attualità, cultura

Interpellanza PD per tutelare il patrimonio storico e culturale della Biblioteca del monumento nazionale dei Girolamini di Napoli, con particolare riferimento all'idoneità dell'attuale direttore della biblioteca

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per i beni e le attività culturali, per sapere – premesso che:
la Biblioteca del monumento nazionale dei Girolamini è la più antica biblioteca di Napoli, un’istituzione culturale statale con un’importantissima dotazione libraria; è stata aperta al pubblico nel 1586, è specializzata in filosofia e teologia cristiana ed è parte del complesso della chiesa dei Girolamini;
l’edificio che la ospita fu ridisegnato nel Settecento; il suo status attuale di biblioteca statale è lo stesso fin dal Cinquecento, quando fu destinata alla frequentazione e consultazione pubblica; è nota, tra l’altro, per essere stata assiduamente frequentata da Giambattista Vico, le cui spoglie riposano nell’attigua chiesa;
la biblioteca custodisce circa 159 mila titoli, prevalentemente antichi, tra cui 120 incunaboli, 5.000 cinquecentine, numerosi manoscritti, di cui circa 6.500 riguardanti composizioni e opere musicali dal XVI al XIX secolo;
il patrimonio comprende anche il ricchissimo fondo librario della collezione privata di Giuseppe Valletta (18.000 volumi circa, con edizioni rare del XVI e XVII: classici della letteratura greca e latina, storia e filosofia), un’acquisizione che i padri oratoriani portarono a termine proprio su consiglio di Giambattista Vico; altri fondi librari pregevoli conservati al suo interno sono il Fondo Agostino Gervasio, il Fondo Filippino e il Fondo Valeri;
il terremoto del 1980 determinò l’utilizzo di locali come ricovero per sfollati; da allora è iniziata un’epoca di abbandono; l’istituzione versa attualmente in stato di grave degrado, così come denunciato più volte dagli organi di stampa e dagli operatori culturali;
secondo una stima approssimativa, con varie denunce di giornali e studiosi, tra il 1960 e il 2007 sarebbero spariti dalla biblioteca migliaia di volumi; più di recente, l’attuale direttore della biblioteca, Marino Massimo De Caro, ha denunciato la scomparsa di 1500 volumi;
nei giorni scorsi, sul quotidiano Il Fatto Quotidiano è comparso un articolo dello studioso Tomaso Montanari, che denunciava di aver visitato la Biblioteca dei Girolamini, oggi chiusa al pubblico per necessità di riordino, e di averla trovata in condizioni di totale abbandono: disordine, polvere, libri antichi e preziosi accatastati;
dall’articolo è scaturita una petizione indirizzata al Ministro per i beni e le attività culturali e firmata da duemila di illustri esponenti del mondo della cultura (tra loro il premio Nobel Dario Fo, Carlo Ginzburg, Salvatore Settis, Tullio Gregory, Gustavo Zagrebelsky, Gioacchino Lanza Tomasi, Adriano La Regina, Gian Giacomo Migone, Alessandra Mottola Molfino, Lamberto Maffei, Dacia Maraini, Stefano Parise, Stefano Rodotà, Rosario Villari), con cui si denuncia «lo stranissimo e increscioso affare che riguarda l’attuale direzione della Biblioteca Nazionale dei Girolamini a Napoli» chiedendo «come sia possibile che la direzione dei Girolamini sia stata affidata a un uomo (Marino Massimo De Caro) che non ha i benché minimi titoli scientifici e la benché minima competenza professionale per onorare quel ruolo»;
nella petizione, si fa esplicito riferimento anche ad altri aspetti del profilo personale e professionale dell’attuale direttore De Caro, considerato dai firmatari del documento «del tutto estraneo al mondo della biblioteconomia e della funzione pubblica, con curiose implicazioni con i libri, che lo portano tuttavia nel mondo del commercio»; e si chiede di «riconsiderare con molta attenzione la scelta di De Caro come direttore dei Gerolamini, e di creare una commissione pubblica d’inchiesta sull’amministrazione passata e recente di questa biblioteca, prima che la memoria storica dei Gerolamini rimanga affidata soltanto a una maestosa architettura ferita e umiliata, tragicamente solitaria nel cuore di una rete mondiale di traffici rapaci»;
