attualità, memoria

L’appello di Rosetta Stame ai partigiani di Roma: «Tutti siano invitati», di Mariagrazia Gerina

Clima teso nella capitale. Il sindaco: è una manifestazione privata
I sindacati all’Anpi: «Il 25 aprile in piazza anche le istituzioni». Dopo la decisione dell’Anpi Roma di non invitare Alemanno e Polverini per evitare contestazioni, il dibattito si fa acceso. Intervengono i sindacati. E il giorno della Liberazione scioperi contro l’apertura dei negozi. «Mio padre, fu torturato nel carcere di via Tasso ed ucciso alle Fosse Ardeatine quando io avevo sei anni. Mi ha lasciato un testamento morale: ha dato la vita per coloro che la pensavano come lui, ma ancora più per gli avversari in modo che si superasse la contrapposizione e si diventasse un unico popolo», racconta Rosetta Stame, figlia di Ugo, cantante lirico e comandante partigiano, davanti alle divisioni, che ancora, a 67 anni dalla Liberazione, non mancano di incidere sul 25 aprile. A Roma, in particolare. Dove, da quattro anni, le celebrazioni, alla presenza della giunta Alemanno prima e di quella Polverini poi, si sono trasformate puntualmente, ogni anno, in occasione di contestazione. «Alemanno sbaglia, ma ha il diritto di essere rispettato come rappresentante delle istituzioni», insiste Rosetta Stame, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime delle Fosse Ardeatine, davanti alla scelta dell’Anpi Roma, che, per evitare «problemi di ordine pubblico», ha deciso quest’anno di non invitare né il sindaco della capitale, né le altre istituzioni locali, al corteo del 25 aprile.
«Non ce ne era bisogno», ha spiegato ieri il presidente dell’Anpi cittadino Vito Francesco Polcaro: «Il 25 aprile è la festa di tutti i democratici e gli antifascisti. Chiunque voglia partecipare è ovviamente benvenuto». Con un distinguo, pe-
rò: «È chiaro che ad una manifestazione sulla lotta della Resistenza non sarebbe gradito che si presentasse qualcuno che in qualche modo possa essere associato al fascismo». Non era difficile capire a cosa o a chi si riferisse. «Sarebbe come se alla festa dello scudetto di calcio si presentassero anche i tifosi avversari», ha voluto comunque aggiungere Polcaro: «Ci sarebbero problemi di ordine pubblico».
L’unico ad annunciare la partecipazione al corteo, come cittadino, è il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti: «Ci vado da quando ero in carrozzina, fa parte della mia storia», si schermisce.
Gli stessi sindacati però chiedono all’Anpi Roma di ripensarci e di rivolgere a tutte «le istituzioni democraticamente elette» l’invito a partecipare. «Il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani che si sono riconosciuti nei valori di libertà e di democrazia», osservano in un comunicato congiunto Cgil, Cisl e Uil: «Quei valori sono il vessillo delle istituzioni democratiche». Indipendentemente da chi, scelto dai cittadini, sia chiamato a rappresentarle.
«Noi non abbiamo nulla da rimproverarci», si auto-assolve Alemanno, che liquida malamente la questione: «L’Anpi è una associazione privata, può gestire la propria manifestazione come crede». Lui si limiterà, dunque, a partecipare alle cerimonie ufficiali, spiega, aggiungendo anche una reprimenda sul 25 aprile che «invece di essere momento di unità e forza» diventa «una occasione per fare polemiche». Neppu-
re una parola sui manifesti che, al grido «Gli eroi sono tutti giovani e belli», rendono omaggio «Ai ragazzi di Salò». Ieri mattina sono spuntati anche sotto al Campidoglio. Il clima, in città, è questo. Due giorni fa, ne ha fatto le spese anche Mario Bottazzi, il partigiano contestato in un liceo romano da un paio di giovani militanti di Forza Nuova. Mentre prima era toccato alla memoria di Rosario Bentivegna essere offesa nella stessa Aula Giulio Cesare.
PROTESTE E POLEMICHE
Neppure la presidente Polverini accenna a quei manifesti. Mentre, ricordando le contestazioni di due anni fa, sferra una veemente protesta per il mancato invito da parte dell’Anpi: «Sono molto amareggiata non solo per me ma anche per quelli della mia famiglia che hanno contribuito alla Liberazione del Paese», spiega, invocando l’intervento del Capo dello Stato.
Sarà il presidente della Repubblica ad aprire oggi solennemente in Quirinale le celebrazioni ufficiali per la Liberazione. Con lui, l’Anpi e alle altre associazioni combattentistiche, i rappresentanti del Governo e del Parlamento, ma anche gli amministratori locali di Roma e Provincia e la presidente della Regione Lazio. Che si troveranno così, fianco a fianco, con i vertici nazionali e romani dell’Anpi.
Domani per il 25 aprile sono previste manifestazioni in tutta Italia. Napolitano sarà a Pesaro. A Milano, accanto al presidente nazionale dell’Anpi Smuraglia ci saranno il sindaco di Milano Pisapia e il segretario della Cgil Susanna Camusso. Dai sindacati intanto la risposta più forte a chi vorrebbe un 25 aprile meno solenne viene dagli scioperi di categoria proclamati in molte città contro la decisione di tenere aperti i negozi.

