorale. Per noi quella è una priorità assoluta a cui vorremmo aggiungere anche la diminuzione del numero dei parlamentari e una legge riforma dei partiti”. Ma dobbiamo anche essere consapevoli che laddove non arrivano i meccanismi elettorali è la politica che deve dare delle risposte. La domanda che parte dal profondo del Paese con chi vai e contro chi sei, pretende una risposta”.

“Le forze di centrosinistra di governo si rivolgeranno a tutte quelle forze moderate e civiche che vogliono andare oltre il populismo e il berlusconismo che molti danni hanno portato al paese”.

Primarie. La commissione statuto del PD si metterà subito al lavoro “per trovare soluzioni correttive che mettano in sicurezza le primarie”, soluzioni che saranno votate nella prossima assemblea del PD dopo le amministrative. “Nella malaugurata ipotesi che non si possa arrivare ad una riforma della legge elettorale, le primarie saranno uno strumento democratico fondamentale. Non possiamo non tenere conto delle preoccupazioni di Franceschini e dovremmo trovare dei meccanismi alternativi di designazione dei candidati. Quando si entrerà nel merito vedrete che sarà possibile”, ha detto Bersani in direzione chiudendone i lavori.

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Gli interventi durante la Direzione del PD
Alcuni commenti alla relazione di Bersani durante la Direzione nazionale del PD

“Dobbiamo valorizzare tutte le cose positive nella riforma del lavoro che riguardano i giovani, i precari e gli esclusi. Dobbiamo rappresentare i giovani e gli esclusi e non solo il lavoro oggi tutelato”. Lo ha sottolineato il vicesegretario del PD Enrico Letta che, alla Direzione del partito, ha evidenziato come “l’unità del PD è essenziale per la vita del governo Monti” apprezzando la relazione di Pier Luigi Bersani che “ha aiutato molto lo spirito unitario”.

“Nessuno strappo con il Governo: confermiamo la nostra scelta della fiducia al Governo fatta con generosità” con l’obiettivo di “salvare l’Italia dal disastro” ma “nello stesso tempo non rinunciamo ad affermare la nostra forza e quella del Parlamento” dunque a tentare di modificare il testo. Lo ha detto la capo gruppo del PD al Senato Anna Finocchiaro riassumendo la linea del Partito emersa dalla relazione del segretario Pier Luigi Bersani alla direzione del PD.

“Il PD, – ha continuato Finocchiaro – il più grande partito del Paese si pone l’obiettivo di modificare in Parlamento una ingiustizia. E’ così che dobbiamo spiegare al Paese la nostra posizione. La proposta del Governo, per quello che riguarda la parte relativa ai licenziamenti economici, sta gettando nello smarrimento larghe fasce sociali. E noi dobbiamo dire che è semplicemente ingiusto che un lavoratore ingiustamente licenziato possa contare solo sull’indennizzo”.

“Questo – ha spiegato ancora Anna Finocchiaro – è il ragionamento che dobbiamo fare in Parlamento, sui giornali, nelle nostre discussioni e anche nelle piazze. Io credo che questo sia l’approccio giusto per dimostrare che ci preoccupiamo delle condizioni reali di vita dei cittadini, rilanciando contestualmente le questioni che riguardano la crescita”.

“Siamo ad aprile e temo che il Pdl stia puntando a trascinare tutti in una soluzione indistinta. Occorre allora andare avanti anche con la sola legge elettorale, non possiamo permetterci di andare a votare col porcellum”. Lo ha detto il capogruppo del PD alla Camera, Dario Franceschini, nel suo intervento alla direzione del partito, sollevando qualche dubbio sulla possibilità di fare elezioni primarie per la selezione dei candidati alle politiche. “Le primarie per le liste plurinominali” sono rischiose, ha osservato, dopo casi come quelli di Napoli e Palermo.

“Sulla riforma del mercato del lavoro ho condiviso con il Segretario l’esigenza che la proposta del governo sia discussa e modificata”. Lo ha detto Walter Veltroni nel suo intervento alla direzione del PD. Dobbiamo lavorare “in Parlamento per rendere più forte la capacità di stabilizzare i milioni di giovani italiani ed evitando contemporaneamente di sottoporre a ulteriori tensioni quanti, con contratti di lavoro già in essere possano sentirsi esposti a inediti rischi di instabilità”.

