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"Bersani: è il momento del centrosinistra in Italia e in Europa", di Simone Collini

Bersani chiude a Genova la campagna per le amministrative: «Può cominciare una fase di cambiamento». Al governo chiede politiche per la crescita e alleggerire l’Imu, affiancandole una tassa patrimoniale. «Per un decennio la destra ha governato in Europa e in Italia. Il risultato lo abbiamo davanti. Ma ora può partire il rilancio del centrosinistra». Pier Luigi Bersani lega presidenziali francesi e amministrative nostrane. Tra i due tipi di voto non c’è solo la contemporaneità temporale. Per il leader del Pd dalle prossime ore può «cominciare una fase di cambiamento», perché il risultato d’oltralpe, domani sera, può far mutare di segno la politica europea, troppo timida con la finanza e troppo centrata sulla disciplina di bilancio, e perché i dieci milioni di italiani che domani e dopodomani si recheranno alle urne voteranno sì per le loro città, ma anche per dare un segnale di «riscossa politica e civica» nelle prime elezioni dell’era post-Berlusconi.
PD PER LA RICOSTRUZIONE
Bersani ha giocato tutta questa campagna elettorale presentando il Pd come il partito della «ricostruzione», leale col governo a cui ha garantito il sostegno fino alla fine della legislatura ma impegnato a mostrare agli italiani «cosa farebbe e cosa farà quando sarà al governo». Crescita, lavoro, solidarietà, sociale sono le parole che è andato ripetendo in tutte le piazze d’Italia, difendendo la scelta del governo tecnico a scapito delle elezioni anticipate («non voglio vincere sulle macerie del mio Paese») ma lanciando a Monti segnali piut-
tosto chiari. Anche ieri, al fianco di Marco Doria a Genova, città scelta per la chiusura di questa campagna elettorale, Bersani ha ribadito che il suo partito «manterrà la parola» sul sostegno all’esecutivo, anche quando dalla piazza si sono levati numerosi fischi all’indirizzo del governo, mentre il leader del Pd diceva che «la situazione è seria, le banche non danno i soldi, vediamo il peso di una tassazione e tutto questo crea disagio e rabbia».
MODIFICARE L’IMU
L’appoggio a Monti non è in discussione, ma Bersani chiede politiche per la crescita e non solo regole sul mercato del lavoro («con queste non si mangia»), chiede di «attivare un po’ di pagamenti» e di «far girare liquidità», chiede di alleggerire l’Imu, affiancandole una tassa sui grandi patrimoni immobiliari, e di lasciarla ai comuni, magari diminuendo i trasferimenti dello Stato ma garantendo ai sindaci una base di autonomia fiscale.
Il livello di consenso che incasserà il Pd nel voto di domani e dopodomani dirà quanta forza avranno queste richieste. Anche rispetto alle richieste, nella quasi totalità dei casi di segno opposto, provenienti dal Pdl («noi possiamo dire se qualcosa che fa il governo non va bene è il messaggio che invia ad Alfano voi che per tre anni avete detto che la
crisi era una favola dovete stare zitti»).
FRANCIA E ITALIA
Ma Bersani già guarda anche al dopo amministrative. E quanto sta avvenendo oltralpe viene giudicato dal leader del Pd positivamente anche da questo punto di vista. Non c’è solo il fatto che il leader di una forza progressista comeFrançois Hollande abbia la forte possibilità di diventare il prossimo presidente della Francia. Il fatto è che attorno al leader del partito socialista si è costruita in questo secondo turno delle presidenziali un’alleanza che va dall’esponente di sinistra Jean-Luc Mélenchon al centrista François Bayrou.
Un modello che ricalca la coalizione tra progressisti e moderati a cui sta lavorando Bersani per il 2013. «Da due anni io propongo un incontro tra un centrosinistra di governo e un centro moderato saldamente democratico», sottolinea. «Adesso che sia Mélenchon che Bayrou votano per Hollande, forse si capirà che non stavo dicendo cose così assurde». La natura del voto di domani e dopodomani, fortemente condizionato dalle diverse caratteristiche territoriali, non ha consentito di arrivare ora a un modello di questo tipo. Ma Bersani è convinto che per le politiche il discorso sarà diverso, e anche in Italia si potrà ripetere quanto avvenuto in Francia, con «forze progressiste e di sinistra che cercano di organizzare un campo rivolgendosi a forze moderate saldamente democratiche contro una destra condizionata dal populismo». Un modello che Bersani vede all’opera anche al di fuori dei confini segnati da Pdl e Lega. L’attacco, sferrato proprio a Genova, è per Beppe Grillo, che «come tutti i populismi visti nella storia d’Italia, fa finta di partire a sinistra e poi ti sbuca a destra».

l’Unità 05.05.12