anche il Corriere della Sera, con un articolo di Gian Antonio Stella, è tornato sul tema, associandosi alla denuncia del docente Tomaso Montanari; Stella si chiede come sia possibile che a dirigere uno dei santuari della cultura italiana sia uno dei mediatori nell’affare del petrolio venezuelano, titolare di una libreria antiquaria a Verona, e socio della libreria antiquaria a Buenos Aires (la «Imago Mundi») di Daniel Guido Pastore, coinvolto in Spagna in un’inchiesta su una serie di furti alla Biblioteca Nazionale di Madrid e alla Biblioteca di Saragozza;
l’articolo del Corriere della Sera denuncia anche che il direttore De Caro, diversamente da quanto da lui dichiarato, non risulta laureato presso l’università di Siena, dove «si iscrisse a Giurisprudenza nel 1992-1993, restando iscritto fino al 2002», senza terminare gli studi; allo stesso modo il direttore De Caro, secondo la denuncia del giornalista Stella, non risulterebbe essere mai stato docente all’università di Verona, come avrebbe invece dichiarato -:
come si intenda intervenire per garantire e tutelare l’immenso patrimonio storico e culturale della Biblioteca del monumento nazionale dei Girolamini di Napoli, attualmente in condizioni di intollerabile degrado;
se il Ministro interpellato sia a conoscenza di quanto riportato in premessa sulla denuncia di alcuni importanti giornali italiani rispetto alle condizioni di degrado della Biblioteca e rispetto alla presunta inadeguatezza del direttore De Caro, se esista una stima dei danni e dei furti subiti negli anni dalla Biblioteca, con la conseguente scomparsa di antichi e pregiatissimi libri, e quali siano le ragioni che lo hanno spinto a dare fiducia al sopra menzionato De Caro per un ruolo di così grande importanza;
se e come Ministro interpellato intenda rispondere all’appello degli studiosi italiani rispetto alla necessità di una guida più autorevole e di un progetto di tutela della biblioteca.
(2-01455)
«Bossa, Andrea Orlando, Lenzi, Sarubbi, Gozi, Amici, De Biasi, Pes, Madia, Murer, Gatti, Albini, Cenni, Zaccaria, Sereni, Vaccaro, Piccolo, De Micheli, Bachelet, Coscia, Picierno, Rossa, Zampa, Lo Moro, Codurelli, Giulietti, Ginefra, Marini, Colombo, Concia, Mario Pepe (PD), Giorgio Merlo, Nannicini, Strizzolo, De Torre, Servodio, Lulli, Ciriello, Mazzarella, Cuomo, Iannuzzi, Farina Coscioni, Capano, D’Antona, De Pasquale, Miotto, Levi, La Forgia, Oliverio, Rampi, Tempestini, Boffa, Bonavitacola».

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PRESIDENTE. L’onorevole Bossa ha facoltà di illustrare la sua interpellanza n. 2-01455, concernente iniziative per tutelare il patrimonio storico e culturale della Biblioteca del monumento nazionale dei Girolamini di Napoli, con particolare riferimento all’idoneità dell’attuale direttore della biblioteca (vedi l’allegato A – Interpellanze urgenti).
LUISA BOSSA. Signor Presidente, la Biblioteca del monumento nazionale dei Girolamini è la più antica biblioteca di Napoli, un’istituzione culturale statale con un’importantissima dotazione libraria. È stata aperta al pubblico nel 1586, è specializzata in filosofia e teologia cristiana, ed è parte del complesso della chiesa dei Girolamini. L’edificio che la ospita fu ridisegnato nel Settecento. Il suo status attuale di biblioteca statale è lo stesso fin dal Cinquecento, quando fu destinata alla frequentazione e consultazione pubblica. È nota, tra l’altro, per essere stata assiduamente frequentata da Giambattista Vico, le cui spoglie riposano nell’attigua chiesa.