l’Unità 24.04.12

******

“La mossa di Napolitano contro le liti sul 25 Aprile. La Polverini e l’Anpi invitati al Quirinale” di Ernesto Menicucci

Divisi sul 25 Aprile, riuniti dal Quirinale. Sulla festa della Liberazione, che a Roma è diventata un caso, scende in campo Giorgio Napolitano.
Oggi, al Colle, iniziano le cerimonie per il 67esimo anniversario della data che celebra la fine del nazifascismo, con le Associazioni combattentistiche e d’arma. E, insieme all’Associazione partigiani, ci saranno anche il Comune di Roma, la Regione Lazio e la Provincia di Roma: le tre istituzioni non invitate dall’Anpi romano al corteo di domani che si concluderà a Porta San Paolo, luogo simbolo della Resistenza capitolina. Una decisione, quella dell’Associazione partigiani, che aveva creato molte polemiche.
Ufficialmente, il motivo del mancato invito è «per evitare possibili contestazioni», come capitò nel 2010, quando contro la governatrice Renata Polverini ci furono cori e lanci di oggetti, col presidente della Provincia Nicola Zingaretti (Pd) che per difenderla si beccò un limone in fronte. Ma, dietro la scelta dell’Anpi, ci sono anche altre motivazioni: l’opposizione al sindaco Gianni Alemanno e alla stessa Polverini perché di centrodestra, malumore per come il Pdl ha commentato la morte del partigiano Rosario Bentivegna, liti interne all’associazione, spaccata tra gli esponenti di Comunisti italiani e Rifondazione e quelli legati al Pd e alla Cgil.
Scoppiata la bagarre, la Polverini si è rivolta a Napolitano: «Spero che il capo dello Stato — ha detto — voglia spendere una parola. Bisogna smettere di pensare che chi milita da una parte abbia l’esclusiva della storia. Il sangue è stato versato da tutti, anche da miei familiari e da chi mi ha votato». Più remissivo Alemanno: «Mi dispiace, ma ne prendo atto. L’Anpi è un’associazione privata, decide lei come organizzare le sue manifestazioni. Peccato, però, che il 25 Aprile anziché unire divida». Zingaretti al corteo ci sarebbe andato comunque: «Ma — dice — in forma privata. La decisione dell’Anpi, presa per evitare incidenti, è saggia».
Pian piano, però, sono aumentate le voci critiche. Prima il Pdl, con Fabrizio Cicchitto: «L’Anpi, a Roma, non farà una manifestazione unitaria ma solo quella di una parte precisa». Poi Pierferdinando Casini: «Il 25 Aprile è ricorrenza importante, non può dividere gli italiani. Rattrista l’esclusione di Alemanno e Polverini dalle celebrazioni. Grande errore!», scrive su Twitter il leader udc. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Rosetta Stame, presidente dell’Associazione vittime delle Fosse Ardeatine («Alemanno va rispettato come sindaco, no alle separazioni di carattere personale») e Lucio D’Ubaldo, senatore pd («l’Anpi di Roma ha ceduto all’estremismo»).
I sindacati si schierano, in polemica con l’Anpi: «Il 25 Aprile è la festa di tutti gli italiani che si sono riconosciuti nei valori di libertà e di democrazia. Quei valori sono il vessillo delle istituzioni democratiche. Chiediamo all’Anpi di rivolgere a tutte le istituzioni, come da noi suggerito, l’invito a partecipare», la nota firmata da Claudio Di Berardino, Mario Bertone e Luigi Scardaone, segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil. Le ultime due sigle, senza presenza istituzionale, non parteciperanno al corteo.
La mossa di Napolitano, ora, riapre gli scenari. Tanto che l’Anpi, adesso, sta valutando il da farsi. Soddisfatta la Polverini: «C’ero rimasta molto male. Il capo dello Stato ha prontamente dato una risposta, ma ne eravamo certi. Ora potremo celebrare tutti assieme la festa della Liberazione». Anche Zingaretti plaude a Napolitano: «Ringrazio il Quirinale per l’ottima e tempestiva iniziativa. È il modo migliore per superare polemiche e incomprensioni». Caso chiuso? Oggi la risposta.

Il Corriere della Sera 24.04.12