attualità, cultura

Pompei, l’Europa manda il denaro. Non sprechiamolo", di Luca Dal Fra

Cosa si muove sotto a Pompei? Dopo i commissariamenti scandalo, i crolli delle domus, le pletoriche dichiarazioni, sul sito flegreo è calato il silenzio, appena increspato da qualche presunto o reale piccolo cedimento. Negli ultimi giorni invece, come si trattasse del Vesuvio, si assiste a una ripresa delle attività. Giovedì scorso la Commissione europea ha dato il via libera alla seconda fase del finanziamento, già deliberato, di 105 milioni di euro per il piano di restauri dell’area archeologica, aprendo la strada ai bandi per gli appalti. Una buona notizia, subito seguita dalla decisione del Governo italiano di nominare Fernando Guida quale prefetto anticamorra per vigilare sulla legalità dei lavori e degli appalti di Pompei. In un’intervista al Corriere del Mezzogiorno del primo aprile, Guida promette certificati antimafia e bonifici on line per tutti come arma per sconfiggere le infiltrazioni della criminalità organizzata, cose in gran parte già usate dalla pubblica amministrazione. Visto che Pompei già godeva del supporto amministrativo di Invitalia, molti si chiedono se questa ultima iniziativa non sia un commissariamento mascherato: l’interessato nega, promette suprema collaborazione con la soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei, e spiega che «quando la torta è ricca» -105 ml di euro fa gola a chiunque.
PIANO DELLA CONOSCENZA
Guida sarà alla testa di un gruppo di lavoro, composto da lui e dal prefetto di Napoli per il ministero degli Interni, poi da altri quattro rappresentati, rispettivamente dell’Autority sui contratti pubblici, dei dicasteri di Istruzione, Coesione territoriale e Beni Culturali sarà Fabio Carapezza Guttuso non un tecnico ma un altro prefetto. Dunque un organismo dal profilo barocco più che tecnico investigativo, segnato dalle molte nomine politiche: toccherà al tempo fugare il dubbio se si tratti di vigilanza o di un tavolo di mediazione per i famosi 105 milioni di euro. Nell’ottimismo generale la squadra sarà presentata giovedì a Napoli in una conferenza con il presidente del Consiglio Mario Monti e i ministri Ornaghi, Barca, Cancellieri, a dimostrare quanto il governo tenga a Pompei, fiore all’occhiello dell’archeologia.
Purtroppo da tempo a Pompei non si parla più di archeologia: l’attuale piano dei restauri della soprintendenza del 2011, quello appunto finanziato dalla Commissione europea, è esemplato per non dir copiato da un analogo piano della Segreteria generale del ministero, a sua volta ispirato dalla relazione redatta dall’Unesco dopo l’ispezione del 2010. L’allora segretario generale Roberto Cecchi sulla rivista «Ananke», stabiliva che i restauri su Pompei degli ultimi 50 anni: «sono un accrocco che poco ha a che vedere con le buone regole dell’arte», lanciando un «piano della conoscenza» sul reale stato dell’area e curando il libro Pompei archeologia, finanziato dal ministero per Electa. L’indagine conoscitiva, o meglio i risultati dell’indagine vennero bloccati dalla nomina di Villari come sottosegretario, del libro si sono perse le tracce. Ora che è sottosegretario Cecchi potrebbe almeno far pubblicare il volume, visto che è stato completamente esautorato da Pompei. Nel frattempo sono stati assunti 22 tecnici -13 archeologi e 9 architetti più un amministrativodestinati al sito: un segno di ritorno alla normalità cui l’attuale soprintendenza sembra puntare. Così gli unici ad apparire preoccupati che i fondi servano per reali lavori di restauro e tutela sono i Commissari dell’Ue, che anche nella delibera di giovedì scorso hanno ribadito precise clausole all’utilizzo dei finanziamenti. E la danza sul vulcano continua.

L’Unità 03.04.12