Questa biblioteca custodisce circa 159 mila titoli, prevalentemente antichi, tra cui 120 incunaboli, 5.000 cinquecentine, numerosi manoscritti, di cui circa 6.500 riguardanti composizioni e opere musicali dal XVI al XIX secolo. Il patrimonio, poi, comprende anche ricchissimi fondi privati, fondi librari (18.000 volumi circa) e acquisizioni che i padri oratoriani portarono a termine proprio su consiglio di Giambattista
Vico. Il terremoto del 1980, come sappiamo, determinò l’utilizzo di locali come ricovero per sfollati. Da allora è iniziata un’epoca di abbandono. Secondo una stima approssimativa, uscita anche su tanti giornali importanti, anche per l’attenzione che gli studiosi hanno posto su questa biblioteca, tra il 1960 e il 2007 sarebbero spariti dalla biblioteca migliaia di volumi. Anzi, più di
recente, l’attuale direttore della biblioteca, Marino Massimo De Caro, ha denunciato la scomparsa di 1500 volumi. Chi ha visitato la biblioteca, che fino a questa mattina è stata chiusa al pubblico e poi sono arrivati i Carabinieri, come ella sa, denuncia di averla trovata in condizioni di totale abbandono. Da tutto ciò è scaturita una petizione indirizzata a lei, signor Ministro, con cui si denuncia « lo stranissimo e increscioso affare che riguarda
l’attuale direzione della Biblioteca nazionale dei Girolamini a Napoli » e in cui si chiede « come sia possibile che la direzione dei Girolamini sia stata affidata a un uomo (Marino Massimo De Caro) che non ha i benché minimi titoli scientifici e la benché minima competenza professionale per onorare quel ruolo ».L’altro giorno anche il Corriere della Sera è tornato sul tema. Nell’articolo ci si chiede come sia possibile che a dirigere uno dei santuari della cultura italiana sia uno dei mediatori nell’affare del petrolio venezuelano, titolare di una libreria antiquaria a Verona, socio della libreria antiquaria a Buenos Aires (la « Imago Mundi ») di Daniel Guido Pastore, che sappiamo essere coinvolto in Spagna in un’inchiesta su una serie di furti alla Biblioteca Nazionale di Madrid e alla Biblioteca di Saragozza. È di stamattina la notizia che la biblioteca all’alba di oggi è stata sequestrata dai Carabinieri del nucleo del patrimonio artistico su disposizione della Procura di Napoli.
Alle 11 di oggi era prevista la conferenza stampa sull’apertura della biblioteca ai visitatori, che è stata annullata. Allora noi le chiediamo, ed io le chiedo, signor Ministro, come intenda intervenire per garantire e tutelare l’immenso patrimonio storico e culturale di questa biblioteca, se esiste una stima dei danni e dei furti subiti dalla Biblioteca – con la scomparsa naturalmente di antichi e pregiatissimi libri –, quali sono le ragioni che l’hanno spinta, signor Ministro, a dare fiducia a questo signor De Caro per un ruolo di così straordinaria importanza, e se – e come – intende rispondere all’appello degli studiosi italiani rispetto alla necessità di una guida più autorevole e di un progetto di tutela della biblioteca.

PRESIDENTE. Il Ministro per i beni e le attività culturali, Lorenzo Ornaghi, ha facoltà di rispondere. LORENZO ORNAGHI, Ministro per i beni e le attività culturali. Signor Presidente, con riferimento alla interpellanza presentata dall’onorevole Bossa e altri, con la quale gli onorevoli interpellanti, a seguito di denunce di studiosi e di articoli di giornali, sollecitano di conoscere come e se il Ministero sia intervenuto e intenda intervenire per garantire e tutelare il grande patrimonio storico e culturale della Biblioteca del monumento nazionale dei Girolamini di Napoli, chiedendo nel contempo informazioni rispetto alla nomina dell’attuale direttore della biblioteca, la mia risposta si articola in quattro punti.
