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"Reclutamento, in arrivo il sistema “duale”: maxi concorso e abilitazione riservata", da La Tecnica della Scuola

In attesa della riforma del sistema, il dicastero diretto da Profumo punta sulla doppia via: al concorso, che dovrebbe partire entro fine anno, si affiancherà una selezione riservata ai precari che hanno maturato almeno 360 giorni di servizio. Arrivano intanto precisazioni su riconversione sul sostegno, deroghe allo stop alla mobilità per 5 anni dei neo assunti e organici 2012/13. Nel futuro prossimo della scuola italiana, si fa sempre più probabile il reclutamento a due vie. Al sistema “duale”, annunciato più volte dal ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, anche di recente a Catania, stanno lavorando sempre più alacremente i massimi dirigenti del Miur che si occupano di organici e personale scolastico.
Sempre in attesa della revisione del sistema, la prima via di accesso all’insegnamento si tradurrà in un maxi concorso ordinario, che dovrebbe partire entro fine anno. E che sarà aperto ai candidati (quasi sicuramente già abilitati) in possesso di titoli afferenti a classi di concorso con ampia disponibilità di organico.
La seconda via per accedere alla docenza prevede una procedura di selezione riservata ai docenti precari che hanno maturato almeno 360 giorni di servizio: al termine della procedura formativa, che dovrebbe prevedere la frequenza di moduli speciali seguiti nelle università, i candidati verranno in possesso dell’abilitazione; l’accesso ai corsi sarà diretto e con riconoscimento dell’esperienza maturata durante il servizio.
I sindacati sono stati informati sul finire della settimana. E le ipotesi sono state accolte con discreto favore. Secondo la Uil Scuola, però, è ora di passare ai fatti. E vigilare perché via sia “corrispondenza tra dette soluzioni e i concreti provvedimenti che hanno, a nostro parere, carattere di urgenza. Tale soluzione – sottolinea poi l’organizzazione guidata da Massimo Di Menna, riferendosi alle abilitazioni riservate – deve ricomprendere anche i docenti, con congruo servizio prestato nella scuola primaria e dell’infanzia”.
Durante il confronto, i sindacati hanno colto l’occasione per proporre l’esigenza di ricoprire con immissioni in ruolo per il prossimo anno scolastico: l’intenzione è coprire con le assunzioni a titolo definitivo tutti i posti disponibili in organico i diritto, così come disposto dal piano triennale concordato l’anno scorso. In tal caso sarebbero, considerando pensionamenti e soprannumerari, almeno 20mila le immissioni in ruolo possibili nella prossima estate. Come al solito, però, l’entità precisa verrà disposta dal Mef.
A proposito di soprannumerari, l’amministrazione ha comunicato che la riconversione su posti di sostegno per i docenti in esubero sarà allargata non solo a coloro che si trovano in questa situazione. Ma anche a coloro che, appartenenti alle classi di concorso in esubero, faranno richiesta di parteciparvi. Acquisire il titolo, comunque, non comporterà l’automatica utilizzazione sul sostegno. Sempre secondo la Uil Scuola “la riconversione si configura come una opportunità di riqualificazione professionale: deve essere chiaro quindi che l’acquisizione del titolo non determina in automatico l’utilizzo su sostegno, le modalità di utilizzo inoltre vanno definite all’interno dell’apposito contratto sulle utilizzazioni”. Rimane del tutto aperto il problema dei docenti di laboratorio rimasti senza titolarità. Soprattutto per loro “è necessario definire ulteriori opportunità di riqualificazione e riconversione”, evitando soluzioni forzate (costringerli ad affiancare alunni disabili in istituti e su materie di cui hanno ben poche conoscenze) con probabili conseguenti situazioni di disagio sia sul versante della docenza che su quello dei discenti.
Sempre con i sindacati, procede anche il confronto per la definizione dell´ipotesi di Ccni sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie del personale docente educativo ed Ata, valido per il prossimo anno scolastico. Tra le varie questioni affrontate, le parti si sono soffermate sull´ articolo 7, riguardante il vincolo quinquennale (introdotto con la Legge 106/11) degli immessi in ruolo con decorrenza giuridica che va dal 1° settembre scorso. Il Miur ha spiegato che a questi neo-assunti – contrariamente a quanto previsto dalla Legge 124/99 che permetteva di fare domanda motivata di utilizzazione e assegnazione provvisoria interprovinciale subito dopo aver terminato l’anno di prova – sarà consentito accedere alla mobilità annuale, anche prima dei cinque anni, solo se appartengono a categorie tutelate da norme speciali. Che corrispondo alle lavoratrici madri con prole entro i 3 anni di età; ai coniugi di militari e categorie equiparate, purchè trasferiti d´ ufficio (quindi non volontariamente); agli amministratori locali.
A proposito, infine, dell’organico del prossimo anno l’amministrazione ha confermato l’intenzione di non autorizzare posti in deroga, né in organico di diritto né in organico di fatto. In casi di evidente necessità, come l’esigenza di sdoppiare classi particolarmente numerose, saranno direttamente i direttori regionali a prendere l’iniziativa.