Per Veltroni, la relazione di Bersani “ci ha fornito in questa circostanza una utile base di discussione e permette una unità del PD, un partito che discute ma poi è unito, come lo siamo stati in tutti i voti parlamentari”.

L’intervento di Massimo D’Alema è arrivato dopo quello di Walter Veltroni, che ha manifestato il proprio consenso alla relazione di Bersani. “Questo passaggio è stato pensato, interpretato da qualcuno come una occasione importante, un agguato preparato. Nel senso che ci si aspettava, arrivati a questo punto, di introdurre un cuneo tra noi e il governo, isolare la Cgil e spaccare il PD. Non ci sono riusciti, come Willy il coyote”.
“Non è così. Innanzitutto, perché la domanda di cambiare la riforma viene da tutti i sindacati, compresa la Ugl, dalla stragrande maggioranza dei cittadini italiani. Si tratta di una domanda larghissima di cui noi ci facciamo portatori”. “Non siamo subalterni a nessuno e noi ne possiamo uscire anche più uniti e credibili in un passaggio delicatissimo, perché la situazione è dura. Noi reggiamo nel rapporto tra la durezza delle scelte dell’oggi e la sofferenza del Paese se siamo anche in grado di dare forza al dopo, anche perché questo dopo non è così lontano: sono le elezioni del 2013″. Il presidente del Copasir si è lasciato sfuggire una battuta sul clima al positivo della direzione del partito: “non stiamo scrivendo il libro Cuore…”.

“Prima di una nuova cornice istituzionale, di cui non convince né l’ipotesi di sfiducia costruttiva né quella sul superamento del bicameralismo perfetto, la vera priorità è la riforma della legge elettorale”: lo ha ribadito Rosy Bindi alla direzione del partito. “Bene la decisione di convocare l’Assemblea nazionale, come avevamo chiesto. Concordo sulle priorità indicate nella relazione di Bersani: restituire agli elettori la scelta dei parlamentari e la scelta delle coalizioni di governo. Non mi convince la bozza Violante – fa presente – e non sono d’accordo con l’impostazione di D’Alema: un conto è chiedere i voti per un partito e il suo programma di governo, altro e’ lasciare ai partiti le mani libere dopo il voto per formare le alleanze.
Come si fa una campagna elettorale senza dire ai cittadini chi sono i nostri alleati e con chi vogliamo governare? Lo considero un passo indietro – conclude Rosy Bindi – che non farebbe bene alla politica, al Pd e al Bipolarismo’.

Quella di Bersani è stata una relazione “molto equilibrata, che condivido comprese le premesse”. Lo ha detto il deputato del PD Beppe Fioroni alla direzione del partito esprimendo la propria preoccupazione rispetto alla disaffezione dei cittadini nei confronti della politica. Per questo, ha evidenziato, “oltre alla legge elettorale e alle riforme, serve una profonda auto-riforma della politica a partire dal PD” che deve “ricostruire il patrimonio della politica che genera passione e identità evitando le scorciatoie della seconda Repubblica”.
Bisogna quindi andare avanti nella costruzione di una casa europea dei socialdemocratici e moderati e su questo “passare dalla parole ai fatti”, è l’invito di Fioroni. Tutto questo anche “per evitare che si utilizzino i nostri sostegni in Europa per dire che in Italia si sta costruendo una svolta a sinistra”. Di qui il plauso al passaggio dell’intervento di Bersani in cui si è sottolineata l’importanza “di un’alleanza con i moderati e cioè il Terzo Polo evitando di far credere che stiamo dando vita a una svolta a sinistra del PD”. Per quanto riguarda, infine, la legge elettorale, Fioroni ha ribadito la propria “solitaria posizione per le preferenze”.

“Sulla riforma del lavoro è in gioco il profilo stesso del Pd. Condivido il terreno comune di discussione offerto da Bersani e le proposte della sua relazione. Ma le richieste di correzione sull’art. 18 non possono oscurare il nostro giudizio positivo sull’insieme della riforma Fornero”. Lo ha detto Paolo Gentiloni nel corso della direzione del partito.
“Il Pd deve essere in prima fila nella battaglia per i diritti dei precari e per estendere le tutele ai lavoratori che oggi ne sono privi e non può essere invece l’ultima fila riluttante di un corteo che incita alla lotta contro i padroni e il governo”, ha concluso Gentiloni.

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