Il primo punto attiene al regime che regola i rapporti tra il Ministero e le biblioteche annesse ai monumenti nazionali. Il secondo punto attiene alla disciplina delle nomine. Il terzo alla cronistoria della successione dei vertici della biblioteca ed infine il quarto punto concerne gli interventi in atto.
Quanto al primo punto, ossia allo specialissimo regime che regola le biblioteche annesse ai monumenti nazionali, il patrimonio
artistico, monumentale e librario degli undici monumenti nazionali presenti sul territorio nazionale, tra cui quello dei Girolamini di Napoli, fino all’Unità d’Italia era proprietà della rispettiva Curia. Dopo l’unificazione dell’Italia, la legge n. 3096 del 1866 dichiarò l’obbligo per lo Stato italiano di conservare, dopo la soppressione degli ordini monastici, alcuni siti monumentali ecclesiastici, che furono esclusi sia da possibili vendite, sia dalla conversione ad altri usi. Il Regio Decreto del 7 luglio 1866, n. 3036, per la soppressione delle corporazioni religiose, stabilì, all’articolo 24, che: « I libri e i manoscritti, i documenti scientifici, gli archivi, i monumenti, gli oggetti d’arte o preziosi per antichità che si troveranno negli edifici appartenenti alle Case religiose e agli altri enti morali colpiti da questa o da precedenti leggi di soppressione, si devolveranno
a pubbliche biblioteche ». L’ordinario funzionamento dei monumenti
nazionali fu oggetto di un compromesso tra Stato e Santa Sede. In particolare, le attività di gestione furono affidate all’ordine religioso che da sempre aveva gestito i monumenti. La nomina del conservatore del monumento nazionale, proposto dall’ordine, doveva invece essere ratificata da parte dello Stato. Tuttora, la nomina del conservatore del monumento nazionale viene ratificata dalla Direzione generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee del mio Ministero. Del tutto diversa, invece, è la situazione per quanto attiene alla eventuale nomina del direttore della biblioteca. Ciò vale in generale per le biblioteche dei monumenti nazionali e, nello specifico, per la Biblioteca del monumento nazionale dei Girolamini, come dirò subito.
Per quanto concerne il secondo punto, ai sensi dell’articolo 8 della convenzione rinnovata nel 2011-2012 tra il Ministero per i beni e le attività culturali – Direzione generale per le biblioteche, gli istituti culturali e il diritto d’autore – e il monumento nazionale dei Girolamini per il funzionamento della biblioteca, approntata a norma della legge 2 dicembre 1980, n. 803, il conservatore può nominare tra i religiosi della comunità il direttore della biblioteca.
L’articolo 8 di tale convenzione così recita: « Il conservatore può nominare, tra i religiosi della comunità, il direttore della biblioteca, tale funzione riveste carattere onorifico e gratuito, e per il suo svolgimento non è comunque possibile corrispondere
fondi erariali ad alcun titolo pervenuti alla biblioteca. Ferma restando ogni sua responsabilità relativa alla gestione amministrativa e contabile, all’amministrazione del personale e alla cura e custodia dei locali della biblioteca e di quanto in essi contenuto, il conservatore può delegare compiti e funzioni al direttore della biblioteca.
Il potere di firma degli atti a rilevanza esterna non è delegabile, salvo autorizzazione ministeriale » (fine dell’articolo 8). Dalla predetta convenzione si evince, dunque, l’esclusiva competenza del conservatore nella nomina del direttore della biblioteca, non essendo previsto per tale nomina, ad alcun titolo, l’intervento del Ministero.
Vengo ora a ricostruire i concreti avvicendamenti dei vertici della biblioteca. Il monumento nazionale dei Girolamini, fino al 12 maggio 2009, è stato gestito da padre Giovanni Ferrara, venuto a mancare nell’aprile del 2010, il quale dal 1971 ha svolto, presso la struttura, la funzione di direttore della biblioteca e che, alla morte nel 1984 del conservatore padre Ugo Oggè, ha assunto anche quella di conservatore del monumento nazionale, carica che già ricopriva come conservatore facente funzioni, considerato lo stato di malattia di padre Oggè.
