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"Esodati, sono 331mila. Ben 100mila nel 2013 a fine governo tecnico", di Massimo Franchi

Gli esodati sono 331mila. I 65mila conteggiati da Fornero sono solo quelli del 2012. Al oro vanno aggiunti i 100mila del 2013, i 90mila del 2014 e i 70mila del 2015. Per contare gli esodati e capire la differenza fra loro e quelli che Elsa Fornero chiama «salvaguardati» basta usare i dati che l’Inps ha fornito in maniera, però, non ufficiale. Come ha fatto Il Sole24Ore per smentire i dati forniti giovedì dal ministero del Welfare. In realtà le persone che dal 2012 al 2015 si troveranno senza lavoro, senza pensione e senza copertura degli ammortizzatori a causa della riforma delle pensioni firmata Fornero sono 331mila. E sono così suddivise. La categoria più rappresentata è quella della prosecuzione volontaria, persone che hanno lasciato il lavoro e che continuano a versare i contributi interamente a proprio carico: si tratta, sempre secondo l’Inps, di 200mila persone, pari al 60 per cento del totale. Per loro lo spostamento in avanti dell’età pensionabile comporta il fatto di dover pagare i contributi per molti più anni. In una situazione molto simile si trovano poi i lavoratori usciti per accordo collettivo o individuale che l’Inps calcola in 70mila (21% del totale). Si tratta quasi sempre di lavoratori costretti ad accettare i diktat dell’azienda, persone che subiscono l’uscita dal lavoro. Nel primo caso si parla di accordi sindacalicome quelli appena sottoscritti per gli operai, ad esempio, di Termini Imerese lasciati a casa dalla Fiat. Nel secondo di aziende più piccole che concordano con il lavoratore vicino alla pensione un incentivo per lasciare il lavoro. L’allungamento in questo caso fa diventare le cifre da pagare per i contributi molto più alte rispetto agli incentivi ricevuti. Si passa poi ai lavoratori in mobilità (lunga al Sud, breve nel resto del Paese) che sono stimati in 45mila (13% del totale). Per loro ci sarà un combinato disposto micidiale: la riforma delle pensioni li lascerà senza copertura,ma quella del lavoro rischia di aumentare questa durata perché prevede una progressiva riduzione dal 2013 al 2017 quando la mobilità sarà sostituita dall’Aspi, che al massimo durerà solo 18 mesi per gli over 55enni contro i 48 mesi previsti oggi al Sud. A chiudere questo elenco di pensionati a rischio ci sono i lavoratori coperti da fondi in solidarietà che sono 15mila (4,6%) e lavoratori che sono in congedo per assistere figli con disabilità grave che dopo 24 mesi potevano accedere al prepensionamento e che vengono calcolati in meno di mille. Ancora. Si possono suddividere i “dannati” delle pensioni post-Fornero sui prossimi anni, quando Elsa Fornero potrebbe non essere più alla guida del Welfare. Dato per assodato che nel 2012 gli esodati sono 65mila (gli stessi già previsti dal governo Berlusconi), l’anno peggiore sarà il2013con circa 100mila persone che saranno senza lavoro, senza pensione e senza ammortizzatori. Sul dato incidono il grosso degli accordi di esodi collettivi e buona parte dei lavoratori in mobilità che rimarranno senza copertura. Poco meglio andrà nel 2014 quando il numero degli esodati scenderà a quota 90mila. Su questa stima incidono il calo (relativo) del peso delle prosecuzioni volontarie e quello dei lavoratori in mobilità. L’anno conclusivo delle stime Insp, il 2015, sarà anche quello menopesante dal punto di vista delle coperture: gli esodati saranno 70mila, ben 30mila in meno rispetto al 2013. Guardinga su ogni numero è Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, in prima fila nella battaglia degli esodati. «Noi numeri non è abbiamo mai dati e non ne daremo. È l’Inps l’ente che conosce tutti i dati ma che, ormai è evidente, non vuole renderli pubblici. Le stime sono attendibili fino a un certo punto continua perché bisogna ricordare che la riforma prevede un innalzamento di 3 mesi per l’aumento dell’aspettativa di vita per ogni anno solare. E valutarne l’incidenza in un tutta questa intricata matassa non è facile. Per noi conclude la cosa importante è evitare di fare una lotteria fra gli esodati e di coprire tutti coloro che lo sono realmente. Chiediamo al governo di definirne il numero complessivo e poi di discutere con noi come trovare la copertura per evitare di lasciarli per strada».

L’Unità 16.04.12