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"Fondi ai partiti. Oggi la proposta di Pd, Pdl e Terzo Polo", di Simone Collini

Oggi la proposta di legge sui rimborsi ai partiti di Pd, Pdl e Udc. Corte dei conti disponibile ai controlli. Cancellieri: «Alle forze politiche ogni espressione sul tema». L’ipotesi del via libera in commissione. Subito nuove norme per assicurare maggior controllo e trasparenza sull’utilizzo dei rimborsi elettorali, ma poi il confronto dovrà proseguire su un più complessivo riordino del sistema politico. Pd, Pdl e Terzo polo hanno concordato un percorso in due tempi, per la riforma dei partiti. Dopo l’intesa raggiunta da Pier Luigi Bersani, Angelino Alfano e Pier Ferdinando Casini sulla necessità di accelerare sulle nuove regole riguardanti i bilanci delle forze politiche, gli sherpa delle tre froze politiche che sostengono il governo hanno iniziato a mettere nero su bianco un testo che entro stasera incasserà il via libera definitivo, per poi essere discusso da domani anche con gli altri partiti.
Ma il lavoro portato avanti in queste ore da Antonio Misiani e Gianclaudio Bressa (per il Pd), Rocco Crimi e Massimo Corsaro (per il Pdl), Bendetto della Vedova (per Fli) e Giampiero D’Alia (per l’Udc) non si chiuderà con la definizione della proposta di legge che avrà come punti cardine il controllo dei bilanci da parte della Corte dei conti (che si è detta favorevole a svolgere questo compito, senza affidarlo ad un’Authority ad hoc), l’obbligo della pubblicazione su internet dei rendiconti finanziari, l’abbassamento della soglia (da 50 a 5 mila euro) per le donazioni anonime e una serie di sanzioni (fino all’azzeramento) per chi non rispetti i criteri stabiliti dalla nuova legge.
Nel corso dei lavori, sono state messe sul tavolo anche proposte su cui non c’è stato il consenso di tutti i presenti, si è discusso di come rivedere il sistema dei finanziamenti e si è parlato anche della necessità di approvare nuove norme che garantiscano la democrazia interna ai partiti. E alla fine si è convenuto sull’opportunità di chiudere sulle poche norme riguardanti controllo e trasparenza per poi proseguire la discussione sulle altre questioni nel corso del confronto dell’applicazione dell’articolo 49 della Costituzione.
ITER RAPIDO
Su questo argomento torna a riunirsi oggi la commissione Affari costituzionali della Camera, ma nessuno si fa illusioni sul fatto che ci sia una svolta rispetto alle riunioni precedenti, chiuse con un nulla di fatto. Ma è proprio su questa commissione che ora sono puntati gli occhi. Tutti sono d’accordo che la via da seguire sia quella parlamentare e non il decreto governativo (dopo che nei giorni scorsi si era detto «pronto» ad intervenire il Guardasigilli Paola Severino, ieri il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri ha detto che è meglio lasciare alle forze politiche «ogni espressione sull’argomento»). E il modo migliore per arrivare a un’approvazione in tempi rapidi della proposta di legge è convocare la commissione in sede legislativa anziché referente. Si potrebbe cioè approvare il testo direttamente, senza passare per l’Aula. Ma per farlo, secondo il regolamento di Montecitorio, è necessario il consenso dei capigruppo in commissione o dei quattro quinti dei componenti di essa. L’Idv non è contraria e la Lega difficilmente si metterà di traverso.
Scrive Bersani in una lettera inviata agli elettori che vanno alle urne alle amministrative del 6 e 7 maggio: «Conosciamo la disillusione dei cittadini verso la politica. Crediamo che il rimedio alla cattiva politica non sia l’antipolitica, ma la buona politica». Il Pd punta ad approvare rapidamente con le altre forze le nuove norme sui bilanci, ma di proseguire poi la battaglia per applicare l’articolo 49 della Costituzione. «Abbiamo anche presentato», ricorda Bersani dicendo di non voler essere «messo nel mucchio» con tutti gli altri, una legge «per imporre trasparenza, democrazia interna, codici etici. Noi stiamo già facendo certificare i nostri bilanci da Agenzie esterne indipendenti e facciamo sottoscrivere, pena l’incandidabilità, stringenti codici etici da parte di chi compone le nostre liste». Punti su cui non è riuscito di trovare l’accordo con gli altri partiti.

L’Unità 11.04.12