In data 20 marzo 2009, il procuratore generale della Confederazione Oratoriana di San Filippo Neri, sacerdote dottor. Edoardo Aldo Cerrato, affidò l’incarico di conservatore del monumento nazionale dei Girolamini al padre Sandro Marsano che, a sua volta, nominò quale direttore della biblioteca il dottor Alberto Bianco, figura laica, ma appartenente alla Confederazione Oratoriana di San Filippo Neri.
In data 15 febbraio 2011 il conservatore Marsano ha comunicato alla direzione del Ministero le avvenute dimissioni da direttore della Biblioteca del Dottor Alberto Bianco.
In data primo giugno 2011, il conservatore della biblioteca Oratoriana ha comunicato alla direzione generale del Ministero
che sarebbe stato nominato come direttore della biblioteca il signor Marino Massimo de Caro, il quale – cito puntualmente dalla lettera di comunicazione – « si è mostrato ben disposto a mettere a servizio, anche solo temporaneo, la sua professionale competenza al servizio della nostra biblioteca ».
Il direttore generale del Ministero, dottor Maurizio Fallace, proprio perché il Ministero non ha alcuna competenza nella nomina del direttore della biblioteca, ha risposto, in data 2 giugno 2011, prendendo semplicemente atto di quanto comunicato e aggiungendo, cito, che « tenuto conto della mancanza di professionalità nell’ordine monastico e che da tempo la signoria
vostra – il conservatore – svolge funzioni di direttore ad interim e nelle more del reperimento di un bibliotecario al quale conferire le titolarità in via definitiva, si prende atto e si resta in attesa di ricevere copia del provvedimento ».
Nel momento della nomina a direttore della biblioteca, il signor Marino Massimo de Caro era consulente del Ministro pro tempore, con nomina in data 15 aprile 2011. Tale incarico è stato da me riconfermato in data 15 dicembre 2011. Aggiungo a margine che ho provveduto alla stragrande conferma dei precedenti consulenti,
salvo omologare le indennità uguagliandole. Con riferimento alle vicende in corso, informo la Camera che il signor Marino Massimo de Caro, con lettera del giorno 17 aprile ultimo scorso, si è autosospeso dall’incarico di consulente fino al completamento di ogni tipo di indagine. La quarta parte è la più attuale. Prima ancora dell’appello, sottoscritto da numerosi esponenti della cultura e richiamato nell’interpellanza, il segretario generale del Ministero dispose, in data 23 febbraio 2012, una visita ispettiva. Interventi ispettivi erano stati effettuati, per le ragioni che dirò, anche in anni precedenti. Tra questi interventi annovero le ispezioni disposte dalla direzione generale e le richieste di informative ai conservatori pro tempore ai fini di verificare – questo era l’oggetto dell’ispezione – la sistemazione degli atti amministrativi, contabili e inventariali. Da tali interventi sono emersi, in sintesi, oltre alla non rendicontazione della contabilità speciale dal 1981 al 1994, la mancata compilazione e il mancato invio dei modelli 15 (ossia il prospetto riassuntivo delle variazioni intervenute nell’anno del materiale
considerato immobile agli effetti dell’articolo 7 del Regolamento di contabilità generale dello Stato), omissioni che costituiscono una grave inadempienza da parte dell’Istituto, non solo per il controllo della corretta tenuta delle scritture inventariali, ma soprattutto per la custodia dei beni dello Stato.
Da ultimo, quest’oggi, come ricordava anche l’onorevole interpellante, sono stati comunicati il sequestro conservativo della Biblioteca, disposto dall’autorità giudiziaria napoletana, e la contestuale nomina del direttore della Biblioteca nazionale di Napoli, dottor Mauro Giancaspro, quale custode giudiziario. Tutto questo ci rassicura e attendiamo pertanto sereni l’esito delle indagini penali e amministrative, di cui terrò informato il Parlamento in maniera tempestiva.