La Tecnica della scuola 06.05.12

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“Niente esame di ammissione per il tirocinio dei professori”, di Mariolina Iossa

«Saranno ammessi in aula», a fine anno, al primo corso di tirocinio per conseguire l’abilitazione, i docenti con almeno tre anni di servizio, come previsto anche da una direttiva europea. Lo dice al Corriere della Sera il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo. «Non dovranno sostenere alcuna prova preselettiva, non ci saranno selezioni di ingresso per loro, perché sono persone che nella realtà il tirocinio l’hanno già fatto. Finito il corso, come tutti gli altri tirocinanti, dovranno superare la prova finale. E con questo sistemiamo una delicata questione che si è creata dopo la chiusura delle vecchie scuole di specializzazione».
Così Profumo risponde a migliaia di giovani professori in ansia e spiega come vuole risolvere la faccenda del «buco» che si è creato da quattro anni a questa parte, cioè da quando le scuole di specializzazione sono state chiuse in attesa di un qualcosa che fino ad oggi non era mai arrivato e che adesso c’è: il tirocinio formativo attivo. Lo scorso 23 aprile è stato pubblicato il decreto: a luglio partono le prove preselettive nazionali, mentre i corsi veri e propri cominciano a fine anno. Saranno tenuti dalle facoltà universitarie e, vera novità, una grossa parte (475 ore), si svolgerà in classe e in laboratorio «perché essere preparatissimi nella propria disciplina — continua Profumo — non significa essere bravi insegnanti, abbiamo bisogno di docenti moderni, capaci di stimolare i ragazzi, di gestire le loro aspettative, anche attraverso modalità nuove, la tecnologia per esempio».
Ma il tirocinio, che sarà la strada dei giovani per ottenere la sospirata abilitazione, è solo un pezzo del puzzle scuola che il ministro vuole risolvere. Vuole farlo «con regole certe — dice ancora —, perché sono le regole ciò che le persone ci chiedono, per superare lo stop and go di questi anni che ha prodotto fasce di precariato».
E allora eccolo il progetto complessivo, il quadro d’insieme al quale da mesi il ministro e i suoi collaboratori stanno lavorando e che Profumo anticipa. «Il punto di partenza — dice — è che l’ultimo concorso per l’immissione in ruolo è stato fatto nel 1999, e per alcune classi di concorso addirittura nel ’90. Noi abbiamo quindi lavorato ad un progetto per far ripartire il sistema. Il tirocinio, innanzitutto, ma poi, subito dopo, i concorsi per le cattedre. Entro l’anno bandiremo un primo concorso, abbiamo già fatto richiesta di autorizzazione per il numero di posti». Potrebbero essere dai cinquemila agli ottomila ma non è ancora possibile dare una cifra precisa. A questo concorso potranno accedere i docenti già abilitati, e i vincitori entreranno in servizio nel 2013-2014.
«Già nella prossima primavera — riprende il ministro —, faremo un altro bando, al quale potranno accedere anche i nuovi abilitati, i vincitori entreranno in servizio nel 2015-2016. La mia idea, dopo, è quella di dare una cadenza biennale ai concorsi, per regolarizzare tutto il sistema. I due momenti più importanti saranno l’abilitazione e il concorso. Due momenti certi, con cadenza regolare e sicura, che dovrebbero finalmente far cessare la confusione in cui da anni si trovano gli insegnanti precari e i giovani laureati che vorrebbero dedicarsi all’insegnamento».
«L’aggiornamento del sistema porterà allo svuotamento delle graduatorie» sottolinea il ministro, con un ottimismo che i sindacati, in particolar modo la Cgil, gli contestano. Mimmo Pantaleo (Cgil scuola), pur plaudendo alla nascita dei tirocini, dice che «il punto vero è che i posti non ci sono, nè per quelli che si abilitano, nè per quelli che stanno in graduatoria da anni e neppure per i docenti precari non abilitati». Ma Profumo vede il futuro più roseo: «È vero che con il nuovo sistema pensionistico il turn over si è un po’ attenuato ma non così tanto, e per i prossimi anni si creeranno nuovi posti di lavoro nella scuola».
I docenti precari potranno far affidamento, continua, anche sul «lavoro di revisione delle classi di concorso che abbiamo fatto al ministero e che è finito. Le attuali classi di concorso, troppe, saranno ridotte a 50-60. Andremo anche a controllare le graduatorie ad esaurimento dove ci sono persone iscritte da moltissimi anni». L’aspirazione del ministro è quella di creare un modello più moderno, prima ancora che di scuola, di concorso per l’accesso alla scuola. In futuro, conclude, «bisognerà avere grande attenzione al docente, a come sta in aula, alla sua attitudine all’insegnamento, gli studenti hanno bisogno di questo. La lezione come si faceva una volta non è più sufficiente».

da Il Corriere della Sera 06.05.12

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