PRESIDENTE. L’onorevole De Biasi, cofirmataria dell’interpellanza, ha facoltà di replicare.
EMILIA GRAZIA DE BIASI. Signor Presidente, signor Ministro, la ringrazio per la risposta tempestiva, peraltro mi auguro che ci sarà un’analoga risposta scritta in Commissione all’interrogazione
che ho presentato, che propone anche altre domande. Sono parzialmente soddisfatta, anche per un elemento che lei non
conosce, che è appena uscito sulle agenzie di stampa, cioè che il signor De Caro è ufficialmente indagato. È stata fatta una perquisizione nella sua casa e sono stati trovati diversi volumi e le inchieste della magistratura immagino che ne accerteranno la provenienza. Quindi, rispetto alla notizia che lei ci ha dato dell’autosospensione del signor De Caro, mi permetto di rilevare che un’autosospensione non è sufficiente, data la situazione, ma credo che sarebbe necessaria una revoca dell’incarico. Ciò anche perché, come recita un comunicato stampa del MIBAC, il signor Massimo De Caro è stato chiamato a collaborare con il Ministero per i beni e le attività culturali in qualità di consulente esperto per l’approfondimento delle tematiche relative alle relazioni con il sistema impresa nei settori della cultura, dell’editoria, nonché delle tematiche connesse all’attuazione della normativa concernente autorizzazione e costruzione all’esercizio di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e al loro concreto inserimento nel paesaggio. Ora io capisco tutto, ma la relazione e la compatibilità fra i libri, il petrolio, le fonti rinnovabili e quant’altro e il paesaggio, oggi è difficilmente immaginabile. Tuttavia, ormai tutto è possibile. Quindi, la persona in questione non ha i titoli. Credo che occorra anche accertare quello che dicono alcune testate nazionali, cioè che egli sia privo anche dei requisiti minimi di accesso ad alcuni incarichi, per esempio il titolo di laurea, per non parlare di quelli relativi a studi di biblioteconomia e di paleografia, perché
andremmo troppo sul raffinato. Quindi, signor Ministro, sinceramente la inviterei, apprezzando molto la tempestività con cui si è agito per tutelare il bene inestimabile della Biblioteca dei Girolamini, a prestare complessivamente un’attenzione maggiore
al tema delle consulenze, perché è evidente che tutto il lavoro importante che viene svolto e gli atti importanti che vengono fatti, rischiano di essere vanificati da un sistema di consulenze che non sempre sono trasparenti nelle loro motivazioni. Capisco che lei ha ereditato con un gentlemen agreement una serie di incarichi, e penso che sia arrivato anche il momento di fare una sorta di verifica complessiva. Quanto alla Biblioteca dei Girolamini, attendo di conoscere se sia vero quanto scritto da alcuni giornali della incuria complessiva, cioè se è vero che ci sono lattine di Coca Cola in giro – lei capisce che se cade una sola goccia di Coca Cola su un manoscritto del Cinquecento il disastro è irreparabile – se è vero che ci sono in giro le deiezioni canine, se sono infondate le notizie di stampa. Certo è che, con tutto il rispetto per la congregazione, che naturalmente ha la sua autonomia, essendo un patrimonio pubblico statale – aggiungo non solo pubblico, ma pubblico statale – credo che sia dovere anche della congregazione – mi permetto di aggiungere
alle sue parole – assolvere ad una funzione pubblica, cioè mantenere, indipendentemente dai livelli delle direzioni, un livello di decoro e soprattutto di aprire finalmente al pubblico questo inestimabile tesoro. Come lei ha detto, non soltanto oggi è stata revocata la possibilità di visita al pubblico, ma sappiamo che le visite al pubblico erano possibili solo in alcune parti.
La verità è che questa biblioteca non è accessibile agli studiosi e questo non è, francamente, accettabile. Detto questo, la ringrazio di nuovo e spero che vi saranno sviluppi positivi.

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“Napoli, sotto sequestro la biblioteca di Vico”, di Antonio DI COstanzo

Indagato il direttore del complesso dei Girolamini: ha sottratto dei testi antichi. Scomparsi negli anni 1500 volumi. Alcuni sono stati trovati in una casa del dirigente. Libri trafugati, testi preziosi portati via nella notte. Quella di ieri è un´altra pagina nera per il patrimonio culturale e storico di Napoli. L´antica biblioteca dei Girolamini finisce sotto sequestro conservativo. La procura interviene per impedire nuovi scempi. Per fermare il saccheggio che va avanti dagli anni del terremoto. Massimo De Caro, che fino a ieri ne era direttore, finisce sotto inchiesta. L´ex librario antiquario, legato a Marcello Dell´Utri, è accusato di aver trafugato libri dagli scaffali, averli ficcati in borsoni e scatoloni, e di esserseli portati via. Non si tratta di libri qualsiasi, ma di antichi volumi saccheggiati nella biblioteca tanto cara a Giambattista Vico. Biblioteca che conserva circa 160 mila testi, tra volumi e opuscoli religiosi e letterali del Seicento e Settecento napoletano. Un patrimonio dell´umanità che negli anni ha visto sparire nel nulla almeno 1500 “pezzi”. Tutti dal grande valore. Roba da collezionisti, da bibliografi.
La bufera giudiziaria si abbatte sulla biblioteca dei Girolamini con i carabinieri che affiggono l´avviso di sequestro del locale a poche ore dalla conferenza organizzata dai padri Oratoriani, ai quali è affidata custodia e gestione del complesso, per replicare alla petizione promossa da storici e intellettuali per la salvaguardia della biblioteca. I pm Michele Fini e Antonella Serio vogliono evitare il rischio che spariscano altri libri e con essi le prove su quanto già portato via. Indagini delicata quella coordinata dal procuratore Giovanni Melillo e condotta dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale. Pesanti le accuse nei confronti del consulente dell´ex ministro Galan: si va dal peculato alla distruzione di documenti. Oltre a rubare i libri, infatti, secondo gli inquirenti, De Caro e complici avrebbero distrutto anche le schede dei volumi per cancellare ogni traccia del furto. Contro l´ex direttore ci sono anche otto riprese video. Nelle immagini lo si vedrebbe mentre con alcuni complici porta via i volumi.
Raid che avvenivano a tarda sera e di notte. Incursioni registrate dalle telecamere del sistema di video sorveglianza da due fratelli. Lavorano da anni nella biblioteca di via Duomo e attraverso Internet possono connettersi in qualsiasi momento dalla loro abitazione al sistema di video sorveglianza installato nel complesso. Nelle immagini si vede De Caro, all´interno della biblioteca, insieme ad altre persone. Hanno con loro scale, carrelli, scatoloni: li riempiono e li portano all´esterno. I due fratelli, vanno anche oltre. Guardano, annotano e segnalano tutto agli inquirenti. Raccontano anche di aver visto con i loro occhi l´ex direttore introdursi la sera in compagnia di altre persone per prelevare testi dagli scaffali e caricarli poi su alcuni veicoli lasciati in sosta a pochi passi dal Duomo. L´ex manager riceveva le chiavi da Padre Sandro Marsano, conservatore della biblioteca stessa. I carabinieri hanno perquisito le case di De Caro, a Napoli e Verona, e quelle di padre Marsano che comunque non risulta indagato. Quello dei pm è un provvedimento scattato anche perché le incursioni notturne, come ha denunciato uno dei testimoni, erano ancora in corso: De Caro sarebbe stato notato all´interno della biblioteca anche mercoledì scorso quando, tra l´altro, il sistema di video sorveglianza, sarebbe stato manomesso. Durissimo il commento del musicologo Roberto De Simone che ieri era presente nel complesso dei Girolamini: «È un monumento di portata mondiale, ma quando mai Bassolino o Iervolino sono venuti a visitarli? Mi vergogno di quello che accade in questa città. Mi viene voglia di non pagare più la tasse».

La Repubblica 20.04.12